36. Verità. pt.2

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CAPITOLO XXXVI

Note: sul mio profilo trovate una nuova storia Dramione. Questa è completamente nuova, l'ho scritta in questi due mesi. Passateci se volete!

«Quindi non c'era niente oltre te e le ombre?» domandò di nuovo Draco accarezzandole i capelli. Erano tornati sani e salvi ad Hogwarts, la professoressa si era congratulata con lui mentre Harry, Ron e Ginny si erano letteralmente catapultati sulla ragazza che crollò tra le loro braccia. Dopo aver salutato tutti tra lacrime e sorrisi si era ritirata con l'unica persona che desiderava vedere per il resto della sua vita, ne era assolutamente sicura. L'aveva retta come una bambola sotto la doccia per eliminare ogni tipo di ricordo di quella foresta, l'aveva tenuta stretta a se senza alcuna malizia.

Ora si trovavano sul letto, stretti ancora una volta l'uno nelle braccia dell'altro come era giusto. La parte più dolce di Draco era appena salita a galla, la stringeva come se potesse spezzarsi sotto le sue mani ed anche se non lo lasciava vedere e si mostrava forte, sarebbe scoppiata a piangere al minimo ostacolo e lo sapevano bene entrambi.

«C'erano solo le ombre, dei suoni. Faceva freddo, ma non c'era qualche mia paura terribile, o forse la mia paura più grande è rimanere sola? Non lo so.» rispose la ragazza approfittando della dolcezza del suo ragazzo per riprendere il calore che tanto le era mancato.

«Allora credo di sapere chi sono i due stronzi che hanno fatto questo meraviglioso incantesimo inutile.» ammette il ragazzo cercando di scivolare via dalla presa della ragazza per recuperare la bacchetta ed avvisare Harry Potter. Quasi rise di se stesso, Draco Malfoy aiutato da Harry Potter.

«Dove credi di andare, furetto?» chiese la ragazza stringendo le mani dietro la sua schiena così da non lasciargli via libera per fuggire. «Giuro entro due minuti se non stai fermo mi metto ad urlare, dormi.»

«Devo avvisare che i due mangiamorte che cerchiamo sono due estremi coglioni. Sono gli stessi che mi hanno insegnato, in un modo estremamente alternativo, quell'incantesimo che ho fatto a te. Ti avevo raccontato che l'incantesimo che avevano fatto a me non funzionava alla perfezione come il mio, mio padre si fidava di quei due.» spiega il ragazzo facendo annuire Hermione che però rimaneva irremovibile.

«Non adesso, okay? Solo queste poche ore, poi domani mattina correremo da Harry. Quindi smettila di muoverti.» ripete la ragazza alzando di nuovo le coperte sui loro corpi. Il ragazzo decise di arrendersi al volere della sua ragazza e si stese comodamente affianco a lei, spegnendo la luce con un incantesimo. «Mi sei mancato.» ammise Hermione dopo interi minuti di silenzio e Draco la guardò nel buio.

«Mi sei mancata anche tu.» disse in un sussurro, rinchiuso tra le mura della sua stanza, sotto l'ammasso di coperte, forse poteva ammetterglielo.

«Mi hai allontanata come una bambina, mi hai chiamata di nuovo Sanguesporco.» continuò la ragazza alzando lo sguardo verso di lui. Anche nel buio poteva vedere il colore dei suoi occhi che tanto amava. Un immensa distesa d'acqua calma, solo con lei, diversamente sarebbe stata un mare in tempesta.

«Non potevi seguirmi, era una cosa solo mia e di mio padre.» spiegò il ragazzo asciugando le piccole lacrime che cadevano dagli occhi della ragazza. «Mi dispiace, va bene?»

«Non possiamo fare questo, Draco. Non puoi allontanarmi ad ogni minimo pericolo!» sbotta la ragazza allontanandosi dalle sue braccia. «E soprattutto non puoi chiamarmi Sanguesporco ogni volta che ti incazzi!»

«Minimo pericolo? Stavi per morire! Se solo fosse venuto il gran salvatore di Harry Potter saresti ancora in quella stupida foresta! Io conoscevo l'incantesimo ecco perché ora sei qui con me.» disse il ragazzo cercando di tirarla tra le sue braccia ma la ragazza lo allontanò con una spinta ancora una volta. «Smettila di allontanarti, Mezzosangue.»

«Sei tu il primo ad allontanarmi, Malfoy!» urla crollando tra le sue braccia. La corazza che tanto si era costruita era appena caduta tra le braccia di un infima serpe. «Sei un grande stronzo e ti odio.»

«Ti amo anche io, Hermione.» sussurrò il ragazzo accarezzando i capelli della sua bellissima Mezzosangue. L'aveva ammesso di nuovo, anche se in un sussurro l'aveva detto. «sfortunatamente.»

«Non è vero, stai solo giocando con i miei sentimenti altrimenti non mi avresti allontanata e chiamata in quel modo!» sbottò di nuovo la mora, tra i sussulti delle lacrime che il biondo non riusciva a fermare.

«Sapevo che ti avrebbe dato fastidio, per questo l'ho detto. Speravo ti dimenticassi di me e che soffrissi di meno.» spiegò Malfoy accarezzandogli i capelli con una mano e con l'altra cercava di asciugarle le lacrime.

«Sei un grandissimo stronzo!» urlò la ragazza incrociando le braccia al petto.

«Ti ho chiesto scusa e ti chiedi scusa ancora una volta.» disse il ragazzo continuando a stringere la mora tra le sue braccia.

«Il grande Malfoy che chiede scusa.» dice ironica la ragazza asciugando le lacrime sulle guance. Se fosse stato un altro momento ed un'altra persona si sarebbe vergognata a morte, invece in quel momento la vergogna aveva abbandonato il suo corpo. Era Draco, era solo lui. Il biondo intanto continuava ad accarezzarle la schiena nuda e baciarle la fronte, ascoltandola con attenzione.

«Okay, come vogliamo mettere fine a questa storia? Vuoi darmi un pugno?» chiese Malfoy accendendo di nuovo la luce quando la ragazza si rifiutò ancora una volta di abbracciarlo. «Forza su, dammi un pugno.»

«Stai facendo sul serio?» chiese Hermione mentre lo guardava confusa.

«Si, mi senti? Dammi un pugno, Mezzosangue.» insiste il biondo, sbuffando. «Hai capito?»

«Certo che capisco, di solito sento sempre uscire dalla tua bocca la parola colpiscimi quanto parli.» rispose la ragazza facendo alzare gli occhi al cielo al biondo. «Dai spegni la luce e dormiamo.» continua tornando finalmente sul petto del ragazzo.

«Non voglio che continuiamo a litigare per questo. Ogni decisione che prendo è per te, lo faccio solo per te.» ammise spegnendo la luce e tornò a stringerla, infilando le mani sotto il nuovo maglione che la ragazza aveva rubato dal suo armadio dato che il precedente era ormai da buttare.

Amantes amentes; Dramione. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora