13. Sala grande e infermeria.

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CAPITOLO XIII

Ama tanquam osurus.
Oderis tamquam amaturus.
Marco Tullio Cicerone.

«Puoi anche smetterla di suonare come un pazzo se ti dico che sto venendo.» sbottò Draco una volta aperta la porta a Blaise che aveva bussato per venti minuti urlando il cognome del suo migliore amico.

«Pensavo fossi con una ragazza e tu stessi venendo in un altro senso.» ammise alzando le spalle e si mise seduto comodamente sulla poltrona mentre Draco - dopo aver alzato gli occhi al cielo - iniziò a vestirsi.

«Perché sei qui?» si arrese sperando fosse qualcosa di importante oppure lo avrebbe schiantato. Dopo una partita di Quiddich voleva solo dormire, lo sapevano bene. «Spero sia importante.»

«C'era la Granger alla partita, ho notato che guardava te e pensavo tu volessi saperlo.» disse incrociando le braccia al petto e sentì l'amico sbuffare pesantemente. Due mesi erano trascorsi ormai e Blaise ogni giorno testava la pazienza di Draco più volte al giorno. Dopo l'ammissione - di quasi un mese fa - in cui aveva detto che la sua presenza lo interessava non aveva smesso di chiedere una sola volta se succedeva qualcosa di nuovo e lasciava frustrato Malfoy che ogni volta si vedeva costretto a rispondere 'niente', la semplice verità. Si ritrovavano a parlare, questo era vero, ma lei era sfuggente ed il desiderio di un bacio era sfumato con il tempo. «Okay in realtà ero qui per chiederti se la bionda che ti sei fatto sulla torre ieri era brava, sta sera c'è una festa e vorrei avvicinarmi.»

«Si, brava.» disse semplicemente senza aggiungere niente. Certo che la ragazza era brava ma non era quello che voleva e questo lo frustrava, ne cercava una nuova ogni giorno e la scuola - fortunatamente - era gremita di nuove proposte ma non erano Hermione, non erano la sua Mezzosangue. «Se permetti adesso, vorrei dormire.» continuò indicandogli la porta. Blaise sbuffò ma non ebbe nemmeno il tempo di alzarsi che un'altra persona spalancò la porta per lui.

«Si stanno picchiando in sala grande, muovetevi!» urlò Daphne e Blaise scattò in avanti seguendola. Draco sbuffò fin troppo rumorosamente ed indossò un pantalone ed una camicia pulita prima di uscire dalla camera e raggiungere il luogo della rissa. Come prefetto si sentì leggermente in colpa, questa sera era di ronda ed aveva lasciato l'impegno alla Granger che si era offerta a sostituirlo, senza aggiungere altro.

«Te la spacco in testa!» urlava una ragazza mentre volavano piatti e bicchieri nel fondo della stanza. Si fece spazio nella folla e notò che era una coppia del secondo anno che litigava, la ragazza sembrava molto su di giri. Hermione era in prima linea - come sempre - che cercava di tirarli giù dal tavolo per farli calmare e si era già fatta male per colpa delle cose che volavano. «Sei andato a letto con quella troia!» continuò la ragazza scagliando contro il ragazzo una sedia, facendo urlare tutti i presenti che erano spaventati ma curiosi. 

«Tu sei andata a letto con Malfoy!» sbottò il ragazzo sotto voce mentre subiva l'ira della bionda facendo sussurrare l'intera sala che intanto commentava, facendo poi portare tutti gli occhi sul Serpeverde che avanzava annoiato verso i due.

«Adesso basta! Tu vai con loro! E tu, biondina, cammina.» interruppe tutto Draco sovrastando la voce di tutti i presenti. Il ragazzo si avvicinò obbediente agli altri prefetti mentre la bionda scese subito dal tavolo e lo seguì silenziosamente. Dopotutto era Draco Malfoy, aveva una certa reputazione e questo lo aiutava a farsi valere sugli altri. 

«Potevi presentarti due ore fa? Guarda che mi hanno fatto ed è tutta colpa tua!» urlò Hermione poco fuori dalla sala grande ma Draco non le prestò tanta attenzione e continuò a trascinare la bionda verso un posto silenzioso e calmo per incuterle terrore per poi tornare serenamente a dormire. 

«Non mi interessa perché l'hai fatto solo ti voglio avvisare che se la prossima volta lo fai in un posto affollato e fai del male a qualcuno oltre il tuo infedele fidanzato ti uccido in un modo molto doloroso e, se tu avessi qualche dubbio sulle mie parole, ti ricordo che sono stato al fianco di Voldemort e non mi fa di certo paura uccidere qualcuno.» disse Draco una volta spinta nell'aula vuota la ragazza, che intanto era impaurita con la schiena contro il muro e gli occhi spalancati. «Hai capito?» chiese per sapere se avesse compreso ciò che aveva appena detto.

«Si, scusami.» rispose annuendo energicamente con voce tremante e sguardo basso. Draco la lasciò perdere in pochi secondi e sparì dall'aula cercando il fidanzato, per potergli spezzare almeno un osso, per soddisfazione personale. Camminò velocemente da un'ala della scuola all'altra mentre tutte le pettegole si erano sistemate contro il muro solo per vedere come andava a finire la situazione, e anche per vederlo camminare con la camicia semi sbottonata, i capelli ancora bagnati dalla doccia e quell'aria da cattivo ragazzo che tanto le eccitava.

«Non volevo far del male alla tua ragazza, scusami!» si difese subito il ragazzo nascondendosi dietro un banco, appena Malfoy varcò la soglia della stanza. Draco annoiato dalle scuse lo afferrò per il mantello e lo spinse furiosamente contro il muro, chiudendo la porta con un semplice incantesimo non verbale. Mentre il suono della chiave girava nella toppa il ragazzo iniziò a tremare, Draco sperava dal dolore e dalla paura.

«La biondina che mi sono fatto non è la mia fidanzata, ma la tua.» disse confuso mentre si avvicinava con movimenti stanchi ma sempre elegante, puntando poi la bacchetta alla gola del moro. «Ma non è questo il punto.» riprese scuotendo la testa, pronto a ripetere lo stesso identico discorso che aveva fatto alla bionda pochi minuti fa, con un piccolo bonus dimostrativo. 

«Intendevo la caposcuola Granger, non era indirizzato a lei il piatto. Scusami.» disse coprendo il capo con le mani, pregandolo di lascialo stare. Inizialmente rimase confuso immobile davanti alla foglia tremante che era quel ragazzo poi gli diede le spalle ed uscì dalla stanza cercando la maledetta della Mezzosangue. Si diresse spedito verso l'infermeria e rallentò solo quando sentì dei singhiozzi che lo fecero rabbrividire. L'unica volta che l'aveva sentita piangere era a casa sua mentre sua zia le scriveva mudblood sul braccio, poco dopo lei ha urlato il suo nome per cercare aiuto ma lui, come un idiota, era rimasto al suo posto.

«Almeno abbi le palle di entrare, coglione.» interruppe i suoi ricordi Hermione e Draco varcò la porta della stanza, chiudendola alle sue spalle. Sulle sue guance c'erano i segni delle lacrime, aveva un graffio sullo zigomo ed uno sul braccio ma non sembrava piangere per quei due segni. «È tutta colpa tua. Potevi esserci tu al mio posto, adesso.»

«Lo so, mi dispiace.» ammise raggiungendolo a grandi falcate. Se ci fosse stato qualcuno in quella stanza adesso avrebbe la bocca spalancata: Draco Malfoy che chiedeva scusa ad Hermione Granger, il mondo stava girando al contrario. «Faccio io.» disse proponendosi per aiutarla a mettere il bendaggio sul graffio.

«Vattene, coglione.» sussurrò Hermione tenendo le mani ben strette e con le gambe cercò di allontanarlo, ma lui fu più veloce e la bloccò. «Non voglio farti una fattura, vattene.»

«Perché sei così incazzata? Ti sei proposta tu a sostituirmi!» sbottò tenendole le gambe ben ferme per non ricevere un calcio nelle parti basse, aveva ben presto capito che la ragazza era abbastanza manesca

«Perché ti odio, vattene!» urlò di nuovo la mora e ringraziò la stanza completamente vuota perché scoppiò di nuovo a piangere.

Amantes amentes; Dramione. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora