11. Stanza e ricordi.

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CAPITOLO XI

In generale, l'orgoglio è
alla base di tutti i grandi errori.
John Ruskin

«Allora che ci fai qui, Mezzosangue?» domanda ancora una volta Malfoy mentre Hermione si guarda intorno sconvolta. Quelle coperte, il camino, lui con la camicia semi sbottonata, i capelli non perfettamente in ordine.
Perché l'ha seguito?

«Questo è il libro che cerchi? Ho sentito della ricerca che devi fare per pozioni.» rispose imbarazzata allungando il libro verso di lui. Tutti a scuola ne parlavano: il professore di pozioni che se la prende con il mangiamorte fallito, erano più o meno queste le parole usate per descrivere la situazione. «Ora me ne vado.» continuò rendendosi conto che ormai tratteneva il respiro da fin troppo tempo. 

«Qualche neurone in più può farmi comodo.» disse Draco con gli occhi che scorrevano sulle parole del libro mentre si piazzò davanti la porta chiusa, poi con qualche incantesimo non verbale la chiuse a chiave e la sorpassò scontrando le loro spalle. «Che ne sai della ricerca?» chiese curioso, non voleva di certo ammetterlo ma quasi si sentì sollevato che lei ancora si interessasse di lui. 

«Me l'ha detto Ginny, dice che il professore di pozioni ti vuole mettere alle strette. È così?» domandò cercando di mantenere la calma mentre lui si avvicinava fino a lasciare qualche misero centimetro tra di loro. La differenza d'altezza era palese tanto che Hermione si sentì in soggezione ma non poteva abbassare lo sguardo, era il suo nobile spirito di Grifondoro a richiederlo, e sopratutto si ritrovò a dover combattere con la voglia di sistemargli i capelli caduti davanti ai suoi occhi azzurri.

«È un Serpeverde, trova il più debole e lo tortura, ma cambierà preda quando capirà che non sono idiota come sperava. Mi odia solo perché non sono stato fedele.» risponde con voce fredda anche se i suoi occhi trasmettevano altro. Se solo fosse stato un sogno si sarebbero già stesi sul letto e concessi una sessione di baci per riprendere queste due settimane trascorse separati, ma questa era la realtà e l'unica cosa che potevano fare era guardarsi e sperare che l'orgoglio abbandonasse uno dei due. «Se solo potessero mi toglierebbero il marchio procurandomi ancora più dolore di quando mi è stato fatto.»

«Hai fatto la scelta giusta.» disse quasi ipnotizzata dalla sua voce calma e dai suoi occhi ancora più belli di quello che ricordava. Si era mai sentita così stupida in presenza di un ragazzo? Di certo non era la prima volta che si intratteneva con un ragazzo, c'era stato Ron e anche Viktor che era estremamente fisico nella loro precedente relazione, perchè con lui era diverso?

«Solo perché tu pensi sia giusta non significa che sia così. Ho perso tutto, a me non sembra giusto.» concluse sorpassandola di nuovo per tornare ai suoi libri oppure non avrebbe mai terminato quella stupida ricerca, o meglio l'avrebbe baciata seduta stante mandando all'aria tutti i suoi studi. 

«Da quando fai una cosa che ti chiedo?»

«Perché è giusto così.»

«A me non sembra giusto.»

Rimase immobile a quelle parole, ferma al centro della stanza con lo sguardo fisso sul letto del ragazzo: le lenzuola erano perfettamente sistemate dello stesso identico colore che aveva sognato e non riuscì a trattenersi nel toccare e si stupì quando le trovò uguali.
Come poteva saperlo?

«Se vuoi dormire su delle coperte costose dovrai comprartele, Sanguesporco.» ecco cos'era diverso in quel momento, solo lui. Il suo atteggiamento da idiota e menefreghista era la sola cosa che stonava dai suoi sogni e preferiva mille volte sognarlo che viverlo nella realtà. «Adesso dovrò lavarle!» sbottò quando Hermione per dispetto si mise seduta sul letto, ridendo al suo commento, sapeva che ormai il suo pedigree non interessava più e che lo diceva solo per farla arrabbiare. 

«Che stanchezza!» commentò ironicamente Hermione portando la schiena all'indietro e sentì Malfoy portarsi una mano sulla fronte esasperato. Si sistemò sul letto - quasi familiare - e portò la testa contro il cuscino ridendo mentre lui sbuffava e le chiedeva di alzarsi porgendole la mano.

«Granger, alzati.» ripete Malfoy insistente mentre la guarda rotolarsi tra le sue coperte. Nascondeva la voglia di stendersi con lei al disgusto del suo sangue. «Mezzosangue smettila, sembri una bambina capricciosa.» continua guardandola mentre saltellava sul letto, anche se in realtà si tratteneva dal ridere.

