40. Hermione e Narcissa.

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CAPITOLO XL

Girava distrattamente il cucchiaio nella tazza di the bollente mentre guardava fuori dalla finestra. Aveva seguito il consiglio del ragazzo e si era cambiata i vestiti, grazie anche a Ginny che le aveva portato un cambio. Era rimasta lì per l'intero giorno, Draco stava ancora riposando, i medici dicevano che doveva ancora riprendersi, aveva perso troppo sangue e cose simili.

Anche Narcissa era rimasta lì per tutto il tempo, ma non si erano scambiate una parola per tutto il tempo. Forse perché erano preoccupate, forse perché vedere Draco steso su un letto inerme e non con il suo solito sorriso da stronzo non rendeva possibile una giusta conversazione. Hermione guardava distrattamente la porta della stanza come se avesse potuto vedere il biondo uscire da un momento all'altro.

«Potresti almeno chiudere gli occhi per qualche secondo..» ripetè Ginny accarezzandole la schiena, ma Hermione scosse la testa anche se si trattenne dallo sbadigliare. La mora tirò giù le maniche della felpa che indossava e si poggiò sulla spalla della sua amica, cercando di riprendere le forze. Bastarono pochi minuti che cadde in un sonno profondo, tanto che Ginny so spostò senza svegliarla, sembrava che nemmeno la guerra l'avrebbe svegliata in quel momento.

«Finalmente dorme!» sbottò Harry porgendo alla sua ragazza un tramezzino. Era veramente buffo quel momento, il trio magico era riunito ad aspettare che Draco Malfoy si svegliasse ed erano addirittura preoccuparti. Come cambiavano velocemente le cose, chi se lo sarebbe mai aspettato?

«Infondo la capisco perché farei la stessa cosa pure io, per te.» disse la rossa lasciando un bacio sulla guancia del ragazzo dagli occhi verdi, che intanto sentiva il sangue fluire velocemente verso le sue guance. «Hai notizie dalla scuola?»

«Si, la preside ha detto che il padre di Malfoy sarà giudicato domani e tutti crediamo che sarà sottoposto al bacio, in fin dei conti non è solo fuggito da casa sua raggirando il Ministero, ma ha anche cercato di uccidere il figlio riorganizzando una rimpatriata con i suoi cari amici, quindi penso se lo meriti in pieno.» spiegò Harry prendendo posto su una panchina poco lontana da dove dormiva Hermione, per non disturbarla ma per tenerla comunque sotto d'occhio.

«Chissà come sta Narcissa, non ha parlato con nessuno e continua a guardare la porta della camera. Alla fine, non so.. lei è fuggita da quella situazione, forse è cambiata.»

«Se tu me lo avessi detto qualche giorno fa ti avrei detto che sei pazza, ma adesso non so più cosa pensare. L'unica certezza che avevo era su di loro, pensavo non sarebbero mai cambiati e invece Hermione ha rischiato di morire per salvare quel furetto

«Che cosa strana l'amore, chi lo avrebbe mai detto. Sapevo che Hermione non era per mio fratello. Ron è troppo... tranquillo per lei, ma mai avrei pensato che la persona giusta fosse Draco Malfoy.»

«A proposito di Ron, ma dov'è?» domandò il moro guardandosi intorno, ma i capelli rossi del suo migliore amico non erano lì.

«Nostra madre ha saputo del fatto quasi in modo istantaneo, ho incaricato lui di spiegarle la situazione.» spiegò la rossa poggiandosi sulla spalla del suo fidanzato, anche lei era terribilmente stanca. Mentre Ginny riposava ed Harry controllava le due donne più importanti della sua vita, un'altra donna in fondo alla sala cercava di trovare qualcosa che la riprendesse dal sonno.

Narcissa Black manteneva il suo aspetto elegante, con la magia si era ordinata i capelli ed il vestito dando sempre l'impressione di freddezza, come se ci fosse un muro tra lei e il resto delle persone, le avevano sempre insegnato ad essere forte, a non mostrare le proprie debolezze. E c'era riuscita bene, fino a quel momento ovviamente. Suo marito voleva uccidere suo figlio, il suo unico figlio. Non lo avrebbe mai permesso, l'unica cosa di bello che possedeva era Draco, nient'altro aveva importanza per lei. Aveva cercato di proteggerlo sin dall'inizio, fin dai primi giorni, tutte le scelte che aveva preso era per non farlo soffrire, per limitare la pazzia del marito. Decise di alzarsi da quel posto scomodo e di controllare dal vetro le condizioni del suo bambino, notando che continuasse a dormire. Prese coraggio per allontanarsi qualche secondo per recuperare qualcosa da mangiare e per risvegliarla. Cosa avrebbe fatto in quel momento? Poteva tornare a casa, la scuola sarebbe finita da lì a pochi mesi e si sarebbe potuta riunire con Draco, anche se sapeva che poi lui avrebbe intrapreso la sua vita da solo, probabilmente con la Mezzosangue al suo fianco. Nel profondo aveva sempre saputo che le idee malate dei Mangiamorte non facevano per lui, il sangue e tutte quelle altre idiozie non lo avevano toccato veramente ma immaginarsi che lui non si innamorasse di un purosangue era sconvolgente. Draco proveniva da una delle famiglie antiche più importanti e avrebbe dovuto proseguire la purezza, ma l'amore era più importante. Nessuna delle donne che erano state proposte a Draco in precedenza avrebbero mai veramente messo la loro stessa vita in pericolo per proteggerlo e questo bastava per capire che Hermione era quella giusta.

Dopo poche ore finalmente riuscì ad entrare nella stanza del figlio e intrattenere una conversazione con lui, facendole sbollire l'ansia e la preoccupazione.

Amantes amentes; Dramione. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora