capitolo 6

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Il mio corpo era scosso tra tremiti e singhiozzi . Sentivo la puzza e il loro peso addosso e poi improvvisamente mi sentii più leggera. Aprii gli occhi e vidi Gabriel prendere di peso l'uomo che mi stava sopra e picchiarlo. Non avevo mai visto tanta rabbia, lo colpii ripetutamente al viso spaccandogli il naso da cui il sangue sgorgava ininterrottamente; senza riguardo lo prese e lo spinse selvaggiamente al muro mentre con l'altra mano teneva immobile il suo complice. Quando il primo svenne, prese per il collo il secondo uomo che spaventato cominciò ad urlare e ad implorare perdono. Ma Gabriel aveva gli occhi iniettati di sangue e nemmeno lo stette a sentire, cominciò a colpirlo in viso, sulle costole, allo stomaco. Solo quando vide il sangue si fermò e lo lanciò contro l'asfalto.
Io continuai a singhiozzare e a tremare senza riuscire a muovermi. Immobilizzata e scioccata dalla paura.
Lui si avvicinò dolcemente a me, mi ritrassi ma lui mi accarezzò una guancia. "Va tutto bene, non ti toccherà più nessuno. Ci sono io qui con te. Vieni piccola" mi afferrò delicatamente per i fianchi e mi mise in piedi. Continuavo a piangere e a tremare, mi poggiai al muro per non cadere e quando mi accorsi di essere mezza nuda istintivamente cercai di coprirmi con gli ultimi lembi di stoffa.
Mi guardò con dolcezza e preoccupazione, si chinò e mi alzò i pantaloni che erano rimasti alle mie caviglie. Dopodiché si tolse la felpa e me la mise senza indugiare un attimo sul mio corpo. "Gr...grazie" sussurrai tra i singhiozzi. Lui si avvicinò dolcemente e prendendomi tra le braccia mi strinse forte a se mentre mi portava fuori da lì. "Va tutto bene piccola, ci sono io qui con te. La polizia sta arrivando" mi strinsi al suo petto e cominciai a piangere, mi sentivo svuotata e piena di paura. Mi strinse più forte al suo petto, odorava di muschio e terra; mi accarezzava dolcemente i capelli e piano piano mi rassicurò. Appena arrivò la polizia lo ringraziarono per il servizio reso e dopo aver raccolto la mia denuncia e deposizione si portarono via i due uomini. Io rimasi tra le sue braccia al sicuro. Ormai non piangevo più ma ero ancora un po' spaventata. Come potevano esistere persone così cattive al mondo? "Andiamo a pulire tutti questi graffi" mi prese dolcemente e ci dirigemmo verso la sua auto. Mi bloccai un attimo, stavo davvero salendo nella sua auto dopo quello Che mi era appena successo? Cavolo non lo conoscevo neanche, e se si fosse approfittato di me?
Intercettando i miei pensieri aprì il cofano dell'auto e prese una cassetta del pronto soccorso, ci sedemmo su una panchina e delicatamente cominciò a disinfettare tutte le ferite che avevo in viso. "Ti hanno tirato dei bei ceffoni, avrai lo zigomo nero per qualche giorno credo" lo guardai e gli sorrisi.
"Se non fossi arrivato tu sarebbe finita molto peggio. Non so davvero come ringraziarti. Sono in debito con te" lui mi sorrise malizioso "Beh troverai un modo per sdebitarti un giorno. Che ne pensi se ti accompagno a casa adesso? Hai bisogno di riposo"
Gli sorrisi. Non so perché ma mi ispirava fiducia, in pochi istanti fui nella sua auto diretta verso casa. Per tutto il tragitto tenne la sua mano nella mia come a volermi rassicurare che fosse tutto apposto. "Cosa facevi nei dintorni?" gli domandai ad un certo punto
"Beh stavo per tornare a casa, li vicino c'è una piccola sala giochi, avevo appena terminato una partita a biliardo con dei miei amici"
"Capisco, ti ringrazio ancora. Mi sento in debito con te. Ti ho dato un bel disturbo, la tua ragazza sarà preoccupata"
Lui mi fissò con un sorriso sulle labbra, Dio quanto era bello. "Katie, io non ho una fidanzata" lo fissai rossa in volto "e Stella allora?" Mi fissò con uno strano luccichio negli occhi e scoppiò a ridere "Stella è mia sorella Katie" lo fissai sentendomi una stupida e guardai fuori dal finestrino. "E invece quel ragazzo con cui litigavi al locale?" Mi domandò tornando serio. "Oh Ryan è il mio migliore amico. Abbiamo avuto una piccola discussione oggi pomeriggio" dissi rabbuiandomi un po'; lui sembrò accorgersene "Non preoccuparti risolverete tutto. Perché avete litigato?" Mi chiese incuriosito.
"Beh" non mi andava di parlarne proprio con lui; anche se era stato gentile e dolce con me non lo conoscevo affatto. Si accorse della mia titubanza e cambiò velocemente argomento
"Se l'affetto è sincero tutto ha soluzione" non sembrava stessimo più parlando di me perché un velo di tristezza gli calò sul volto.
Arrivati davanti al mio appartamento lo fissai un attimo e lo abbracciai forte. "Grazie per esserti preso cura di me oggi. Ci vediamo al locale Gabriel" lui per un attimo sembrò spiazzato dal mio gesto e dopo un attimo di esitazione ricambiò il mio abbraccio.
"Ci vediamo stasera allora Katie" e se ne andò lasciandomi li con mille pensieri.
Mi voltai verso il portone di casa e mi accorsi che c'era qualcuno poggiato alla porta che mi fissava.
"Ciao" disse Ryan inchiodandomi con lo sguardo.

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