Capitolo 2

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Mi misi in piedi e correndo goffamente nell'acqua cercai di raggiungere il mio ragazzo per una bella vendetta. Rise talmente forte che non si rese conto che, ormai ero giunta fin dietro di lui, per poterlo spingere dalla schiena e farlo cadere in acqua. Così feci e lui non se l'aspettó minimamente. A quel punto cominciai a ridere talmente a crepapelle che cominciò a farmi male la pancia. Tornò a galla e mi guardó fintamente arrabbiato.

-"E così osi vendicarti, eh?"- chiese mentre si avvicinava a me con un sorriso. Smisi di ridere e gli feci una linguaccia.

-"Proprio così, non hai detto tu che l'acqua non è fredda?"- domandai ironica ridendo un po'.

-"Infatti non lo è. Prova"- furono le ultime parole che riuscii ad udire perché enormi schizzi d'acqua cominciarono ad assalirmi. Mi coprii il volto cercando di difendermi in vano.

-"Sei uno stronzo"- gridai per farmi sentire. Dopo un tempo indeterminato smise di lanciarmi acqua addosso ed io finalmente riuscii a liberarmi dalla sua trappola. Provai a godermi con relax quel bagno e mi feci una nuotata. Feci immersione aprendo gli occhi sott'acqua e guardai qualche pesciolino nuotare qua e là. Tornai a galla e mi voltai per cercare  Niccolò. Non era molto distante da me, ma si avvicinò e mi sorrise teneramente.

-"Mi abbracci?"- chiese facendo gli occhi dolci ed il labbruccio. Come avrei potuto rifiutare? Sorrisi e avvolsi le mie braccia attorno al suo collo. Lui poggió le mani sui miei fianchi e mi baciò la spalla.

-"Sei un bimbo cattivo"- ci scherzai su facendolo ridere. Mi strinse forte mentre l'acqua ci circondava completamente.

**
Passammo un'intera giornata al mare e quando fummo stanchi ci mettemmo in auto e sulla via di ritorno. Salutammo in nostri amici e tornammo a casa.

-"Vieni da me oggi?"- domandai a Niccolò mentre guidava concentrato sulla strada. Annuì mentre io fissavo il suo corpo. Si era abbronzato così tanto che io a confronto sembravo un'aragosta appena pescata dal mare.
Mia madre quella sera non ci sarebbe stata per motivi lavorativi, e quindi voleva assicurarsi che non stessi a casa da sola. No che non fossi abituata a star da sola, ma preferiva che rimanessi con qualcuno in modo che stesse più tranquilla sul posto di lavoro. Lui guidó fino sotto casa sua e fermó l'auto.

-"Devo prendere dei vestiti se voglio  restare da te"- mi informò mentre io lo guardavo confusa.

-"Ah va bene ti aspetto qui"- dissi mentre lui scendeva dalla macchina e si incamminava verso casa sua. Guardai la sua figura da lontano e sorrisi leggermente. Il cellulare però mi riportò alla realtà e lo presi subito. Appena notai che fosse Rosaria a chiamarmi risposi subito.

-"Hey ciccia! Come te la passi?"- mi domandò dopo aver risposto. Aveva lo stesso tono di voce di una persona stanca e stressata, ma allo stesso tempo soddisfatta del proprio lavoro.

-"Molto bene, Rosà. A te come va?"- chiesi amichevolmente e sorridendo. Io e la bionda non ci vedevamo quasi mai a causa del fatto che fosse impegnata al bar, ma la maggior parte delle volte mi telefonava per sentirmi.

-"Ho appena smontato da lavoro e sono abbastanza stanca, ma sto bene"- mi informò contenta.

-"Sei ansiosa per l'accademia?"- mi dimandó in seguito. Sospirai felice e chiusi gli occhi.

-"Molto e non vedo l'ora di frequentarla"-

-"Dai che sarai il massimo!"- esclamò entusiasta.

-"Grazie del supporto, Rosà"- la ringraziai.

-"E di che! Tranquilla"- mi voltai verso il finestrino e notai la figura di Niccolò che si stava avvicinando verso l'auto.

-"Ora devo proprio lasciarti, ci sentiamo presto. Buona fortuna per tutto"- la salutai dandole un bacio volante.

La Mia Àncora 2⚓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora