Capitolo 6

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Era passato ormai un mese da quando avevo iniziato a frequentare l'accademia. Con Vanessa avevo stretto un forte rapporto d'amicizia mentre con Giacomo per niente. Ogni tanto mi ronzava attorno come una zanzara fastidiosa, ma io cercavo in tutti i modi di far finta di niente. Non avevo alcuna intenzione di fermarmi a parlare con lui ma avevo solo voglia di prendere le distanze. Non riuscivo a capire cosa volesse da me. Dopo due anni di relazione terminata era come se volesse tornare al momento in cui ci stavamo conoscendo. Come quando mi sorrideva addolcito o mi guardava con gli occhi innamorati. Ma con me tutto ciò non succedeva. Io lo guardavo solo con disprezzo ed ogni qual volta che parlavo con lui mi sentivo agitata. Non riusciva ancora a passarmi del tutto quella paura di soffrire di nuovo solo guardandolo negli occhi. Per fortuna avevo con me Niccolò che, anche ignaro di tutto, inconsapevolmente mi aiutava mentalmente e mi dava la forza di tornare in accademia sempre col sorriso. Lui era quel tipo di persona che mi faceva credere ai sogni nonostante le circostanze. A Niccolò dovevo tutto, ma nello stesso momento temevo di raccontargli di Giacomo. Avevo paura che si arrabbiasse talmente tanto da venir nella mia stessa accademia e far fuori il biondo. Non che mi importasse della salute di quell'essere ma più che altro non potevo permettere che il mio ragazzo si andasse ad inserire in certe situazioni. A lui ci tenevo tanto e preferivo tenerlo a bada e soprattutto tranquillo senza farlo preoccupare.
Dovevano essere le nove di sera inoltrate quando mi trovai ancora a casa mia per prepararmi. Quella sera di ottobre veniva festeggiato il ventiduesimo compleanno di Francesca ed ella aveva organizzato una mega festa in uno di quei soliti locali in cui si ballava. Per l'occasione indossai un vestito color verde bottiglia, che non superava le ginocchia, e che dietro aveva un'enorme scollatura che mi lasciava l'intera schiena scoperta. Dato che faceva caldo raccolsi i capelli in un ordinato chignon ed eseguii un trucco che riprendesse il colore dell'abito. Passai per l'ultima volta il mascara sulle ciglia quando suonò il campanello di casa.

-"Mamma vai tu ad aprire la porta, sarà Niccolò!"- urlai dall'altra stanza per farmi sentire da mia madre. Da lei non ricevetti alcuna risposta ma immaginai che mi avesse ascoltato. Mi sedetti sul letto e presi i miei tacchi per indossarli. Infilai la scarpa argentata al piede destro e ne chiusi il cinturino. Afferrai la seconda scarpa dal pavimento per indossarla, ma Niccolò fece il suo ingresso in stanza e mi deconcentró.

-"Hey amore"- lo salutai senza guardarlo per poter indossare il tacco. Eseguii la mia azione e poi mi alzai per voltarmi verso di lui. Rimasi a bocca aperta quando lo notai. Indossava una camicia nera con i primi bottoni sbottonati, lasciando intravedere i suoi tatuaggi, ed un pantalone del medesimo colore. Vestiva in modo semplice ma per me era uno spettacolo per gli occhi.

-"Ciao anche a te, piccola"- sorrise mentre mi avvicinavo a lui. Con i tacchi riuscivo ad arrivare fino alla sua altezza e ciò mi permetteva di poterlo guardare negli occhi direttamente. Mi prese dai fianchi e mi portò più vicino a lui. Mi strinse al suo corpo e continuó a sorridere sincero.

-"Meravigliosa sei stasera"- si complimentó.

-"Vedessi te"- commentai sorridendo mentre gli sistemavo il colletto della camicia. Si morse il labbro inferiore ed io notai subito quel gesto. Alzai un sopracciglio e lo guardai curiosa. Si avvicinò a me e mi baciò. Morse leggermente il mio labbro inferiore e poi si spostò sul mio collo cominciando a lasciare piccoli baci umidi.

-"Sarà meglio che andiamo prima che perda il controllo"- sussurrò sul mio collo. Chiusi gli occhi ed annuii col fiato già corto.

-"Comunque hai un buon profumo"- disse una volta essersi staccato da me. Sorrisi imbarazzata e poi insieme uscimmo di casa.

**
Non appena giungemmo sul posto scesi dall'auto e mi incamminai per il locale. Insieme a Niccolò raggiunsi l'entrata dove notai alcuni dei nostri amici fuori ad aspettare. Lì c'erano Riccardo, Stefano, Rosaria e perfino Vanessa, che nell'ultimo periodo aveva fatto amicizia con tutti loro. Mi avvicinai a loro e li salutai uno per uno con gentilezza.

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