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Recensione di Risveglio di astronomy__lover
Romanzo Fantascientifico | Gruppo Blu
Non ho mai pensato a un piano specifico per decidere l'ordine delle recensioni, se non consideriamo il fatto di organizzarle in base al genere e al quando in cui l'autore in questione si è iscritto. Ma forse sto facendo tutt'altro: sto andando a sentimento e il mio sentimento mi ha spinta a cominciare da questa storia in particolare.
Ho fatto bene? Oh, non ho intenzione di dirvelo prima della fine.
La fantascienza non è proprio il MIO genere – a meno che qualcuno non si stia riferendo all'apocalittico e alla fantapolitica, per i quali provo una malsana attrazione –, però ho deciso di includere tutto l'insieme nell'elenco dei generi previsti in questo servizio, quindi diamo inizio alla sfida.
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Recensione del 25 Luglio 2019
"RISVEGLIO"
Il titolo è tutto un programma. Se non mi sforzo, non mi dice nulla, non mi anticipa niente; è una cosa che mi piace, perché detesto i titoli che con cinque parole ti hanno già detto di che cosa parlerà il libro. Mi può star bene che lo faccia l'introduzione, ma il titolo proprio no. Deve essere così, una parola – ne concedo al massimo tre – e un milione di domande. Se, comunque, mi sforzo un pochino, inizio a chiedermi se non riguardi il risveglio di un qualcosa in particolare, magari su un altro pianeta che non è la Terra, dopo anni passati in ibernazione. Non ne ho idea, perciò il titolo passa alla fase successiva e ottiene il mio primo inchino.
La copertina me la figuro bene sulla mia scrivania, una di quelle lucide, spesse e con le scritte in rilievo che mi ricordano le prime edizioni dei libri di Deltora. Roba seria. Il carattere delle scritte, il colore dominante, le sfumature, le decorazioni agli angoli e quella certa oscurità sui lati, creano nel complesso una bella immagine. Le uniche osservazioni che ho da fare in proposito sono due: la data e il nome dell'autore, che risultano non particolarmente chiare – a meno che non si avvicini il volto allo schermo e non si strizzino gli occhi; e il titolo separato in due parti, che a essere sincera mi piace e non mi piace, perché così riesce a occupare tutto lo spazio e spicca alla grande, ma magari inserito in orizzontale, senza che risulti staccato, funzionerebbe uguale, se non anche meglio.
Autore, mi hai dato poco materiale sul quale lavorare per quanto riguarda l'introduzione, ma non mi dispiace, sai? Esiste una linea sottile tra il troppo poco e il sufficiente ed è quella sulla quale ti colloco. Potrei considerare queste quattro righe insufficienti, ma a dir la verità non lo sono, perché io lettore mi sto già facendo delle idee, sto già pensando a cose, una diversa dall'altra e quindi viene spontaneo dire a se stessi: Ok, chissà che cosa succede... Io l'ho pensato e ho fatto dei collegamenti con il titolo, chiedendomi se avessi o meno dedotto giusto. L'unica cosa che ti consiglio – o suggerisco? –, premettendo che non è un errore, ma solo un cambiamento che secondo me farebbe "pesare" meno la frase, riguarda quel 'di nuovo' che trovo faccia a pugni con 'ancora una volta'. Che cosa ne pensi di: 'E infine per dimenticare, scivolando ancora una volta nell'oblio, in un ciclo infinito'? Credo che l'elenco suoni comunque bene – quattordici giorni; uno per ricordare, per vivere e per dimenticare –, anche senza quelle due paroline. Ma non è un errore, ripeto.
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