«Chiedimi scusa per come mi hai trattato in biblioteca o ti rompo il cuscino.» lo minacciò stringendo il cuscino tra le sue braccia, ispirando il suo profumo di fresco e pulito. Anche questo, come faceva a sapere del suo profumo? «Giuro che lo faccio.» continuò puntando la bacchetta contro.

«Io devo chiedere scusa? Dovrai passare sul mio ricco e morto corpo! Non mi hai nemmeno ringraziato per aver spezzato un incantesimo che tu, secchiona, non sei riuscita a capire!» ribatte Malfoy cercando di afferrarla ma era troppo lontana - oppure la situazione lo divertiva fin troppo per provarci davvero - e si ritrovò a temere veramente verso il suo cuscino preferito.

«Il tuo cuscino ha i secondi contati o mi chiedi scusa o diventerà un mucchietto di polvere.» riprese Hermione più giocosa mentre saltellava su quel letto dove aveva fatto cose che pensava impossibili.

Lo sguardo sopraffatto e stupito di Draco le stava dando la forza di fare tutto ciò. Le sue mani le avevano fatto capire come fare e lui era convinto che si sarebbe fermata, mai avrebbe pensato che le sue labbra potessero arrivare lì, dove ne aveva un disperato bisogno. Draco tenne entrambe le mani ben strette sulle coperte e gli occhi semi aperti per il piacere.
Imbarazzata e con voce sussurrata aveva chiesto se andava bene, se stava sbagliando qualcosa e lui si ritrovò a scuotere la testa come un quindicenne in balia degli ormoni.

«Sei perfetta, piccola.» le aveva sussurrato con poca voce mentre gli regalava il piacere più grande che potesse provare. Era convinto che non avrebbe potuto cancellare questo momento dalla sua mente per un bel po'.

«Mezzosangue scendi!» sbottò afferrando il suo braccio tirandola verso di lui, stanco della situazione. Non avrebbe chiesto scusa, mai. «Maledetta Sanguesporco, ti uccido.» continuò quando fu colpito dal suo cuscino sulla testa. La strattonò facendola cadere sulle ginocchia sul letto e lanciò il cuscino lontano dalla sua presa. «Volevo che tu mi aiutassi con questa merda della ricerca non che mi distruggessi la stanza!»

«Scusa.» disse scossa trovandosi tra le sue braccia a pochi centimetri dalle labbra che tanto desiderava. La voglia di avvicinarsi era logorante, il desiderio di rimanere stretta tra le sue braccia era enorme, tanto da mostrarsi debole e  farglielo capire avvicinandosi al suo petto. «Ti posso aiutare con la ricerca.» ammise cercando di smorzare l'imbarazzo quando i loro nasi si sfiorarono. Forse passarono minuti, ma nessuno dei due se ne rese conto. Gli occhi della ragazza correvano veloci sul viso del biondo, quasi incantata mentre non capiva se anche lui ricordasse i suoi ogni. Intanto Draco mantenne la sua espressione fredda mentre teneva gli occhi fissi su quelli della mora, tenendole il polso per farla stare ferma. L'orgoglio l'avrebbe ucciso, ma non poteva cedere mentre i ricordi erano vivi nella sua mente. 

«Ti piace il mio naso, per caso?» domandò ironica Hermione quando Malfoy le lasciò l'ennesimo bacio sulla punta. Stesi sul letto del serpeverde avevano lasciato le loro maschere altrove, consapevoli che non sarebbero servite. Era la prima volta che si incontravano di pomeriggio, lui l'aveva vista correre verso il suo dormitorio con dei libri tra le braccia, mentre quell'idiota di San Potter si chiedeva cosa avesse, senza però avere il coraggio di alzarsi dalla sua sedia ed andare a chiederle cosa non andasse. Lasciò Blaise con una stupida scusa e si ritirò nella sua stanza, sperando di poterla trovare, e così fu. L'aveva ritrovata seduta sulla panchina del cortile, per la prima volta illuminata dalla luce del sole. Subito l'aveva presa per mano e trascinata per la scuola vuota, portandola nella sua camera per godersi la tranquillità. 

«Mi piace la faccia che fai quando ti bacio il naso.» ammise sottovoce tornando a baciare il suo collo mentre le stringeva la stoffa della camicia tra le mani. Hermione sorrise e continuò ad accarezzargli i capelli, le piaceva quando si dedicavano alle carezza senza doppi fini, soprattutto in quel momento che era particolarmente nervosa verso i suoi amici. Stranamente, in quel momento, l'unico a preoccuparsi era Draco Malfoy. 

«Bene.» disse allontanandosi di scatto dalla ragazza, lasciandole il polso prima che i ricordi prendessero il sopravvento, prima che la sua maschera cascasse.

Amantes amentes; Dramione. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora