《Sei stata una bomba Dafne.》Risi ed abbracciai Roberto, che si era subito precipitato nel mio camerino.
《Tu sai di essere pazzo, vero?》Lui sembrò pensarci su, poi annuii.
《Non posso che darti ragione, ma questo pazzo ha scoperto il tuo talento, per questo motivo devi essermi grata.》
《Lo sono.》Un pensiero mi frullò per la mente. 《È stato Claudio a consigliarti questa idea?》Fece spallucce.
《Potrebbe essere stato lui.》Scossi la testa sorridendo.
Lewis appoggiò il suo petto alla mia schiena per poi stringermi a sè. Mi lasciò un bacio sul collo e rabbrividii. Capendo di aver trovato un mio punto debole, sorrise sulla mia pelle ed iniziò a lasciarvi dolci baci, creando in me moltissime sensazioni contrastanti.
《Se vuoi possiamo tornare a casa tua.》Mi sussurrò all'orecchio ed annuii, volevo rimanessimo da soli. Salutai velocemente Roberto e mano nella mano, io e Lewis ci dirigemmo verso la mia vettura. Non so quanto durò quel viaggio, il desiderio d'amore carnale in quel momento si era impossessato di me. Mi torturava il fatto che, invece, l'inglese mi sembrasse così tranquillo, come se non sentisse la mia stessa esigenza. Temevo di illudermi. Una volta giunti a casa e quindi usciti dall'automobile, Lewis chiuse la porta di casa ed iniziò a baciarmi per poi spingermi nella mia camera. Mi sembrava così piccola in quell'istante, non capace di contenere tutte quelle emozioni che mi stavano torturando e neanche quella "nube" erotica che ci stava avvolgendo. Il nostro non era un amore platonico, quello che decantavano i grandi poeti, affatto. Il nostro era un amore alla Paolo e Francesca, bisognoso di contatti e di certezze, di carnalità. Mi adagiò sul letto e mi baciò, un bacio desiderato, atteso. Mi sentivo protetta fra le sue braccia, era come se avessi trovato il mio paradiso. I ricordi più vividi di quella sera sono il suo volto, dai lineamenti dolci e le sue carezze sul mio corpo. Era riuscito a farmi sentire amata, desiderata, venerata, sana. Con lui non ero malata o meglio, non mi sentivo così quando ero accanto a lui. L'inglese si appoggiò sul mio petto ed iniziai ad accarezzargli i capelli, non riuscendo a smettere di sorridere ed a pensare a quanto lui fosse stupendo in tutti i sensi.
《Non te ne pentirai vero?》Chiesi ad un tratto, avevo paura.
《Mai.》Mi strinse e chiuse gli occhi, per poi addormentarsi. Lo imitai ed in poco tempo riuscii a prendere sonno.
A svegliarmi fu un rumore proveniente dalla cucina. Mi alzai ed indossai solamente la maglietta di Lewis, per poi andare a vedere cosa fosse accaduto. Trovai l'inglese alle prese con i fornelli. Mi avvicinai a lui ed appoggiai la mia testa sulla sua schiena nuda.
《Buongiorno darling.》Sorrisi sulla sua pelle.
《Buongiorno Lewie.》Lo abbracciai ed attesi che si voltasse per poterlo baciare. E lo feci non appena si degnò di guardarmi negli occhi. Mi sorrise.
《Ti stanno ricrescendo i capelli.》Mi toccai la testa ed aveva ragione, potevo percepirli. 《Vuoi fare qualcosa oggi?》Feci spallucce ed andai a sedermi.
《Non ne ho idea.》Sbadigliai.
《Possiamo anche rimanere qui a casa e guardare qualche film o fare qualcosa che vuoi tu, non so.》Annuii.
《Credo sarebbe stupendo.》Si voltò completamente verso di me e potei finalmente contemplarlo. Lewis Hamilton era qui, davanti a me. Non era un sogno, ma la realtà così strana ed anche così magica. Quel giorno vedemmo diversi film, fino a quando non mi ricordai della visita medica che avrei dovuto fare quello stesso pomeriggio. Mi maledissi e dovetti prepararmi in fretta per poter arrivare in orario. Per fortuna ce la feci ed il dottore mi riferì che la situazione stava migliorando e che ben presto sarei guarita del tutto. Fu in quel preciso momento che decisi di sganciare la bomba, chiedendogli se potessi ritornare a ballare. Inizialmente risultò essere contrario, ma poi decise di accontentarmi a patto che i miei valori fossero ritornati stabili. Gli promisi che ci sarei riuscita e vidi il volto di Lewis scurirsi. Chiesi la motivazione, ma mi liquidava sempre dicendo che andava tutto bene. Non ci credevo molto, anzi non ci credevo affatto. Decisi di lasciar correre fino alla sera, quando imposi che mi desse delle spiegazioni. Sbuffò.
《Ho solo paura per la tua salute. Non vorrei che danzando, perdessi tutti i progressi fatti in questi mesi. Non voglio perderti Dafne, dannazione. Riesci a capirlo? Riesci a capire che per me sei come l'aria? Non riesco a stare un maledetto secondo senza pensarti ed io capisco che tu voglia inseguire il tuo sogno, ma ti prego pensa anche a chi ti sta accanto, a chi ti ama.》Lo guardai negli occhi e li vidi quasi sul punto di lacrimare. 《Lewie.》Sospirai. 《La danza è la mia vita, come la Formula 1 è la tua. Io non posso vietarti di gareggiare come tu non puoi impormi di non ballare.》Annuì e si rifugiò nella sua camera senza salutarmi. Attesi qualche minuto, che poi divennero ore e decisi di andare nella stanza per poterlo consolare. Lo trovai steso che stringeva il cuscino. Mi poggiai di fianco a lui e gli lasciai un bacio sulla fronte.
《Ti amo Lewie.》
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♧Juste Danser♧|| Charles Leclerc [IN REVISIONE]
Hayran KurguDafne, una giovane ballerina della Scala di Milano, riesce, grazie all'aiuto del suo insegnante ed amico, ad esibirsi in uno dei teatri più famosi d'Europa. E sarà lì che incontrerà Charles, pilota di Formula 1, di cui si innamorerà. Nulla, però, sa...