24. Conclusioni e incantesimo.

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CAPITOLO XXIV

«Quindi la rossa sa?» chiese Draco mentre guardava la Mezzosangue stendersi comodamente sul suo letto come se appartenesse a lei, con indosso solo la camicia di cui si era impossessata.

«Sei tu l'idiota che non si guarda intorno prima di baciarmi.» rispose con un tono di voce che ritenne irritante e da sapientona, ma infondo gli piaceva anche quello. «Poteva essere chiunque.» continuò sistemandosi al centro del letto. Era sera, non sapeva precisamente che ora, forse tutti gli altri erano ancora a cena e gli unici ad essere fuggiti via dopo i primi minuti erano loro. Lontano da tutti si erano concessi ancora una volta alla passione, non ne avevano mai abbastanza.

«È comodo il mio letto, Granger?» chiese ancora il ragazzo che ebbe come risposta un dito medio ed un sorriso beffardo. Certo che era comodo, era il più comodo di tutta la scuola e lo dicevano tutti. Al ricordo delle numerose ragazze che affermavano ciò la mora si rabbuiò stringendo le coperte al petto.
In quante erano rimaste in quella posizione come lei?
Quante avevano pensato di essere quelle giuste per lui e poi si erano ritrovate fuori la sua porta?
«A cosa stai pensando adesso, Mezzosangue?»

«È una brutta serata, piove.» sussurrò nascosta tra le coperte calde cercando di ripararsi da tutto ciò che era al di fuori di quella camera. Cosa sarebbe successo quando lui si sarebbe stancato? Aveva superato di peggio eppure quel dubbio le causava un grande peso sul petto.

«Mezzosangue, la rossa non è l'unica ad avere il Veritaserum sempre a portata di mano. Parla, questa sera sono particolarmente stanco.» continuò chiudendo il libro di pozioni che aveva aperto per un veloce ripasso. Il professore si era calmato, ma preferiva trovarsi sempre pronto con quello stronzo presuntuoso. «Mezzosangue, mi hai sfinito oggi. Parla.»

«Quante ragazze sono rimaste qui, nel tuo letto? In intimo?» domandò dopo pochi secondi di silenzio decidendo di non girarsi verso di lui così avrebbe avuto più coraggio nel parlare.

«In intimo veramente poche, soprattutto da sole. Era raro che entrassero nella mia camera, Mezzosangue. Davvero ti preoccupa questo?» domandò annoiato tornando a prestare attenzione al suo libro, ma non riuscì a tenere ferma la lingua. Un po' si offese alla domanda della ragazza, non aveva mostrato abbastanza quanto lei fosse diversa dal resto? «Era solo sesso dopo si rivestivano ed andavano via. Nessuna ha mai pensato di rimanere ferma lì a guardarmi fare le mie cose, come studiare.» continuò alzando il libro dalle sue ginocchia per fargli vedere l'evidenza delle cose: lui studiava e lei sul suo comodo letto. «Puoi anche andartene se ti fa schifo il mio letto, anche se non sembra così.»

«Se loro erano solo sesso io cosa sono?» domandò sedendosi al centro del letto. Voleva saperlo, ne aveva bisogno per continuare questa relazione - relazione? - che sembrava non aver alcun senso.

«Sei sul mio letto con la mia camicia, hai usato la mia camera come se fosse la tua personale. Ti ho cercata per ben due volte oggi. Trai tu le conclusioni, Mezzosangue.» rispose semplicemente continuando a guardare il suo libro di pozioni. Hermione sorrise tornando comodamente con il viso sul cuscino del ragazzo, lasciandogli il silenzio per studiare. «Posso stendermi sul mio letto oppure ti do fastidio?» sussurrò poi dopo parecchio tempo di silenzio, infatti trovò la ragazza in dormiveglia. Non disse niente ma come sempre si espresse a gesti: si girò verso di lui e lo tirò verso di se per poterlo usare come comodo cuscino.

«L'incantesimo che hai usato su di me l'hanno usato loro su di te, vero?» domandò senza alcun motivo la ragazza facendo sussultare Draco che voleva solo dormire tra le sue braccia, accompagnato dalle carezze delicate che sempre gli riservava.

«Non ho voglia di parlare, Mezzosangue. Dormi, domani devo sopportare quell'idiota di professore e non sono in vena di litigare.» la freddò aggiustando le coperte sui loro corpi ma la ragazza non sembrò essere contenta della risposta e sbuffò rumorosamente. «Se ti dicessi di si riusciresti a dormire?» si arrese alzando gli occhi al cielo ed Hermione rimase senza parole. Aveva sperato che non fosse così, che la sua idea fosse stupida perché anche lui faceva parte di loro invece l'immagine del ragazzo che tentava di tenere gli occhi aperti per non subire altre torture le arrivò alla mente troppo velocemente per essere bloccata. «Dormi, Mezzosangue.» disse di nuovo il ragazzo accarezzandole la schiena, ma niente sembrava calmarla.

«Come l'hai superato?» chiese in un sussurro strozzato dalle lacrime che stavano per crescere nei suoi occhi.
Era solo in ragazzino, come potevano averlo torturato?

«Mia madre ha pregato il Signore Oscuro. È durato poco più di un mese, Mezzosangue. Non è stato niente.» rispose cercando di calmare le paure della ragazza che tremava tra le sue braccia. «Abbiamo vissuto tutti la guerra.»

«Un mese?» domandò sconvolta scattando tra le sue braccia, sedendosi ancora una volta al centro del letto. «Ma tu.. eri un ragazzino!»

«E tu eri una bambina quando tutto è iniziato. Ti sei tirata indietro? No. Avevo i miei metodi per non sognare.»

«Tipo?»

«Il sogno inizia solo quando sei nella fase profonda, se sei in dormiveglia non funziona. O meglio, il loro non funzionava perché erano due idioti, il mio agiva alla perfezione.» mentre il biondo spiegava ciò che più preoccupava Hermione, se qualcuno li avesse visti da fuori si sarebbe dovuto sciacquare il viso più volte: il ragazzo parlava, lei ascoltava con attenzione e gli stringeva le mani come ancora di salvataggio e lui la lasciava fare. «Mi intrattenevo con così tante ragazze che non dormivo così tanto e di conseguenza non sognavo.»

«E quando succedeva cosa ti facevano?»

«Cosa potevano mai farmi, Hermione?» il suo nome pronunciato dal ragazzo la fece rabbrividire e si lanciò di scatto ad abbracciarlo. Questa volta era lui a sentirsi protetto dal mondo tra le sue braccia. «Era terribile.» ammise sotto voce, uno dei tanti segreti che non doveva essere detto, ma a lei poteva sussurrarlo.

«Sei stato forte, Draco.» parlò piano avendo paura di sbagliate le parole, sussurrate contro il suo orecchio sperò di fare la cosa giusta. «Sei la serpe più coraggiosa che io abbia mai conosciuto, sei sicuro di non voler passare a Grifondoro?»

«Mai, Granger.» rispose ridendo spingendola sul letto per poi salirle di nuovo sopra. Con pochi sguardi si capirono e la ragazza fu la prima a spingere via il pantalone del ragazzo. Dolce, gentile, lento, passionale, possessivo.
Era così Draco Malfoy, sotto quella corazza fredda e gelida si nascondeva il miglior amante del mondo ed era tra le braccia di Hermione che lo stringeva, lo graffiava, lo segnava. «Stringimi.» chiese il ragazzo alla fine e lei non fu mai così felice di accontentarlo.

Amantes amentes; Dramione. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora