Capitolo 25

1.5K 75 17
                                    

-"Mille schiaffi in faccia"- sbottai nervosa mettendo le braccia a conserte. Nonostante fossi ancora stonata dal sonno da quel mio brusco risveglio, la rabbia dentro di me non era scomparsa. Non riuscivo davvero a perdonare quel suo comportamento. Lo guardavo con un'espressione adirata in volto e battevo un piede per terra con fare nervoso.

-"Ho cercato di fare il prima possibile ma purtroppo sono stato impegnato in studio"- Lui cercò di giustificarsi alzando le mani come se fosse innocente.

-"Niccolò, sapevi quanto era importante per me questa giornata. Sono dovuta andare da sola a quella visita e ti ho aspettato nel bel mezzo del freddo. Mi sono sentita una stupida"- farfugliai nervosa scuotendo la testa. Lui, intanto, continuava a starsene impalato sull'uscío della porta, ed io ero talmente tanto arrabbiata che mi dimenticai di farlo entrare in casa.

-"Lo so benissimo, ma non sono riuscito a venire da te in tempo"- continuó a scusarsi con un tono di voce triste.

-"Sono davvero incazzata nera"- precisai arricciando il naso. Lui sospirò arreso ed abbassò la testa.

-"Comunque almeno potevi rispondere alle mie chiamate"- bofonchió roteando gli occhi al cielo.

-"Ho tenuto spento il cellulare e non l'ho più acceso. Non volevo saperne di nessuno"-

-"Ah quindi neanche di me?"- chiese sorpreso ed anche deluso.

-"Niccolò arriva al punto."- tagliai corto. Lui tacque per un piccolo lasso di tempo e poi aprì bocca.

-"Allora? Di che sesso è?"- domandò poco dopo guardandomi.

-"Non mi sembravi così interessato prima"- sputai acida alzando un sopracciglio. In quell'istante non riuscivo nemmeno lontanamente a pensare di poterlo perdonare. Ero fin troppo nervosa e mi ci sarebbe voluto un po' di tempo prima di riuscire a sbollire la rabbia.

-"Cazzo Aurora! Ma pensi davvero che non mi interessi di nostro figlio?"- esclamò alterato.

-"Se fosse stato davvero così saresti venuto con me"- abbassai il tono di voce mentre guardavo per terra. Lui si avvicinò a me e mi costrinse a guardarlo negli occhi.

-"Devi credermi per favore.."- sussurrò vicino alle mie labbra.

-"Va bene, ma per il momento voglio stare da sola"- dissi delusa. Lui continuò a fissare le mie iridi e cercò di trovare ancora coraggio per parlarmi.

-"Aurora"- il mio nome uscì dalla sue labbra quasi come in un sussurro.

-"È un maschietto, Niccolò. Proprio come volevi tu"- lo informai fiera. Nonostante tutto, parlare del nostro bambino mi rendeva sempre felice.

-"Non ci credo. Sono davvero contento!!"- esultó dopo aver fatto un enorme sorriso. Si catapultó su di me e mi strinse forte al suo corpo continuando a pronunciare parole dolci. Lo strinsi a mia volta e respirai il suo profumo. Mi era mancato da morire. Era da tempo che non ricevevo un abbraccio così da parte sua. Continuai a tenerlo stretto tra le mie braccia come se non volessi farlo andare via. Lui, nel frattempo, infilò la testa nell'incavo del mio collo e respiró a pieni polmoni il mio profumo. Io feci lo stesso e sperai che quel momento non terminasse mai. Poco dopo, però, si separò da me mi guardó imbarazzato.

-"Vabbè immagino che.. io debba andare"- cominció a dire infilando una mano in una delle tasche.

-"Si.."- dissi abbassando la testa per il disagio provato. L'ultima cosa che volevo, era quella che lui andasse via da me. Tuttavia, dovevo rimanere coerente con quello che avevo affermato e nessuno mi avrebbe fatto cambiare idea.

-"Allora ci vediamo in giro"- mi salutó con un gesto della mano, per poi allontanarsi da me. Guardai la sua figura, di spalle, che pian piano cominciava a non vedersi più a causa della lontananza. Chiusi la porta di casa e sospirai rumorosamente, una volta essermici posata sopra con le spalle. La tristezza e la voglia di piangere era ritornata. Possibile che non ce ne andasse bene una?

La Mia Àncora 2⚓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora