Capitolo 7

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Durante la dormiveglia sentii la macchina fermarsi improvvisamente e la mia portiera aprirsi. Provai la sensazione di due braccia che mi avvolgevano il corpo e che mi sollevavano a mo' di sposa. Sorrisi teneramente quando mi avvicinai al petto di Niccolò e sentii il suo profumo, tenendo ancora gli occhi chiusi. Gli misi un braccio dietro il collo e lo strinsi a me mentre stampai un bacio sulla sua guancia sinistra.

-"Ah allora sei sveglia"- disse ridacchiando nel frattempo che saliva quelle che dovevano essere le scale del mio condominio.

-"Si.."- sussurrai aprendo lentamente gli occhi. Guardai Niccolò dal basso e sorrisi per la sua tenerezza. Negli occhi gli si leggeva l'enorme preoccupazione che nutriva minuto dopo minuto e ciò mi fece sentire anche un po' in colpa. Non volevo che stesse in pensiero per me, ma perfino io non avevo idea di cosa mi fosse accaduto. Avevo bevuto a malapena due drink e, nonostante reggessi bene l'alcool, mi sentivo di averne bevuti una ventina. Dopo aver rigurgitato, però, mi sentivo leggermente più leggera ma non abbastanza da farmi stare meglio.

-"È notte fonda. Hai le chiavi di casa?"- mi domandò dopo esser arrivato di fronte la porta di casa mia. Evidentemente non voleva svegliare mia madre che a quell'ora ormai dormiva.

-"Si, sono nella borsa"- lo informai porgendogli l'oggetto dopo averle sfilate dalla borsa. Lui prese la chiave e la fece girare nella serratura. Facendo più silenzio possibile varcó il corridoio, dopo aver chiuso la porta, e si diresse verso la mia stanza. Mi poggió sul letto e si sedette accanto a me.

-"Come ti senti, Aurora?"- mi domandò ancora preoccupato mentre io tenevo due dita sulle tempie. La testa mi scoppiava e la mia pancia continuava a ribellarsi.

-"Meglio.."- mentii mentre cercavo di sfilarmi via le scarpe. Le feci cadere per terra e mi voltai dall'altro lato tenendo le mani sulla pancia.

-"Non è vero, tu non stai bene"- affermò dopo avermi raggiunto dal lato in cui mi ero voltata. Si stese accanto a me e prese ad accarezzare il punto in cui mi faceva più male. Le sue mani sul mio addome sembrarono calmare magicamente quel dolore e sospirai sollevata.

-"Ma come fai?"- chiesi con un sorriso poco dopo. Lui mi guardó confuso mentre alzava la testa per guardarmi.

-"A far che?"-

-"Stai calmando il dolore"- sussurrai per non farmi sentire da mia madre che dormiva profondamente. Lui fece un sorriso, capace per fino da togliermi il fiato, e continuó con il suo lavoro.

-"Davvero?"- chiese sorpreso.

-"Si"- risposi mentre poggiavo una mano sulla sua guancia. Accarezzai la sua pelle fissando intensamente i suoi occhi. Il silenzio della notte riempiva le pareti della mia stanza e gli unici rumori che si potevano udire erano quelli dei nostri respiri. Girò di poco il volto e schioccó un bacio veloce sulla superficie della mia mano.

-"Rimani con me?"- domandai a bassa voce dopo essere riuscita a riprendermi un po'.

-"C'è bisogno anche di chiederlo?"- ironizzó mentre si sfilava le scarpe e la camicia nera di dosso. Subito dopo mi affiancó ed io mi alzai lentamente per poter riuscire a sfilarmi il vestito. Per fortuna non ci riuscii con molta fatica e, rimanendo solo in biancheria intima, mi intrufolai sotto le coperte accanto al moro. Cercai rifugio tra le sue braccia e lui mi accolse tra di esse baciandomi la fronte. Lo strinsi a me e respirai il suo profumo così forte che, anche se avessi voluto, non sarei riuscita a dimenticare.

-"Buonanotte"- dissi a bassa voce contro il suo petto.

-"Notte, piccola"- furono le nostre ultime parole prima di cadere insieme in un sonno profondo.

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