Capitolo 11

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A quell'affermazione Niccolò mi fece rientrare in casa e mi fece sedere sul divano. Mi affiancó ed aspettò che parlassi con ansia. A lui non avevo mai raccontato di quell'essere e sperai che facendo così riuscisse a capire del perché gli avevo mentito. Mi guardava con occhi indagatori mentre la sua espressione era sempre quella di una persona con un enorme travaglio interiore.

-"Il suo nome è Giacomo Montanari. Io e lui ci siamo conosciuti durante gli anni delle superiori e siamo rimasti insieme per circa due anni. Io lo amavo da morire e mi illudevo del fatto che anche lui ricambiasse il mio stesso identico sentimento. Probabilmente all'inizio era così ma poi le cose sono cambiate. Notavo in lui dei strani comportamenti ed atteggiamenti e non riuscivo a capire quale fosse il problema. Aveva ormai fatto la conoscenza di mia madre e si era del tutto integrato nella mia vita. I problemi però cominciarono quando notavo i suoi innumerevoli rifiuti e bidoni alle nostre uscite e quando lo vedevo continuamente attaccato al cellulare"- raccontai con il cuore in gola. Rivangare quel tipo di passato mi faceva particolarmente male e mi feriva nel orgoglio, ricostruitomi subito dopo averlo lasciato. Niccolò mi ascoltava attento e non spiccicava parola.

-"Un giorno però mi sono resa conto che qualcosa non andava. Così decisi di prendere il suo telefono mentre lui non c'era. Bastò un solo messaggio.. "- mi fermai di colpo a causa di un singhiozzo. Stavo nuovamente piangendo. La gravidanza giocava il suo ruolo ma anche i ricordi lo facevano. Mi sentivo colma solo di debolezze. Niccolò, improvvisamente, poggió una mano sulla mia, che subito mi fece tranquillizzare. Asciugai una lacrima e mi feci forza per continuare quel straziante racconto.

-"Era di una ragazza. Mi aveva tradita. Proprio come ha fatto mio padre con mia madre"- terminai di dire con un'espressione sul volto disgustata. Provavo per quella gente solo un forte e profondo senso di riluttanza e non riuscivo a pensare dove si fosse potuta spingere. Alzai la testa e guardai Niccolò che mi fissava con un un'espressione sul volto distrutta. Non riuscivo a vederlo lucidamente, a causa delle lacrime, mentre lui si avvicinò a me e, senza dire una parola, mi abbracció. Mi strinse forte a lui mentre io respiravo il suo meraviglioso profumo che mi faceva calmare tra i singhiozzi. Strinsi in un pugno la maglia di Niccolò mentre piangevo a dirotto. Ormai non riuscivo più a sentirmi serena. Da quando Giacomo aveva fatto nuovamente capolino nella mia vita non era più lo stesso. Avevo rischiato di discutere col mio ragazzo ed ero sempre e, costantemente, accompagnata dall'ansia. Niccolò mi accarezzò la testa e lasciò un tenero bacio tra i miei capelli. Lo strinsi ancora di più a me e chiesi a lui di stringermi ancora più forte. Volevo sentirmi protetta e al sicuro come solo lui mi faceva sentire.

-"Andrà tutto bene.."- sussurrò contro i miei capelli. Alzai lentamente il volto e lo guardai dritta negli occhi.

-"Ti sei tutto ciò che voglio. Mi dispiace averti mentito. Semplicemente avevo paura. Sono solo una codarda"- sussurrai dopo essermi calmata. Avevo smesso di piangere, però, ogni tanto sgorgava dai miei occhi una lacrima.

-"Non pensarci minimamente ad una cosa del genere. Io voglio solo farti capire che a me puoi dire tutto senza temere niente. Finché sei con me nessuno può farti del male. Questa è una promessa"- disse serio mentre accarezzava con due dita la mia guancia. Poggiai la mano sulla sua e la strinsi forte sorridendo leggermente. Lui era quel tipo di persona che ti tirava su senza averti fatto neanche cadere. Senza pensarci due volte portai i nostri visi vicini e feci incontrare le nostre labbra. Le baciai con profondità e passione mentre il sapore salato delle lacrime si intrometteva tra di esse. Poggió le mani sui miei fianchi e mi portò ancora più vicino a lui. Mi bació con lo stesso amore di sempre mentre io accarezzavo i suoi morbidissimi capelli castani. Sentivo di amarlo fin nel profondo e che non sarei riuscita più a passare una sola giornata senza di lui. Ogni volta ringraziavo il cielo per avermelo fatto incontrare e per essere riuscita ad essere la donna della sua vita. La stessa donna che lo avrebbe fatto diventare padre e la stessa donna che lui diceva di amare alla follia. Una serie di questi pensieri riempiva la mia mente mentre nella realtà lui non faceva altro che riempire, invece, di baci il mio collo. Tirai fuori un sospiro e mi rilassai completamente. Con lui tutto diventava più bello e afrodisiaco. Non riuscivo più a ragionare o a pensar lucidamente. Niccolò con la sua bellezza ed il suo amore mi coinvolgeva del tutto e mi rendeva una persona migliore. Si staccò da me e mi guardó negli occhi. Nelle sue iridi non viveva più la tristezza e la delusione di prima, ma solo affetto e desiderio. Lo baciai ancora e poi mi allontanai per evitare che la situazione degenerasse.

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