4. Sogni in biblioteca.

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CAPITOLO IV

«I sogni son desideri
di felicità.
Nel sonno non hai pensieri
Ti esprimi con sincerità.»
Cenerentola di Walt Disney.

Degli occhi fin troppo chiari infestavano i suoi sogni di cui si sentiva prigioniera, non ne poteva uscire, o semplicemente non voleva. All'inizio non aveva ben capito perché sognasse la biblioteca, aveva pensato che avendo trascorso metà del suo tempo lì era diventata un ossessione. Poi aveva trovato Malfoy al centro della stanza, poggiato contro un tavolo con le braccia incrociate al petto e quello stupido sorriso soddisfatto sulle labbra.

Quegli occhi erano trasparenti, lasciavano trasparire tutti i suoi sentimenti ed adesso tutto ciò che sentiva era desiderio, non odio e rabbia come tutti i giorni quando lo incontrava per la scuola. C'era solo il desiderio e lo sentiva anche - come potevo sentirlo in un sogno? - attraverso i pantaloni contro i suoi fianchi.

«Non immaginavo che la tua fantasia più grande fosse farlo sul banco della biblioteca.» la voce di Draco arrivava chiara al suo orecchio ed era convinta che non fosse un sogno, era troppo reale. «Stenditi Granger.» sussurrò con voce roca e sentì di dover lottare con se stessa, fare sesso con Malfoy? Anche se era un sogno era complicato accettarlo a se stessa, oltre il sogno avrebbe guardato Malfoy in modo diverso a lezione, in sala grande, per i corridoi.. «Granger, adesso.» ordinò ancora, prepotente come sempre ma questa volta Hermione non ebbe la forza di controbattere, non trovò il coraggio di disobbedire a quel ragazzo che da sempre raffigurava il nemico ma in quel momento vedeva solo con occhi diversi, quindi ubbidì. 

Lo fece.
La schiena aderì al legno e lascio il controllo a lui che era molto più esperto di lei che aveva zero esperienze in quel campo. Draco sembrò non perdere tempo e le separò le cosce per poter salire sul banco con lei ed iniziare la sua dolce e lenta tortura del suo collo, partendo da dolci baci sulla guancia per arrivare alla spalla, poi sul petto e sul seno. In pochi istanti si ritrovò solo in intimo, intimo di pizzo verde a lei sconosciuto.

«Questa è la tua parte di sogno?» commentò sotto voce la Granger e non riuscì a trattenere i gemiti, così da pentirsi amaramente di aver parlato.
Perché era un sogno e sentiva tutte quelle emozioni?
E soprattutto perché non aveva mai sentito tutto ciò con gli altri?

«Questo è il tuo sogno, mia piccola Mezzosangue. È possibile che tu voglia solo compiacermi.» sussurrò con per labbra contro il suo ventre. La lentezza che stava usando fece contorcere Hermione su quel tavolo scomodo e se non fosse stato un sogno le sarebbero rimasti i lividi, i segni di quella notte - era notte? - proibita. Le labbra di Malfoy iniziarono a baciarle il bordo degli slip e le sue mani automaticamente cercarono qualcosa da stringere e trovarono i suoi capelli.
Quei capelli erano davvero così morbidi oppure era un'altra delle sue richieste?
Non ebbe tempo per darsi una risposta ai milioni di dubbi che aveva perché le sue mani arrivarono agli slip e lì sentì scendere lentamente contro le sue cosce, fino a toccare il pavimento. Ed eccola lì, la prima volta che si ritrovava in una situazione del genere era un sogno erotico con il suo peggior nemico.
Era pazza? Forse si, ma era meraviglioso.

«Draco.» sussurrò inarcando la schiena e lui in risposta portò le mani sui suoi fianchi tirandola verso di se, ancora più vicino tanto da farla impazzire ed urlare, tanto non l'avrebbe sentita nessuno giusto?
Si liberò a pieni polmoni e lascio le unghie conficcarsi sulle sue spalle. Il suo nome un mantra che ripeteva ad ogni respiro ed era convinta che stesse uscendo pazza mentre lo sperava che tutto ciò finisse al più presto solo per riprendere dall'inizio e ripetere tutto ancora, ancora e ancora. Successe tutto velocemente, non se ne rese nemmeno conto che si ritrovò le labbra di Draco Malfoy sulle sue ed il peso del suo corpo completamente contro il suo ma si rese conto che lui era fin troppo vestito, così portò le sue mani tremanti sul noto della cravatta e cercò di spogliarlo. «Perché è così reale?»

«Perché sono bravo con gli incantesimi, Mezzosangue.» ammette senza alcun timore Draco mentre seduto a cavalcioni in mezzo alle sue gambe le regalava un grande spettacolo di spogliarello, niente di simile a quello che aveva visto alle feste babbane di addio al celibato.
Perché non riusciva a svegliarsi?
Perché non riusciva a sognare altro?

«Saprai cosa abbiamo fatto questa notte qui? Oppure lo saprò solo io?» domanda ancora Hermione, curiosa ma soprattutto aveva paura di continuare, avrebbe saputo lui? L'avrebbe messa in ridicolo con tutta la scuola?
Avrebbe raccontato a quei trogloditi dei suoi amici come ripeteva il suo nome, come lo stringeva a se?

«Vuoi continuare con le domande o possiamo fare altro?» domandò stizzito indicando i suoi boxer ormai fin troppo stretti per lui. Draco sapeva che lui avrebbe ricordato tutto ma non voleva dirglielo perché sapeva che l'avrebbe mandato a cagare e lui non voleva trascorrere un'altra notte da solo, nel bagno dei prefetti a cercare una qualsiasi ragazza che potesse soddisfare i suoi bisogni.

«Rispondimi.» lo interruppe Hermione fermando le sue mani che esploravano il suo corpo, la stringevano e le lasciavano dei segni. «E poi è la mia prima volta, non voglio che-»

«Allora svegliati e vienimi a cercare.» la interruppe allora lui portando la fronte contro la sua. Lo stupore di Hermione lo fece pentire per ciò che aveva detto. Farlo così era già complicato, immaginare di svegliarsi e correre come una ladra nei sotterranei per svegliarlo e chiedergli di continuale nella realtà ciò che stava sognando era fuori ogni limite del concepibile e lo sapevano entrambi.

Il silenzio che si creò in quel momento fu spezzato solo dal rumore dei baci che Draco riprese a darle sul collo, sul petto, ovunque.

«Forse sono solo impazzita.» disse il suo pensiero ad alta voce e lo sentì ridere contro il suo petto ancora ricoperto dal reggiseno. «Domani mi sveglierò e tutto questo sarà stato un terribile incubo.» continuò cercando di auto convincersi e Malfoy continuò a ridere convinto che quello per lei non fosse un incubo, anzi. L'aveva sentita urlare con le sue stesse orecchie il suo nome, implorava di continuare e lui era stato più che contento di assecondare le sue voglie e tornò lì, con il viso tra le sue cosce vergognosamente aperte per lui, solo per lui.

«A me non mi è sembrato un incubo per te, forse devo rispiegarti il concetto.» sussurrò baciando i lati delle sue cosce mentre le sistemava dietro le sue spalle e solo quando Hermione sussurrò ciò che voleva sentire tornò a dedicarle le giuste attenzioni.

«Draco, ti prego.»

Amantes amentes; Dramione. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora