Capitolo 19

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Alla lettura di quel messaggio rimasi spiazzata ed incapace per fino di respirare. Immediatamente, però, la preoccupazione salì alle stelle. Sicuramente era ancora nel locale e aveva bevuto così tanto fino a sbronzarsi. E se poi si fosse messo alla guida causando quale tipo di incidente? E se fosse da solo? Mille pensieri riempirono la mia mente e mi alzai in piedi cominciando a camminare per la cucina nervosa. Cosa avrei dovuto fare? Senza pensarci due volte ripresi il telefono tra le mani e digitai sulla tastiera.

Messaggio a: My anchor⚓❤
"Niccolò dove sei?"

Scrissi velocemente ed inviai il messaggio. Cominciai a mordicchiarmi le unghie e sperai che mi rispondesse il prima possibile. Dopo un po' di tempo la vibrazione del cellulare mi risveglió dai miei pensieri e lessi il suo sms. Esso indicava l'indirizzo ed il nome del posto in cui si trovava.

Messaggio a: My anchor⚓❤
"Sei da solo?"

Domandai.

Messaggio da: My anchor⚓❤
"No, ma tra tutta questa gente cerco solo te"

Nonostante la preoccupazione, quelle parole mi colpirono nel profondo e mi fecero sentire importante e amata. Ero consapevole del fatto che nei momenti in cui si era sbronzi, si diceva quasi sempre la verità. Era come se si fosse dimenticato dei nostri problemi, della rabbia e della gelosia, lasciando spazio solo all'amore che provava per me. Sorrisi teneramente a quel messaggio e poi mi diressi decisa a svegliare Vanessa. Lei era l'unica dotata di auto e dovevo assolutamente chiederle aiuto. Cominciai a scuoterla lentamente e poi più velocemente per fare in modo che si svegliasse da quel sonno profondo.

-"Hey Vane! Vane sveglia!"- dissi alzando un po' la voce e facendola mugugnare.

-"Mh.. ma che ore sono?"- chiese con voce impastata e senza nemmeno aprire gli occhi.

-"Le due e mezza di notte"- risposi alzando gli occhi al cielo.

-"Che diavolo vuoi a quest'ora?"- borbottó infilando la testa sotto il cuscino e coprendosi con la coperta. Glielo sfilai e lo buttai per terra.

-"Ho bisogno del tuo aiuto, per favore Vane!"- la supplicai cercando di tirarla da un braccio. Sapevo che ero ad un passo dal farmi picchiare da lei, ma me ne fregai. Dovevo assolutamente raggiungere Niccolò. Non avevo alcuna intenzione di lasciarlo lì in quelle condizioni, nonostante non fosse da solo.

-"Ho capito cavolo! Che è successo?"- domandò infastidita mettendosi seduta e sbadigliando rumorosamente. Per fortuna Francesca non si era ancora svegliata e sperai non lo facesse mai. Era già tanto se stavo scomodando Vanessa.

-"Devi portarmi da Niccolò"- dissi sospirando.

**
Entrambe indossammo dei vestiti decenti, dato che non potevamo di certo uscire in pigiama, ed entrammo in macchina in tutta fretta. Avevo un'ansia tremenda e sperai che Niccolò non si fosse mosso dal luogo in cui si trovava. Intanto Vanessa si era presa un caffè, per evitare di addormentarsi sul volante, e mi stava maledicendo mentalmente. Durante il viaggio il mio cuore batteva all'impazzata e non vidi l'ora di arrivare.

-"E così tu eri quella che non voleva sentir parlare di Niccolò, eh?"- chiese sarcastica la bionda mentre abbassava un po' il finestrino per far entrare l'aria in auto. Sospirai e chiusi gli occhi stanca. Lei non era l'unica ad avere sonno.

-"Puoi dirmi tutto quello che vuoi, non posso stare tranquilla in questo momento"- spiegai con un po' di rabbia nel tono di voce.

-"Hey calma! Non ti sto attaccando. Capisco perfettamente che tu ti sia preoccupata, ma quello che cerco di dirti è che, nonostante tu faccia finta che non ti importi più nulla, poi alla fine riesci sempre a dimostrare il contrario"- raccontò girando il volante per svoltare. Poggiai le mani sulle mie gambe, coperte semplicemente da un jeans blu, e chiusi i pugni. Quelle parole erano così vere che arrivarono dritte al cuore.

La Mia Àncora 2⚓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora