I giorni lì, a Trieste, con i miei genitori passarono in fretta e così anche alcuni mesi della mia vita, durante i quali avevo iniziato le cure. Non mi sentivo bene, ma meglio. Non avevo più frequenti fitte alle gambe ed avevo ripreso un po' della felicità che avevo perduto. Erano i primi di dicembre ed il venticello fresco mi colpiva la testa ancora calva, mi mancava la mia chioma. Non ballavo più, forse mi ero anche dimenticata come si facesse. Roberto, tornato dal suo viaggio in America, mi faceva visita quasi ogni giorno e Sebastian e Lewis mi confortavano quando potevano, facendo del loro meglio. Di Charles avevo ormai perduto qualsiasi notizia, non ci parlavamo e ciò mi permise di comprendere a fondo ciò che provassi per l'inglese. Le nostre conversazioni erano diventate sempre più abituali e dolci e lui era sempre capace di strapparmi un sorriso.
Quel dì non feci molto, cercai di svolgere delle attività interessanti, ma puntualmente finivo per abbandonare tutto. Decisi alla fine di leggere un libro, nella speranza di riuscire a far trascorrere in fretta il tempo. Sfogliai le pagine meccanicamente, senza mai prestare veramente attenzione al contenuto di ogni singolo foglio di carta. Ad un tratto mi giunse una chiamata sul cellulare e con la velocità di un bradipo, risposi.
《Manchi come l'aria piccola italiana.》 Sorrisi, ormai come di consueto quando vi era in mezzo lui.
《Manchi anche tu.》
《Cosa fai di bello?》
《In realtà nulla, non ho niente da fare.》 Appoggiai le spalle allo schienale del letto per comodità. 《Tu?》
《Io sono partito per poter visitare un'amica.》 Strinsi i pugni per la gelosia. 《O forse qualcosa di più.》 Lo sussurrò, forse nella speranza di non essere compreso. Io, però lo avevo fatto e tutto ciò mi dava tremendamente fastidio. 《Purtroppo, però, questa persona non si decide ad aprire.》
Stavo per rispondergli quando qualcuno all'improvviso bussò alla porta. La aprii per vedere chi fosse e davanti ai miei occhi vidi il mio inglese preferito.
Sorrisi e gli saltai in braccio e nel mentre lo abbracciavo. Lui subito mi afferrò per i fianchi, affinché non mi facessi male.
《Mi hai fatto una grande sorpresa, non me lo aspettavo.》Non rispose, poggiò unicamente la sua testa nell'incavo del mio collo. Rimanemmo in silenzio per un periodo di tempo che mi parve infinito, fino a quando non fui costretta, dalle mie gambe doloranti, a scendere.
《Sono venuto qui il prima possibile, ci tenevo ad incontrarti.》Sorrise e chiuse la porta.
《Per quanto tempo rimarrai qui?》Sembrò pensarci su.
《Credo qualche giorno, non vorrei disturbarti troppo.》Scossi la testa.
《Tu non disturbi.》
《Come vanno le cure?》Sospirai per poi sedermi sul divano. Mi seguii.
《Vanno... bene. Non soffro più come prima, ma tutto ciò è fin troppo stancante per me.》Annuì. 《Per ora i risultati sono buoni, speriamo che io riesca a guarire.》Mi guardò contrariato.
《Non pensare minimamente che tu non possa farcela, sei molto forte.》Mi circondò le spalle con le sue braccia.
《Ti ringrazio Lewis, sei sempre stato disponibile per me. Non eri costretto, eppure hai cercato, in questi mesi, di tirarmi su il morale, riuscendoci. Davvero, te ne sono grata.》
《Non è vero che non sono costretto, lo sono eccome.》Non compresi e lui sorrise leggermente. 《Dafne, ho paura a dirtelo perchè non vorrei che ti allontanassi da me.》Sbuffò sconsolato.
《Non ti seguo.》Appoggiai una mia mano sul suo petto per poterlo tranquillizzare. Lo sentii trattenere il respiro, anche se solo per un attimo.
《È dal primo momento che ti ho vista che provo un qualcosa per te. Inizialmente pensavo fosse unicamente attrazione fisica, ma con il passare dei mesi ho capito che non è solo quello. Quando tu stai male, lo capisco ancora prima che tu me lo dica, perchè soffro anche io come te. Quando sei felice, istintivamente lo sono anche io, nonostante tutto stia andando male, nonostante il mondo stia crollando davanti ai miei occhi, mi basta sapere che tu stia bene per rendermi l'uomo più felice del mondo.》Avevo iniziato a piangere e lui mi aveva stretto a sè con tutto l'amore che mi aveva appena rivelato di provare per me. Ed io ricambiavo. Sentivo di amarlo, avevo bisogno di lui in quel momento.
《Lewie.》Lo sentii tremare al soprannome e sorrisi, mi piaceva fargli quell' effetto. 《Ogni giorno ho atteso con ansia una tua chiamata o un tuo messaggio, sei per me come la linfa per le piante. Vorrei averti accanto a me più spesso, ma non mi è concesso. Mi rendi felice come mai nessuno.》Con la mano mi accarezzò la guancia e mi guardò negli occhi commosso ed innamorato. Il suo sguardo finì sulle mie labbra, forse aspettando un mio consenso. Annuii e mi baciò. Fu un bacio dolce e pieno d'amore, quasi lo stesse aspettando da una vita. Mi spinse maggiormente a lui, per poi stringermi. Si staccò lui per farmi riprendere un po' di fiato, ma questa distanza fu annullata nuovamente da me. Gli accarezzai i capelli e lo sentii emettere un verso di approvazione e sorrisi. Entrambi ne avevamo un disperato bisogno.
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♧Juste Danser♧|| Charles Leclerc [IN REVISIONE]
FanfictionDafne, una giovane ballerina della Scala di Milano, riesce, grazie all'aiuto del suo insegnante ed amico, ad esibirsi in uno dei teatri più famosi d'Europa. E sarà lì che incontrerà Charles, pilota di Formula 1, di cui si innamorerà. Nulla, però, sa...