♧Chapitre 32♧

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《Credo non sia opportuno parlarti tramite cellulare.》 Risposi di fretta io.
Allora qualche giorno di questi, verrò a portarti le valigie e mi spiegherai tutto nei minimi dettagli. Esigo niente scuse, solo ed unicamente la verità.
Ti ringrazio.Non mi giunse più alcun messaggio, credo che non avesse tanta voglia di parlarmi in quel momento. Non potevo dargli torto. Posai il cellulare ed andai nella mia camera, ero stanca e dannatamente confusa. Volevo davvero ritornare amica di Lewis, o almeno restaurare un minimo di rapporto con lui. Sapevo di aver sbagliato, che facendolo ci sarebbero state delle conseguenze. Ma è come se, in quel momento, io ne avessi sentito la necessità. Da parte di Charles era stato gentile chiedergli di sentire le mie motivazioni, anche se credevo che Lewis fosse fin troppo intelligente da non aver compreso la verità e soprattutto da non essersi reso conto dei miei sentimenti per Charles. Forse aveva sperato che ci potesse essere anche una minima possibilità che la nostra relazione, o come vogliamo definire il nostro rapporto, andasse avanti senza impedimenti. La cosa che mi aveva fatto più male era stata, però, la sua espressione al teatro. Mi aveva guardato sdegnato ed i suoi occhi erano impassibili, di vetro, quasi trasparenti, nonostante fossero castani. Avevo avuto paura di lui in quell'attimo, ma soprattutto paura di me stessa, di quello che ero diventata: un mostro. Aveva stretto le nocche ed erano diventate quasi viola, ma non si muoveva, non batteva ciglio, era come se fosse morto. Morto dentro. Solo quando mi rivolse quella frase, potei sentirlo fragile e deluso. Sapevo che sarebbe stato difficile per lui perdonarmi ed anche solo ascoltarmi, ma lo apprezzavo perchè nonostante tutto mi aveva dato una possibilità. Ben presto mi addormentai, pensando ancora a quanto fossi stata stupida a cadere nella tentazione. Una tentazione troppo facile per un animo fragile come il mio. Il mattino seguente mi svegliai confusa e dolorante, non riuscivo a muovermi era come se fossi paralizzata. Cercai il cellulare per chiamare Roberto, ma il numero che premetti non fu il suo.
《Roberto ti prego corri a casa mia, non riesco più ad alzarmi, non so cosa stia accadendo.》
《Dafne io non sono Roberto.》Quella voce mi lasciò spiazzata. 《Cosa ti sta accadendo? Se vuoi prendo il primo volo disponibile e ti raggiungo. Anzi senza il se vuoi. Cerca di tenere duro chèrie.》
《Non lo so che sta succedendo Charles, so solo che ho bisogno di quell'intervento. Non posso andare avanti così, la malattia mi mangerà e di me non resterà più nulla. Nulla se non il ricordo.》
《Non pensare minimamente a tutto ciò, vedrai che insieme riusciremo a risolvere questo problema una volta e per sempre.》
《Ti ringrazio Charles.》
《Non devi ringraziarmi.》Sospirò. 《Facciamo una cosa tu chiama Roberto, davvero questa volta, io nel frattempo cerco di venire il prima possibile da te.》Ci salutammo e telefonai al ballerino, avvisandolo dell'accaduto. Arrivò presto e subito mi caricò in macchina per portarmi in ospedale. Voleva che facessi un'altra visita per controllare che tutti i valori fossero regolari e che non vi fossero state complicazioni. Giunti lì, però, il medico ci lasciò spiazzati.
《Questa situazione è dovuta al troppo stress, la signorina deve cercare di calmarsi e di non essere troppo apprensiva. Dobbiamo cercare di fare il prima possibile l'intervento, la malattia sta progredendo e non possiamo permettere che essa prenda possesso anche delle strutture funzionali del suo corpo. Per qualche giorno rimarrai qui e continuerò a cercare donatori compatibili, sperando che tutto vada per il meglio.》Roberto si intristì subito e lo guardai. Quando il dottore se ne andò, mi parlò.
《Dafne devo darti una brutta notizia.》Alzai un sopracciglio. 《Io non sono compatibile, mi dispiace infinitamente tanto. Avrei voluto aiutarti.》Scossi la testa. 
《Non è colpa tua, non devi essere dispiaciuto.》
《Tu non capisci Dafne. Io non riesco a vederti così sofferente e soprattutto non riesco ad accettare di essere così impotente.》Posai una mano sulla sua spalla, cercando di rassicurarlo.
《Hai fatto già troppo per me, Rob.》Rimanemmo lì tutto il pomeriggio, che trascorse abbastanza lentamente. Ad un tratto mi arrivò una chiamata e dissi al ballerino di rispondere al posto mio. Mi informò che fosse Charles e che desiderasse sapere dove fossi. Dissi di raccontargli tutto e di chiedergli di fare il prima possibile. Volevo vederlo, temevo non avrei mai più potuto farlo. Dopo non molto tempo, entrò dalla porta della sala e mi corse incontro per poi abbracciarmi dolcemente.
《Dafne puoi dirmi cosa sta succedendo, per favore?》Sospirai.
《Ho bisogno di fare un intervento, ma non vi sono donatori di midollo compatibili.》Non rispose, mi guardò solamente pensieroso.
《Verificherò se posso donarti il mio.》
《Charles non voglio che tu faccia questo per me, non ce n'è bisogno.》
《Voglio farlo, anche se ci fosse una minima possibilità di salvezza lo farei. Io so che puoi farcela Dafne.》
《Io ormai non ci credo più.》
《E fai male beautè, devi sempre sperarci.》Mi lasciò un bacio sulla fronte e mi strinse a sè. Mi sentivo al sicuro con lui accanto.

♧Juste Danser♧|| Charles Leclerc [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora