5. Ricordi in biblioteca.

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CAPITOLO V

La tragedia dell'amore
è l'indifferenza.
William Somerset Maugham.

Frastornata e confusa Hermione camminava per i corridoi di Hogwarts. I suoi libri stretti al petto, la camicia ben abbottonata e la gonna più lunga di come usava metterla di solito eppure si sentiva nuda davanti a tutti, sentiva gli occhi addosso anche se nessuno la stava guardando.

«Hai la faccia di chi ha avuto il piacere di conoscere il sesso ma non può farlo.» ecco cosa aveva detto Ginny appena erano uscite dal dormitorio per raggiungere Harry e Ron in sala grande per fare colazione. «Perché non controbatti? Che succede?» si era chiesta curiosa la rossa mentre intorno ad Hermione tutto sembrava sparire e farsi confuso.

«Sono solo stanca Ginny. E poi tu come conosci quell'espressione?» domandò curiosa Hermione mentre camminava a testa bassa per i corridoi. Lei, Grifondoro che aveva lottato in prima linea nella guerra, ora camminava a testa bassa per un semplice sogno erotico.

«Da quando io ed Harry abbiamo rotto ho quell'espressione più o meno tutti i giorni!» rispose lei, sarcastica. Solo l'immagine dei suoi due migliori amici a letto insieme le fece chiudere lo stomaco, poi ricordò che lei aveva sognato ben peggio e le salì il vomito. «Chiunque sia, dovresti farlo!» continuò imperterrita non accorgendosi che Hermione aveva il disgusto segnato sul volto. «Comunque devi riprenderti, già quest'anno è una noia mortale poi tu sei in queste condizioni! Io cosa farò?» continuo la rossa a lamentarsi per il resto del tempo mentre Hermione si rimpiccioliva ancora di più - se possibile - sul suo posto.

Intanto dall'altra parte della sala sedeva Malfoy ed il suo gruppo di serpi, intenti a mangiare e parlare di cose stupide e raccontare barzellette, l'unica frase che aveva detto Draco da questa mattina era 'siete degli idioti'. Nessun buongiorno per lui che era seduto lì da poco meno di due ore per aspettare la Sanguesporco.
Avrebbe ricordato?
Si era uccisa dopo il sogno?

Dubbi che furono spenti appena fece la sua misera entrata con la Wesley sotto il braccio. Una faccia stanca che guardava il pavimento, ecco cos'era diventa. Tutti i buoni propositi di Draco sparirono e decise che era il momento di prendere le sue cose ed andare via, incazzato per aver sperato che potesse entrare sorridendo felice? Idiota.

Lezione di pozioni.
Lezione di storia di Hogwarts.
Lezione di erbologia.

Sinceramente Draco non sapeva e non si era nemmeno interessato a capire cosa stesse seguendo, era seduto ed ascoltava i professori parlare mentre guardava un punto fisso sul muro. La Granger aveva il viso stanco perché aveva trascorso un'altra notte insonne oppure perché ricordava tutto e le immagini le erano ancora vive sulla pelle?
Questo non lo sapeva, sapeva solo che anche lei lo desiderava, non tanto da svegliarsi ed attuare tutto nel reale e nell'immediato, ma lo desiderava altrimenti non si sarebbe concessa in quel modo. La sola idea di poterla possedere ogni volta che lei si addormentava lo eccitava e lo eccitava anche non sapere dove si sarebbero trovati questa notte, sarebbero stati sempre in biblioteca oppure altrove?

Mentre Draco pensava a cosa avrebbe potuto fare questa sera alla sua preda preferita, Hermione aveva trascorso la giornata cercando di non chiudere gli occhi, perché il suo sguardo la rincorreva ovunque andasse. I suoi gemiti, il modo in cui le chiedeva di stendersi e sottomettersi a lui, il modo in cui si era spogliato, la dolcezza che aveva usato per esplorare ogni piccolo pezzo di pelle, il desiderio che era rimasto bloccato nei suoi boxer fin troppo stretti, premuti contro il centro delle sue gambe mentre lo baciava e lo stringeva a se. Il solo pensiero le fece chiudere di scatto le cosce imbarazzata, sentendo fin troppo caldo.

Quando il pomeriggio si recò in biblioteca sentì il ventre contorcersi mentre guardava il banco che aveva sognato e ricordò tutto il sogno perfettamente.

«Granger allora? Prendi posto oppure te lo guardi il banco?» eccola lì, la voce che la stava facendo dannare in ogni modo. Lo guardò cercando di capire se anche lui ricordava quel banco, ma sembrò sembrò di no appena alzò le spalle confuso e la sorpassò prendendo posto al banco in questione. «C'è qualcosa che non va in questo banco?» domandò ancora mentre posava il mantello sulla sedia ed avrebbe voluto urlargli che si, c'era qualcosa che non andava ed era l'idea di averlo di nuovo con il viso premuto sul suo ventre che non le dava pace! Era lui il problema!

«Ero solo persa nei pensieri.» rispose sedendosi di fianco a lui. Draco rimase impassibile mentre faceva i suoi compiti ma Hermione lo guardava, diamine se ci fossero stati occhi attenti in quel momento avrebbero detto che lo stava studiando attentamente. Guardò i suoi capelli e sembravano davvero morbidi come aveva immaginato nel sogno, le labbra di cui credeva di conoscere il sapore, le mani che l'avevano toccata, le spalle che aveva tormentato per tutto il tempo che erano stati insieme eppure lui non sembrava ricordare o sapere niente. Indifferente seduto di fianco a lei, scriveva i suoi compiti e così si arrese anche Hermione, aprendo un libro a caso cercando di portare i suoi pensieri su quello.

«Come mai sola? San Potter e Lenticchia hanno deciso di abbandonarti ai tuoi tormenti?» di nuovo la sua stupida voce.

«Non mi sto tormentando, Malfoy. Sono agli allentamenti.» risponde fredda, schietta. Era un semplice invito a non rivolgerle più la parola ma Draco non voleva accontentare la sua richiesta, anche di giorno no.

«Sembri persa nei pensieri. Sono su Lenticchia oppure su San Potter che ti fanno tremare così le gambe? Oppure sul ragazzo che ti sei fatta l'altra sera?» le chiede e voleva saperlo, lo voleva davvero. Perché quando le aveva letto la mente non era riuscito a vedere il volto del personaggio dei suoi sogni a luci rosse? Chi era?

«Non hai altre persone da tormentare? Altrimenti me ne vado.»

«Stai. Me ne vado io. Hai insudiciato l'aria della biblioteca, Mezzosangue.» disse furioso e se ne andò, doveva per forza oppure avrebbe ripetuto il suo sogno lì, davanti a tutti e l'intera scuola avrebbe sentito le sue urla di piacere.

Amantes amentes; Dramione. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora