Ormai da noi erano giunti anche Stefano e Riccardo ed io aspettavo con ansia Niccolò. Mi mancava da morire e sperai che arrivasse presto da me, così che potessi stringerlo forte. Attesi un'altro po' di tempo e poi mi diressi verso il balcone per starmene un po' da sola. In soggiorno ed in cucina si era creato del caos, così io decisi di rilassare le orecchie per un po'. Nonostante il freddo, aprii la finestra della mia camera, ed uscii fuori per respirare un po' di aria fresca. Il vento freddo mi accarezzava il volto mentre dei piccolissimi fiocchi di neve iniziarono a scendere imperterriti sulla mia testa. Alzai lo sguardo e guardai il cielo tenendo il palmo della mano aperto in aria. Attesi che dei fiocchi andassero a posarsi su di essa e, non appena lo fecero, li strinsi piano in un pugno. Quasi pungenvano sulla superficie calda della mia mano. Chiusi gli occhi e sospirai. Subito dopo abbassai la testa e poggiai entrambe le mani sul mio ventre. Sorrisi al pensiero che lì dentro si stesse formando una creatura. Una, meravigliosa, creatura che a breve sarebbe uscita fuori riempiendo di felicità le vite di tutti noi.
-"Questo è il tuo primo natale, piccolo"- sussurrai come se potesse sentirmi. Una piccola lacrima scese dal mio occhio. Ero felice per quello che mi stava accadendo. Aspettare un bambino era la cosa più bella che potesse mai capitare. Ad un certo punto, però, la mia quiete terminó. Un paio di mani si posarono sulle mie, ancora poggiate sulla mia pancia, ed un fiato caldo mi riscaldó il collo.
-"Con chi parli?"- domandò una voce da me fin troppo conosciuta. Sorrisi felice e chiusi gli occhi rilassata. Era bello risentirlo e averlo con me.
-"Con il nostro bambino"- ammisi fregandomene del fatto che sarei potuta passare per pazza. Lui mi stampó un dolce bacio sulla guancia ed accarezzò il ventre.
-"Nel bel mezzo del freddo? Perché non torni dentro?"- chiese facendomi voltare. Notai i bellissimi particolari del volto di Niccolò e gli sorrisi. Il vento gelido gli muoveva i capelli mentre cercava di nascondersi il più possibile sotto il maglione, a causa del freddo. Sul mio volto spuntó un sorriso provocato da tutta quella tenerezza.
-"Per quanto io odi il freddo ho voluto estraniarmi un attimo per pensare. Inoltre sentivo un'insopportabile mancanza"- spiegai avvicinandomi a lui.
-"Scommetto la mia"- commentò sorridendo beffardo e soddisfatto. Ridacchiai un po' e, senza dire un'altra parola, mi avvinghiai a lui per baciarlo. Nonostante il gelo le sue labbra era così maledettamente calde che riuscirono a riscaldarmi tutto il corpo. Riuscì a riscaldare qualsiasi cosa, ma sopratutto il cuore. Intrecciai le dita con le sue e continuò a baciarmi intensamente senza mai staccare le sue labbra da me. Per me, ormai, erano diventate droga pura. Quel tipo di droga per cui si diventava indipendenti e che a malapena si riusciva a fare a meno. Successivamente entrambi rientrammo in casa e prendemmo posto di fronte la grande tavolata. Niccolò guardava tutto quel cibo con gli occhi innamorati facendomi quasi ridere. Era come un bimbo che non vedeva l'ora di divorare tutto ciò che gli capitasse sotto tiro. Infatti, in poco tempo iniziò a mangiare ed io lo accompagnai contenta ed affamata. Era davvero bello passare quel tempo con la gente da me amata. Vedere tutti loro contenti e felici attorno quel tavolo. Ridevano, scherzavano, sorridevano e mangiavano. Assistere a scene simili era davvero impagabile. Mi sentivo bene e nell'aria campava solo allegria e serenità. Il cenone duró meno del previsto ed immediatamente ci ritrovammo a giocar a carte. Sentivo aria di famiglia e tutto ciò mi riempiva il petto d'orgoglio. Ero riuscita, insieme all'amore e all'amicizia, a creare tutto quello che stavamo vivendo in quel momento. Non c'era cosa più bella che vedere i propri amici e la propria famiglia sorridenti.
-"Fanculo!"- dissi dopo aver perso l'ennesima partita a carte. Lanciai le carte da qualche parte e mi alzai nervosa.
-"Ci fosse na partita che vinco!"- mi lamentai mentre mi allontanavo, creando una risata generale. Alzai gli occhi al cielo e non potetti nascondere un sorriso. Mi sedetti sul divano e guardai l'intero gruppo intento a giocare. Vedevo Niccolò, di profilo, e altamente concentrato sul da farsi. Metteva una mano sotto il mento e poi scartava. Sorrisi alla sua visione. Era davvero meraviglioso osservare i suoi movimenti. Intanto Alessio e Vanessa se ne stavano vicini e non si separavano per nessun motivo al mondo. Li guardavo e mi sentivo felice per loro. Erano soddisfatti, ed io di più di loro. Mi sentii stanca, così mi diressi in camera mia e mi stesi a letto. In sottofondo sentivo le voci degli altri ma nulla sembrò ostacolare il mio sonno, tanto che, subito dopo mi addormentai.
Improvvisamente sentii delle labbra calde sulla pelle della mia guancia. Esse ci lasciavano dei teneri ed umidi baci e non si fermavano più. Una mano, invece, accarezzò l'altra guancia facendomi mugugnare. Aprii lentamente occhi e notai il volto di Niccolò vicinissimo al mio. Sorrisi debolmente, ancora stordita dal sonno, e poggiai una mano sulla sua testa per accarezzargli i capelli. Lui, non appena sentí il mio contatto, separò le sue labbra dal mio volto e mi guardó negli occhi sorridendo.
STAI LEGGENDO
La Mia Àncora 2⚓
RomanceAurora e Niccolò dopo tanto tempo riescono finalmente ad essere felici e poter vivere la loro relazione in tranquillità. O quasi. Aurora inizierà a frequentare l'accademia mentre Niccolò continuerà a lavorare per il successo. Tutti i loro equilibri...