Capitolo 27

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I mesi continuavano a passare imperterriti e la mia vita proseguiva uno schifo. Dopo quell'ultimo episodio a casa mia Niccolò non si era fatto per niente sentire. Alle ultime visite ginecologiche avevo partecipato da sola oppure con Vanessa o Riccardo. Non mi chiamava, non mi cercava, non mi messaggiava. Durante quei mesi solo una volta avevo provato a chiamarlo, ma lui non mi aveva risposto. Da quel giorno capii che non volesse saperne più niente di me, così le mie giornate andarono a scemare. Mia madre, ormai era a conoscenza di tutto quel trambusto e continuava a vivere con la costante paura che io potessi crescere un figlio senza il proprio padre. Io, ormai, non avevo più idea di cosa dovermi aspettare. Se tempo prima ero convinta che Niccolò fosse rimasto al mio fianco e a quello del bambino, purtroppo non lo ero più. Avevo perso la voglia di credere nella gente e la voglia di pensare in positivo. Con Niccolò vicino avevo imparato a guardare le cose sempre in una maniera diversa da come erano realmente, come se riuscissi a scorgere un barlume di speranza anche nelle situazioni più brutte. Mentre, dopo ciò che era avvenuto tra di noi avevo smesso di guardare il mondo in un'altro modo, ma solo nel modo in cui lo era davvero. Mi aggrappavo solo alla realtà spegnendo ogni tipo di felicità. Nonostante tutto, mi rimboccai le maniche e continuai a vivere la mia vita. Proseguii il mio percorso per l'accademia e la mia gravidanza. Ormai ero quasi agli sgoccioli e a breve avrei dovuto partorire. Il pancione era diventato enorme e facevo una fatica immensa a causa del peso. Vanessa ogni mattina, per questo motivo, veniva a prendermi con l'auto da casa per potermi portare in accademia. Io continuavo a ringraziarla all'infinito per tutto l'aiuto sia emotivo che fisico che mi stava porgendo. Era un'amica d'oro. Giacomo, intanto, continuava a gironzolarmi attorno e cercava di avvicinarsi sempre di più a me. Io, tuttavia, lo allontanavo e gli rispondevo male ogni qual volta che fossi di pessimo umore, praticamente tutti i giorni. Niccolò mi mancava da morire e non riuscivo nemmeno a pensare di riuscire a guardare qualcun'altro che non fosse lui. Sentivo la tremenda mancanza dei suoi occhi e della sua voce. Mi mancava da morire il suo sorriso e le sue meravigliose parole. Mi mancavano i suoi abbracci ed i suoi baci. Mi sentivo pessima e persa senza di lui. La maggior parte delle sere mi mettevo a letto e le passavo piangendo ripensando ai momenti in cui quelle lenzuola erano calde solo grazie al fatto che lui fosse con me. Mi svegliavo e mi dirigevo in cucina per preparare un solo caffè, per me, ricordandomi i momenti in cui l'avevo preparato anche per lui. Giravo per le strade di Roma, le stesse fatte con Niccolò, e alla mente mi ritornavano tutti i meravigliosi momenti passati con quel ragazzo. Avevamo vissuto tanto tempo insieme ed era bastato un nonnulla per cancellare tutto il resto. Mi sentivo come un navigatore senza un faro. Mi sentivo come un'ape senza il suo fiore. Mi sentivo come una nave senza la sua àncora.

-"Io prendo questa brioches al gusto cioccolato, ripieno di cioccolato e interamente ricoperta di cioccolato"- disse Francesca mentre puntava un dito su una vetrina di una pasticceria.

-"Ti mantieni sul leggero"- constató Stefano facendo ridere tutti noi. Lei si voltó verso di lui e lo fulminó con lo sguardo.

-"Cosa c'è? Non posso mangiare?"- domandò alzando un sopracciglio e guardando il suo, ormai, fidanzato.

-"No, però sono troppe calorie e magari poi ti lamenti se non ti entra una gonna"- disse alzando le spalle.

-"Stai dicendo che sono grassa?!"- chiese con rabbia la rossa e facendo sussultare Stefano. Io guardai Riccardo negli occhi e cercai di non scoppiare a ridere.

-"No amor"- cominciò a dire il ragazzo capendo di aver completamente sbagliato nel parlare. Lei non gli permise di terminare la frase e parlò.

-"Non la voglio più"- si limitò a dire per poi prendere Vanessa sotto braccio e portarsela via da qualche parte. Le seguii con lo sguardo e vidi che andarono a sedersi ad un tavolo un po' distante dalle vetrine. Ridacchiai mentre Alessio poggiava una mano sulla spalla di Stefano.

La Mia Àncora 2⚓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora