Febbraio era ormai alle porte ed io seduta sul davanzale della finestra, dove potevo ammirare il paesaggio innevato della mia amata Milano. Dopo l'incontro con Lewis, mi ero chiusa ancora di più in me stessa e non uscivo più con la stessa frequenza, lo facevo solamente quando vi era una necessità. Non avevo più visto neanche Roberto, a causa dei suoi impegni, ma avevamo continuato a scriverci. Charles mi era stato molto vicino, anche se non fisicamente, ed ormai credevo di conoscere quasi tutte le sfaccettature del suo carattere e le amavo. Quando ci chiamavamo oppure ci vedevamo grazie a delle videochiamate, il mio cuore batteva fortissimo e non riuscivo a smettere di sorridere. Cercava sempre di tirarmi su il morale, affermando che ben presto tutto sarebbe finito e sarei ritornata a ballare. Lo speravo con tutto il cuore. Ritornando a prima, quella giornata non avevo grandi progetti in mente, avevo intenzione di poltrire come nei giorni precedenti, ma questo mio desiderio fu ostacolato da un messaggio che mi giunse. Rimasi ad osservarlo per un periodo di tempo talmente lungo, che credetti che avrei da lì a poco perso il dono della vista. Il mio medico mi avvertiva di aver trovato finalmente un donatore e che il prima possibile mi avrebbero ricoverato. Da un lato ero felicissima, perchè finalmente avrei posto fine a tutte le mie sofferenze, dall'altro avevo paura che l'intervento andasse male e che ci fossero così state delle complicazioni. Decisi di abbandonare quest'ultimo pensiero e di avvisare i miei cari della magnifica notizia. Partii dai miei genitori, i quali subito scoppiarono a piangere dall'emozione ed iniziarono a ringraziare il cielo di questa benedizione. Passai poi a Roberto, che sapevo fosse nel suo tour nei teatri e che fosse in ansia per la mia condizione di salute. Cercò in tutti i modi di non urlare dalla gioia, ma la sua voce mi giunse comunque talmente acuta da farmi perdere per un istante l'udito. Dopo aver parlato con lui per quasi un'ora, a volte sa essere peggio delle donne, chiamai Charles, che si trovava in Francia.
《Pronto amore dimmi.》Era la prima volta che mi chiamava in quel modo e potei sentire il mio cuore perdere un battito.
《Ehy Charles, devo dirti una cosa importante.》
《Di cosa si tratta? Devo preoccuparmi?》
《No, fortunatamente no. Il mio medico mi ha avvisato che finalmente hanno trovato un donatore compatibile, tra un po' dovrebbe esserci l'intervento.》A lungo non rispose, era incredulo.
《È una notizia stupenda, piccola.》Non si scompose più di tanto, ma potei immaginare che cercasse di contenere le sue emozioni per sè. 《Partirò il prima possibile, voglio essere al tuo fianco durante l'operazione.》Annuii, ma una volta compreso che non potesse vedermi, sorrisi.
《Mi renderesti davvero felice.》Lo sentii borbottare un qualcosa come "Lo sarai di più tra una settimana", ma non riuscii a comprenderne il motivo. Ci congedammo ed anche stavolta fui travolta da un dubbio: avrei dovuto o meno scrivere a Lewis? Se da un lato, infatti, conoscessi il suo interesse verso la mia salute, dall'altro temevo di apparire ai suoi occhi come una sciagurata bisognosa di attenzioni. Decisi quindi di non disturbarlo, nonostante il desiderio di scrivergli fosse forte. Iniziai a pensare al post intervento, a ciò che avrei fatto e subito stabilii che avrei ricominciato danza, nella speranza che non vi fossero altre complicazioni. Avrei fatto un nuovo spettacolo alla Scala, anche questa volta avrei danzato sulle note di Giselle, in compagnia di Roberto. Quella storia la sentivo ormai mia, ero a conoscenza dei sentimenti della protagonista e dei suoi dolori, non avrei mai potuto fallire. Mi alzai dal davanzale ed andai a vestirmi, indossai una semplice felpa ed un jeans, e poi uscii, con l'intento di rilassarmi un po' e di non sentirmi più sola. Mi diressi verso la biblioteca, dove entrai. Qui iniziai a cercare qualche romanzo interessante da poter leggere e sembrava che nulla fosse esaustivo, fino a quando non trovai un volume che attirò il mio sguardo: "L'educazione sentimentale" di Flaubert. Aprii una pagina del libro e riuscii a scorgere un pensiero, che mi lasciò stupita, quasi rappresentasse la mia condizione interiore. Recitava: "Mi sembrava che la sua persona, che ogni suo minimo gesto fossero le cose più importanti del mondo. Il mio cuore era polvere che si sollevava dietro i suoi passi. Lei, per me, era come la luna in una notte d'estate: una notte tutta piena di profumi, dolcissime ombre, candori, orizzonti infiniti... E il suo nome che ripetevo a me stesso, che cercavo di baciare sulle mie labbra, conteneva tutte le delizie della carne e dell'anima... Non vedevo niente, non immaginavo niente al di là di questo." Era ciò che provavo per Charles, lui era la luna che illuminava le mie notti, il mio pensiero fisso, il nome che avrei baciato ovunque e sempre.
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♧Juste Danser♧|| Charles Leclerc [IN REVISIONE]
FanfictionDafne, una giovane ballerina della Scala di Milano, riesce, grazie all'aiuto del suo insegnante ed amico, ad esibirsi in uno dei teatri più famosi d'Europa. E sarà lì che incontrerà Charles, pilota di Formula 1, di cui si innamorerà. Nulla, però, sa...