28. Ballo e ritorno.

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CAPITOLO XXVIII

Erano entrati in Sala mano nella mano, facendo girare tutta la folla verso di loro. L'intera scuola era lì, in piedi e ben vestiti erano fermi come se aspettassero la loro grande entrata: il principe delle serpi con la miglior Mezzosangue di grifondoro, per la folla erano solo quello: due nemici che stranamente si stringevano la mano, ballavano insieme, si accarezzavano come se intorno a loro non ci fosse assolutamente niente. Hermione continuava a fissare gli occhi di Draco perché tutto perdeva importanza davanti al suo sguardo, non doveva nemmeno preoccuparsi del valzer che stavano ballando perché il biondo era un ballerino meraviglioso e la guidava tenendola stretta al suo petto.

«Sta attenta, Mezzosangue. La camicia è bianca.» sussurrò il biondo quando sentì le mani della mora stringersi maggiormente sulla sua schiena. La ragazza semplicemente sorrise e lasciò la guancia poggiata sul colletto della sua camicia, così da sentire perfettamente il suo profumo inebriante. Si muovevano lentamente in mezzo alla folla che aveva distolto lo sguardo da loro, trattandoli come una semplice coppia che si muoveva trascinata dalla musica lenta che risuonava nell'intera sala. «Potter mi guarda da più di due ore.»

«Probabilmente aspetta che la tua testa esploda.» commentò la ragazza con gli occhi chiusi mentre si lasciava trasportare dai movimenti lenti del biondo. Come aveva promesso fuori la porta del dormitorio, non era riuscito a toglierle le mani e gli occhi di dosso. L'aveva accompagnata ovunque con la mano poggiata sulla sua schiena, gli occhi fulminavano qualsiasi essere posasse lo sguardo su di lei che brillava di luce propria, ancor più del braccialetto che gli aveva comprato. «Oppure trattiene la voglia di trasformarti in un furetto platinato meraviglioso.»

«Secondo me stanno pensando sotto quale incantesimo tu possa essere.» aggiunge Draco quando notò che anche Ron si era aggiunto alla conversazione di Potter e Ginny. La ragazza sembrava l'unica che cercava di difenderla, lei sapeva che la sua migliore amica non era sotto alcun incantesimo. «Non glielo dirò mai.»

«Ti ucciderebbero.» disse sicura di se, portando la fronte contro quella del ragazzo, così da perdersi di nuovo nei suoi occhi profondi come l'oceano. Un meraviglioso oceano freddo. «Vorrebbero la tua testa su un piatto d'argento e la tua anima intrappolata in un quadro da poter torturare.»

«Sto tremando.» disse goliardico facendola scoppiare in una risata. Quella sera era tutto tranquillo, tutti si divertivano, Harry aveva deciso di guardare e disprezzare da lontano la nuova coppia da poco formata e Ron decise di buttarsi a capofitto nel buffet. «Perché sei preoccupata adesso? Diamine Mezzosangue, il tuo cervello gira fin troppo velocemente.»

«Come sai che sono preoccupata?»

«Arricci il naso, guardi per terra, ti parlo e non mi senti. Ti ho chiesto di lasciare la festa e ritirarci nella mia stanza e tu hai annuito. Cosa ti preoccupa, Mezzosangue?»

«Draco siamo appena arrivati!» disse imbarazzata la ragazza sentendo le guance colorarsi di rosso, ma Malfoy non le diede ascolto e alzò gli occhi al cielo. Lui era lì solo perché lei voleva andarci, avrebbe preferito essere nella sua stanza con lei a leggere un libro immersi nel silenzio e non in mezzo all'attenzione dell'intera scuola. «È tutto troppo tranquillo. Non credi?»

«Cosa può mai succedere?» domandò il ragazzo confuso ed Hermione alzò le spalle. Cosa poteva mai succedere? Voldemort era morto, non sarebbe risorto e non si sarebbe recato ad Hogwarts per ucciderla. La guerra era finita ed anche i professori si stavano finalmente rilassando, bevendo del punch rigorosamente analcolico e mangiando i migliori dolci presenti nella scuola.

«Bello stemma sulla giacca.» commentò il bambino sopravvissuto mentre si avvicinava alla coppia con estrema calma. Draco alzò il viso che era teneramente poggiato sulla spalla di Hermione per lasciarle dei baci sul collo e portò lo sguardo sul ragazzo che teneva sotto il suo braccio Ginny. «Sono stato obbligato a trovare un complimento per te.»

«Beh Potter, bello anche il tuo.» disse ironico allentando la presa sulla schiena della sua ragazza. La mora si sistemò al suo fianco e guardò Ginny con aria di rimprovero, perché aveva portato Harry da loro?

«Potevo essere avvisato di questa cosa, oppure no?» domandò Harry riferendo ad Hermione. Il tono cambiò all'istante e la presa di Ginny cambiò sul suo braccio. «Diamine, okay! Avevo capito di questa situazione, eppure mi sarebbe piaciuto saperlo prima.»

«Avevi capito?» domandò Hermione confusa. Aveva pensato che il suo migliore amico fosse troppo preso da resto per rendersi conto di lei e dei suoi drammi amorosi, invece adesso scopriva che non era bravissima a mantenere qualcosa di segreto ed anche Harry aveva capito prima di lei?

«Tu Potter? Come hai potuto capire qualcosa?»

«Vi guardavate in continuazione, non capisco nemmeno come sia potuto nascere tutto ciò! Posso avere una spiegazione oppure-» uno strano rumore interruppe la ramanzina di Harry. Improvvisamente il leggero rumore iniziale si trasformò in estremo silenzio e piombò il buio nella sala. I flashback della guerra tornarono in mente a tutti i presenti e per chi non l'aveva vissuto in pieno ricordarono ciò che gli era stato raccontato: urla, dolore, sangue ed morte erano le uniche idee che aleggiavano in una stanza gremita di gente in totale silenzio, che fu spezzato da un altro rumore questa volta assordante che portò tutti a ripararsi sotto i banchi o dove potevano, nel buio nessuno osava parlare.

Tutto ciò non durò molto, forse pochi minuti ma sembrarono ore. Tornò la luce e tutti si guardarono sospettosi intorno alla ricerca della provenienza del rumore ma l'unica cosa che trovarono era un muro sporco di sangue con una scritta che non portava a niente di buono.

Purosangue e Mezzosangue.
Mai insieme.

«Sono loro.» interruppe Draco guardando il suo braccio sinistro: era come se il marchio si fosse svegliato, sanguinava e pulsava. «Sono tornati.»

Amantes amentes; Dramione. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora