Capitolo 15

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Le vacanze natalizie, a malincuore, erano terminate ed io fui costretta a tornare in accademia. Non che non volessi andarci, ma cominciava a pesarmi il fatto di doverci andare in presenza di una bella gravidanza. Purtroppo, però, non potevo far sparire la pancia per magia e quindi ero costretta a frequentare le lezioni anche in sua presenza. Si era gonfiata ancora di più e cominciava a vedersi anche da sotto i vestiti.

Per quella mattina indossai un semplice jeans, non a vita alta per evitare ulteriori dolori, ed un maglione per non morire di freddo. Su di esso indossai un cappotto pesante nero ed uscii di casa. Non appena aprii il portone mi ritrovai davanti un acquazzone. La pioggia scendeva forte ed imperterrita sul suolo e quasi mi fecero paura tutti quei tuoni e lampi. Per fortuna, in lontananza, riuscii a vedere Vanessa con la sua macchina ed uscii dal portone per raggiungerla. Entrambe ci eravamo messe d'accordo per fare in modo di andare a scuola insieme, ed io la ringraziai per ciò. Almeno non avrei dovuto farmi tutta quella strada a piedi, sotto il temporale e priva di ombrello. Con passo svelto, dopo aver indossato il cappuccio, raggiunsi la macchina di Vanessa ed entrai alla velocità della luce. Lei ridacchió alla visione della mia figura completamente intrisa d'acqua, nonostante fossi rimasta sotto la pioggia per pochissimi secondi. A quel punto la fulminai con lo sguardo e lei smise di ridere.

-"Tempo del cazzo!"- imprecai mentre mi sistemavo meglio sul sedile.

-"Buongiorno principessa"- mi prese in giro la bionda prima di partire. Quella mattina ero di pessimo umore ed il tempo non aiutava per niente. Sbuffando mi sfilai il cappuccio dalla testa e cercai di trovare sollievo chiacchierando con lei.

-"Tralasciando tutto questo.. come va?"- domandai fintamente entusiasta. Primo giorno di ritorno in accademia e pioveva, ottimo.

-"Potrebbe andare meglio. Oggi non avevo alcuna intenzione di tornare e avrei preferito restare a casa"- sentenzió girando il volante verso destra. Alzai gli occhi al cielo ed annuii. Come darle torto, d'altronde.

-"A te?"- continuó a chiedere tenendo sempre lo sguardo fisso sulla strada.

-"Non mi sento molto bene questa mattina"- ammisi sbuffando. Non era la prima volta che la mia salute mi abbandonava, ma cercai di abituarmici. D'altronde, mantenere una gravidanza portava a ciò.

-"Il bambino?"- chiese alzando un sopracciglio.

-"Credo di sì. Al solo pensiero di essere a malapena al quarto mese mi manda fuori di testa"- mi lamentai poggiando una mano sulla fronte.

-"Guarda il lato positivo"- disse facendo spallucce. Guardai la sua figura di profilo e corrucciai la fronte.

-"E quale sarebbe?"- domandai scettica.

-"Tra circa cinque mesi partorirai un baby Niccolò tutto da spupazzare"- commentò facendomi riflettere.

-"Hai ragione.."- sussurrai sorridendo sincera. Ogni qual volta che mi sentivo stanca e distrutta a causa della gravidanza dovevo sempre ricordarmi che ogni sforzo avrebbe ripagato. Nulla era più importante e bello della nascita di un bambino assieme la persona amata. Entrambe, dopo un po' di tempo, raggiungemmo l'edificio e ci entrammo per evitare di far tardi. Per fortuna la pioggia si era calmata leggermente, facilitando il nostro cammino. Non appena ebbi a che fare con le scale, le salii rapidamente nonostante il fastidio al ventre, ed entrammo nella nostra classe.

-"Hai gli appunti?"- mi chiese Vanessa mentre fissava alcuni fogli svolazzanti davanti a lei, che propabilmente non le sarebbero bastati come appunti.

-"Si, tieni. Ma trattameli bene"- dissi porgendole il mio quaderno ben ordinato, praticamente l'opposto del suo. Era leggermente stracciato ai bordi e quasi del tutto vuoto di contenuti. L'unica cosa che lo riempiva erano innumerevoli e disordinati fogli che racchiudevano tra di essi spiegazioni e lezioni intere. Mi chiedevo come facesse a gestire tutto quel caos.

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