Capitolo 20

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In poco tempo uscimmo dal locale e mi portai Niccolò mano a mano per fare in modo che non lo perdessi tra la folla. Poco più lontano da noi, notai i fanali accesi dell'auto di Vanessa, ed alzai il passo per raggiungerla il prima possibile. Le gambe cominciarono a farsi deboli e la stanchezza a farsi sentire. Avevo un sonno tremendo e non vedevo l'ora di chiudere gli occhi. Inoltre, come se non bastasse, la pancia cominciò a farmi un po' male e dovetti subito sedermi in macchina. Raggiungemmo l'autovettura e feci entrare Niccolò ai sedili posteriori, per poi poterlo accompagnare.

-"Accidenti che sfacchinata.."- commentai dopo aver chiuso la portiera sotto lo sguardo divertito di Vanessa. Intanto Niccolò si avvicinò a strinse una mia mano tra la sua. Lo guardai in volto e notai il suo meraviglioso sorriso tra il buio della notte.

-"Ci credo. Sono le tre di notte e se non fosse stato per quel caffè, probabilmente mi avresti trovato dormiente direttamente qui dentro"- ci scherzó su la bionda facendo retromarcia. Tornai a guardarla e sospirai sollevata. Tutti gli sforzi e la stanchezza avevano ripagato: avevo Niccolò accanto a me in quel momento.

-"Fortuna che io non l'ho bevuto. La pancia mi fa già male"- mi lamentai assumendo un'espressione contratta dal dolore. A quella mia affermazione sentii una mano poggiarsi sul mio ventre, gonfio, per poi accarezzarlo lentamente. Rivolsi il mio sguardo a Niccolò e sorrisi non appena mi resi conto che fosse abbastanza lucido per riuscire a capire cosa stesse succedendo.

-"Vedo che non ha dimenticato di aspettare un figlio"- commentó Vanessa con un sorriso e spiando la scena dallo specchietto retrovisore.

-"Non fare la stupida, Vané"- borbottai rotando gli occhi al cielo.

-"Dai era solo un modo per sdrammatizzare!"- pagnucoló la bionda fermandosi di fronte un semaforo.

-"Qualunque siano le mie condizioni non dimenticherò mai ne mio figlio e ne la donna che gli farà da madre"- disse improvvisamente Niccolò facendo rimanere me e Vanessa di stucco. Poggiai una mano sulla sua e sorrisi sincera da quella sua affermazione. In auto non si proferì più alcuna parola ed io e Niccolò non facevamo altro che lanciarci occhiate e continui sorrisi.

Sei così bello..

Pensai dopo aver osservato con cura tutte le sue caratteristiche. Nonostante avesse alzato il gomito era sempre dotato di una grande bellezza e sembrava, forse al mio occhio, un po' più sexy. Possedeva quelle labbra rosse e cernose che mi istigavano continuamente ad esserne dipendente e quegli occhi, che anche un po' lucidi, riflettevano tutta la loro fragilità e le emozioni del moro. Erano così profondi e pieni di significato che non smettevo mai di scoprire nuove caratteristiche di essi. A riportarci alla realtà fu Vanessa che, dopo aver fermato l'auto, ci informò di essere arrivati sotto casa di Niccolò.

-"Grazie per tutto Vane, non smetterò mai di ringraziarti. Ti devo un favore enorme"- continuai a ringraziare la bionda mentre scendevo dalla sua macchina. Lei mi fece l'occhiolino e, dopo che fummo scesi da essa, andò via a tutta velocità per tornare al mio appartamento. Presi Niccolò sotto un braccio e lo portai con me verso casa sua.

-"Dove siamo?"- domandò facendomi sorridere divertita.

-"Sei davvero brillo allora"- constatai dopo essermi accorta che non fosse capace nemmeno di riconoscere casa sua. Giungemmo davanti la porta del suo appartamento e cominciai a tastare sulle tasche dei suoi jeans scuri, per trovare le chiavi di casa.

-"Che fai?"- domandò curioso e ridacchiando.

-"Cerco le chiavi, no?"- chiesi ovvia andando poi a tastare le tasche posteriori.

-"Non è che cerchi altro?"- disse con tono malizioso.

-"Posso dire che hai un culo meraviglioso, ma sei un idiota"- commentai dopo aver, quasi palpeggiato il suo fondoschiena, per trovare quelle benedette chiavi. Lui scoppiò in un risata mentre le infilavo nella serratura. Entrai in casa, seguita da lui, e chiusi la porta dopo essermi tolta le scarpe. Lo accompagnai verso la sua stanza e lo feci sedere sul letto dopo aver spento le luci, da lui accese senza alcun motivo precedentemente. Mi avvicinai a lui e cominciai a sbottonare lentamente la sua camicia bianca.

La Mia Àncora 2⚓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora