43. Preoccupazione e domande.

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CAPITOLO XLIII

Hermione mosse di nuovo la forchetta nel piatto e sospirò guardando ancora la porta della sala grande, non riuscendo ad interessarsi a niente al di fuori di Draco. Dov'era?

Come previsto aveva trascorso l'intera giornata sul letto del suo ragazzo a leggere vari libri, aveva scoperto che Draco aveva una biblioteca in casa che forse era pure più grande di quella presente a scuola e spesso le procurava nuovi libri da leggere che l'avevano tenuta impegnata fino a poco fa, infatti solo un'ora prima della cena si era degnata di farsi una doccia ed indossare la sua divisa per uscire dal dormitorio Serpeverde e raggiungere i suoi amici in sala.

«Herm, perché non mangi?» chiese Harry portando la mano su quella della ragazza, risvegliandola dai suoi pensieri. Portò lo sguardo sul suo migliore amico e alzò le spalle in risposta, annoiata. «È successo qualcosa con... Malfoy?» chiese, dicendo il suo nome con una smorfia disgustata. Tutti nella scuola sapevano che i due stavano insieme ormai ufficialmente, anche i suoi due migliori amici lo avevano accettato ma avevano ancora qualche difficoltà nel pronunciare il nome del suo ragazzo.

«Sai che oggi c'era la causa di Lucius, giusto? È andato con la madre al ministero ma aveva detto che sarebbe tornato per cena. Dovrebbe essere già qui.. sono preoccupata.» ammise in un sospiro ed abbassò il volto verso il tavolo, spingendo via il piatto davanti a se. Non aveva nemmeno più fame, non voleva niente senza di lui.

«Ti dispiace se lo mangio io?» chiese Ron afferrando il piatto di Hermione, che intanto tornò con lo sguardo sulla porta d'entrata. «Non devi preoccuparti Hermione, sfortunatamente sa cosa fare e poi è con la madre.» continuò Ron alzando gli occhi al cielo, ma il suo commento non toccò la ragazza che tanto sapeva che per Ron il suo fidanzato poteva anche morire e lui non si sarebbe interessato molto. Hermione posò lo sguardo su Harry e Ginny che quasi si volevano scusare per il comportamento di Ron, ma lei scosse la testa e si alzò di scatto dal suo posto, per poi attraversare la sala grande fino ad arrivare al tavolo Serpeverde. Ormai più nessuno di quella casata la guardava in modo strano, erano abituati anche ad averla nel loro dormitorio, nessuno ci faceva più caso, a nessuno più interessava un bel niente. Hermione si avvicinò al tavolo e i due diretti interessati portarono l'attenzione sulla ragazza, per poi raggiungerla velocemente.

«Non sai dov'è Draco?» chiese Blaise trascinandola fuori, così da avere meno occhi puntati su di loro. Hermione scosse la testa e sospirò ancora una volta. «A che ora aveva detto che sarebbe tornato?»

«Mi aveva detto prima di cena.» rispose Hermione guardandosi intorno, sperando che da un momento all'altro apparisse quella maledetta chioma platinata. «Sono preoccupata.»

«Mi verrebbe da commentare che è schifosamente dolce questa cosa, ma non posso dato che sono preoccupata pure io.» commentò Daphne estraendo dal mantello una sigaretta, fece per accenderla e portò lo sguardo su Hermione che intanto rimaneva in silenzio e si torturava le mani dall'ansia. «Se non dici niente su questo, deve essere grave la situazione.» aggiunse sparendo verso il cortile. Hermione prese posto su una delle panchine nel corridoio e si portò il viso tra le mani, cercando di non pensare al peggio ma non ci riusciva. Non poteva crederci che per colpa di un ragazzo stesse andando nel panico, non riusciva a pensare altro che lui e non riusciva a stare tranquilla.

«Dovevo andare con lui, dovevo-» iniziò Hermione ma fu interrotta da Daphne che richiamò entrambi, annunciando che Draco stesse andando nel dormitorio. Hermione scattò in piedi e corse verso le scale superando Blaise e Daphne che camminavano verso il dormitorio. Le scale non le erano mai sembrate così lunghe, sembrarono trascorrere ore prima di arrivare nei sotterranei. La luce fioca le bastò per vedere il lungo graffio che gli segnava il volto, i vestiti malandati ed il mantello quasi in pezzi. Hermione si fiondò su di lui, portando subito le mani sul suo viso mentre gli occhi si riempivano di lacrime.

«Cosa ti è successo? Chi è stato?» chiese stringendo la camicia tra le mani mentre le mani del ragazzo si poggiarono lievi contro la sua schiena, abbracciandola. «Tua madre? Cos'è successo?» continuò con la voce spezzata dalle lacrime mentre sprofondava tra le braccia del ragazzo, stringendolo quasi in modo doloroso.

«Posso sapere cosa diamine hai combinato?! La tua ragazza stava per avere una crisi di nervi, Draco Malfoy!» disse con voce alta Daphne mentre si avvicinava furiosa. «E poi Blaise, aveva una crisi esistenziale! Mi hai fatto sopportare una giornata intera di Blaise in crisi, mi devi molto!» continuò puntandogli il dito contro, poi riprese. «E poi hai pensato a me? Stronzo menefreghista!»

«Ho bisogno di stare da solo.» sussurrò il ragazzo con voce bassa riavendo tutti gli occhi sconvolti sul suo viso. «Da solo con la mia ragazza, e non parlo di te Blaise.»

«Tu sei pazzo, ci stai lasciando così! Sei tornato mezzo morto e non dici niente? Adesso scappi? Brutto pezzo di merda, hai perso un compagno lo sai? Eh si, hai perso me per sempre Malfoy!» urlava Zabini mentre Draco camminava verso la sua camera seguito dalla Mezzosangue. Le mani di Hermione ancora tremavano quando chiuse la porta della stanza alle sue spalle, poi lentamente si avvicinò a Draco iniziando a spogliarlo dei suoi vestiti.

«Non sono nelle condizioni, Hermione.» commentò ironico, ma smise subito di ridere quando la mora scoppiò in lacrime, poggiandosi sul suo petto.

«Cos'è successo? Ti prego, dimmelo.» sussurrò sedendosi al suo fianco mentre riportava la mano sulla sua guancia, guardando meglio il taglio. «Mi farai morire qualche giorno.»

«Hai affrontato molto peggio di questo, Hermione.» commentò il biondo afferrando la sua bacchetta per ridarsi un aspetto migliore.

«Faccio io, tu raccontami.» lo interruppe portando la bacchetta sul suo viso per rimarginare la ferita, poi portò le labbra sul suo volto cercando di tranquillizzarlo.

«Hanno condannato mio padre, ma poco prima di morire è riuscito a liberarsi, ha preso una bacchetta e mi ha ricordato cosa significa tradire la famiglia.» spiegò appena le labbra della ragazza si poggiarono sulla sua fronte. «Per fortuna mia madre sta bene, lui è morto e adesso posso recuperare la mia vita.»

«Mi dispiace così tanto, Draco. Sarei dovuta venire con te, non ti avrei mai dovuto lasciare da solo.» disse Hermione stringendo le braccia intorno al suo collo per poi portare le labbra contro le sue. «Mi sono preoccupata così tanto, non andrai mai da nessuna parte senza di me.»

«Sarai sempre con me?» domandò il ragazzo con la voce bassa mentre stringeva tra le braccia l'unica persona che potesse mai amare.

«Sempre.» rispose la mora lasciando scivolare le mani tra i suoi capelli arruffati, baciandogli ancora una volta la fronte.

«Quindi mi sposerai?» domandò allora rompendo la scaletta che si era prefissato. L'idea di averla per sempre con lui l'avrebbe reso più tranquillo.

«Dovresti chiedermelo.» commentò Hermione tranquilla, sapeva che prima o poi sarebbe arrivato quel momento e non doveva nemmeno pensare alla risposta, che era ovviamente positiva.

«Mi sposerai, Hermione?» chiese di nuovo il ragazzo portando le mani sulle guance della ragazza per guardarla meglio in volto. Hermione annuì come se fosse una risposta scontata e riprese a baciarlo.

Amantes amentes; Dramione. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora