Capitolo 10

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Quella mattina ne Niccolò e ne Vanessa erano lì a farmi compagnia per il tragitto verso l'accademia. Il mio ragazzo era impegnato a sbrigare alcune delle sue faccende mentre la bionda non rispondeva al telefono. Immaginai che stesse ancora dormendo, così ridacchiai alla visione di lei che si svegliava e si rendeva conto di aver saltato scuola inutilmente. Sicuramente le avrei passato gli appunti e l'avrei messa al corrente di ciò che fosse accaduto alle lezioni. In quel momento, però, mi ritrovavo sola a passeggiare diretta verso scuola con le cuffiette nelle orecchie. Feci partire una delle canzoni a cui ero più affezionata di Niccolò ed immaginai che fosse lì con me. Mi mancava già maledettamente e non vedevo l'ora di rivederlo. Mi aveva promesso di venirmi a prendere all'uscita ed io tiravo il tempo per riuscire ad arrivare a quel momento. Tuttavia continuai a passeggiare tranquilla con lo zaino sulle spalle e la mente sgombra. Era strano che in quella mattinata non riuscissi a pensare a qualcosa di negativo, tranne per la non presenza di Niccolò. La musica nelle orecchie era altissima ed ascoltavo la sua calda voce che sovrastava qualsiasi pensiero che avesse l'intenzione di balenarmi in mente. Purtroppo la mia quiete ebbe vita breve tanto che sentii una persona sfilarmi via una cuffia dall'orecchio. Immediatamente mi salii l'odio verso la persona in questione e lanciai uno sguardo fulmineo ad essa. Non appena notai il volto sorridente di Giacomo il mio odio aumentó notevolmente.

-"Cosa diavolo vuoi?"- domandai con un sopracciglio alzato e la voce che esprimeva tutta la mia avversione verso di lui. Lui tirò fuori un sorriso fastidioso, che mi fece alterare di più, ed infiló una mano tra i capelli.

-"Nulla di particolare. Ti ho vista stare qui da sola e quindi volevo farti compagnia"-

-"Non ho bisogno della tua compagnia, sto bene anche da sola"- risposi fredda mentre infilavo nuovamente la cuffia. Lui non me lo permise e continuó a parlare fregandosene di ciò che volessi io.

-"Dai nessuno vorrebbe stare realmente da solo"-

-"In casi come questi sì"- sputai acida mentre sfilavo anche l'altra cuffia dall'orecchio. Ormai di sentire la musica non era più un qualcosa che potevo fare con tranquillità, così misi apposto gli auricolari. Per arrivare verso l'accademia c'era ancora un piccolo tratto da fare ed io non vidi l'ora di arrivarci.

-"Senti so benissimo che di me non vuoi saperne più nulla e che non vuoi neanche essermi amica, però almeno permettimi di parlarti"- spiegò. Odiavo vederlo così ossessivo e fissato. Era sempre stato così. Quando aveva intenzione di fissarsi per qualcosa lo faceva e basta non pensando minimamente che all'altro poteva dar fastidio. Era un tipo testardo e quando si metteva una cosa in testa nessuno lo smuoveva dalla sua idea o opinione.

-"Dammi una sola ragione per cui dovrei parlare con te"- dissi fermandomi di colpo. Lo fece anche lui e mi guardó con un viso dolce. Poi pian piano afferrò una mia mano portandosela tra le sue e stringendola tra di esse. Schiusi le labbra e quel contatto mi fece sentire immediatamente male. Quel contatto mi riportava troppo indietro nel tempo e mi faceva rimembrare la maggior parte delle volte in cui avevo sofferto a causa sua.

-"Perché noi ci siamo amati"- disse poi portando la sua mano vicino le labbra. Però, prima che potesse baciarla la ritrassi subito con poco garbo e lo guardai inbufalita.

-"Hai fatto bene a coniugare il verbo al passato. Hai capito tutto: io ti ho amato. Ma l'amore che ho dato a te tu non sei stato capace di apprezzarlo abbastanza ed ora che sono riuscita a trovare la persona giusta non ho intenzione di farmi toccare da un viscido come te"- sbottai nervosa ricominciando a camminare. Non avevo più alcuna intenzione di ascoltare una sola parola da parte sua così alzai il passo e raggiunsi l'accademia prima del previsto. Mi voltai e notai che Giacomo ormai non mi seguiva più. Mi guardai attorno leggermente spaesata e confusa da quell'avvenimento. Ero scossa e stranita. Non riuscivo a capire perché fosse scomparso così. Tuttavia entrai in accademia e provai a pensare ad altro. Durante le lezioni prendevo appunti sul mio taccuino fin quando non sentii il telefono vibrarmi in tasca.

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