Capitolo 28

1.4K 88 52
                                    

Lo guardai con la bocca spalancata e cercai di riprendermi da quella visione. Rivederlo dopo mesi aveva risvegliato in me quella strana sensazione di malinconia e nostalgia, che mi spingeva a saltargli addosso. Tuttavia, raccolsi tutto il coraggio che era in me, e lo fermai da un braccio.

-"Che ci fai qui?"- domandai adirata ed alzando un sopracciglio. Lui mi guardó con un'espressione seria in volto ed io fissai i suoi occhi. Dopo tutto quel tempo mi sembrò esser diventato ancora più bello.

-"Voglio assistere alla visita"- rispose lanciandomi uno sguardo indifferente e freddo. Guardare quegli occhi, che non esprimevano più la tenerezza e la dolcezza di prima, mi fece male al cuore. E se non mi amasse più? E se in quei pochi mesi si fosse dimenticato di me?

-"Perché dovresti? Che ti importa?"- sbottai acida ancora sull'uscìo della porta. Lui roteó gli occhi al cielo infastidito dalle mie parole.

-"Perché è anche mio figlio."- disse fermo per poi superarmi ed entrare in studio. Guardai, per un attimo, il vuoto e cercai di realizzare le sue parole. Aveva ragione ma sicuramente in quella storia c'era lo zampino del mio amico dai capelli dorati. Così, prima di entrare, afferrai il cellulare e gli mandai un messaggio rapidamente.

Messaggio a: Riccardo 🌟

"Sappi che avrò modo di vendicarmi Riccà"

Digitai velocemente per poi riporre il cellulare ed entrare nello studio. Non appena il dottore mi vide, mi accolse con un sorriso e mi fece stendere come di consueto sul lettino. Guardó alcuni documenti e poi alzò il volto notando Niccolò. Lo fissò un attimo dal basso verso l'alto abbassando di poco gli occhiali sul naso.

-"Oh finalmente si è presentato, signor papà"- disse il dottore alzandosi e dirigendosi verso di me. Alzai la maglia e lui spalmó sul mio pancione il gel. Nel frattempo Niccolò quasi non strabuzzó gli occhi alla visione della grandezza della mia pancia. Sicuramente ricordava ancora i mesi prima in cui esso era piccolo e sgonfio. Subito dopo distolse lo sguardo e rispose al ginecologo.

-"Si, sono io"- disse serio e deglutendo. Io fissavo Niccolò e lo notavo leggermente in imbarazzo.

-"Si è presentato talmente poche volte che ho dimenticato il suo nome"- constató il tipo dal camice bianco mentre cominciava a controllare la mia placenta attraverso lo schermo nero. La figura del mio bambino, ormai, era quasi del tutto chiara e guardarlo era meraviglioso. Niccolò fissò lo schermo per un po' di tempo e notai l'emozione nei suoi occhi. Glielo leggevo nelle iridi che fosse felice di vedere, dopo così tanto tempo, il suo amato e futuro figlio.

-"Niccolò. Niccolò Moriconi"- rispose il moro non staccando gli occhi dallo schermo. Sorrisi alla visione di un Niccolò così felice e cercai di esserlo anche io. Ero contenta del nostro bambino ma non di come il nostro rapporto fosse cambiato. Dialogavamo come dei semplici conoscienti e ciò mi logorava dentro.

-"Bene. Moriconi e Ferrara, il vostro bambino è sano come un pesce. Signorina non si affatichi troppo e stia attenta, perché non manca molto"- mi avvisó il dottore sorridendo e spegnendo lo schermo. Io mi alzai lentamente dal lettino e misi i piedi per terra.

-"Grazie mille dottore per tutta la sua disponibilità"- lo ringraziai stringendogli la mano.

-"Di nulla, se ha bisogno di qualsiasi cosa io sono qui"- disse mentre stringeva anche la mano tatuata di Niccolò. Entrambi uscimmo dallo studio ed io presi finalmente aria.

-"Devo fumare una sigaretta"- disse estraendo dalla tasca un pacchetto di sigarette. Ne prese una e la mise tra le labbra per accenderla.

-"Non volevi smettere?"- domandai mentre mi incamminavo verso casa, seguita da lui.

La Mia Àncora 2⚓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora