Capitolo 18

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Quella mattina mi svegliai prima di Ryan, mi sentivo tutta intorpidita per la notte d'amore appena trascorsa; ero ancora stretta tra le sue braccia e sentivo il suo respiro sul collo, le sue mani mi stringevano e mi tenevano stretta al suo petto e sorrisi quando mi girai e vidi un'espressione di totale beatitudine sul suo volto. Poggiai le labbra dolcemente sulle sue per non svegliarlo ma lui mi strinse ancora di più e insinuò la lingua nella mia bocca.
"Buongiorno piccola che bel risveglio" mi disse baciandomi dolcemente la fronte
"Scusami non volevo svegliarti" dissi in preda ad un fiume di emozioni.
Continuammo a baciarci per quelli che sembrarono minuti interminabili per poi distaccarci ansimanti.
"Meglio che andiamo a prepararci o faremo tardi alle lezioni" disse Ryan dandomi un affettuosa pacca sul sedere.
L'ansia cominciò a farsi strada dentro di me quando giungemmo davanti al grande cancello dell'università, Ryan mi tirò a se e mise attorno alle mie spalle il suo braccio con fare protettivo. Sapevamo benissimo entrambi che la guerra con Gabriel era appena cominciata e dentro di me speravo davvero che il professore mi avrebbe permesso di uscire da quella brutta situazione; mi diressi subito nella sala insegnanti e trovai il professore seduto intento a leggere il giornale quotidiano.
"Professore buongiorno, scusi se la disturbo ma avrei davvero urgenza di parlare con lei" alzò lo sguardo verso di me e poggiò il giornale sul tavolo di legno.
"So già cosa vuole dirmi signorina; Gabriel è venuto questa mattina molto presto implorandomi di affidargli un altro tutor. Era conciato male sa?" Il cuore mi si fermò. Quindi neanche lui voleva più avere a che fare con me; allora perché comportarsi in quel modo?
"Professore ma se neanche Gabriel vuole fare lezione con me non sarebbe più semplice per entrambi affidargli qualcun altro?"
La mia proposta mi sembrava più che ragionevole a maggior ragione se neanche Gabriel mi voleva vedere.
"Sarò molto schietto con lei. Non le ho affidato questo compito per la materia in se, potrebbe benissimo recuperare da solo questa è solo una facciata. Gabriel si è trasferito qui da poco e credo che abbia notato il suo carattere altisonante e prepotente."
Ero confusa, facciata? Per quale motivo? E perché proprio io? Mi sedetti in previsione di un discorso lungo e pesante.
"Gabriel ultimamente ha avuto qualche problema. Sarebbe stato meglio se a parlarne fosse stato proprio lui ma sembra che abbia bisogno di una spinta il ragazzo. Lui come te Katie ha perso entrambi i genitori quando era già un adolescente; la perdita è stata devastante per un ragazzo della sua età e si è ritrovato a doversela cavare da solo. Inutile dirti che si è immischiato in brutti giri di droga, a causa della sua indole e del suo passato nessuna famiglia affidataria lo ha mai accettato e così il ragazzo è cresciuto in orfanotrofio. Solo ultimamente però ha scoperto la vera causa della morte dei genitori e questo lo ha devastato. Quello che ti chiedo Katie e di aiutarlo. Tu sei l'unica che può farlo uscire dall'incubo in cui si è cacciato"
Sentivo la testa pesante e mille domande mi vorticavano in testa. Perché Gabriel aveva scoperto da poco la causa della morte dei genitori? E come? Era davvero uscito dai brutti giri in cui era cresciuto? E dov'è stata la sua famiglia in tutto questo? Improvvisamente sentii di guardarlo con occhi diversi. Dietro tutta quell'arroganza e prepotenza c'era del buono e della gentilezza ed in effetti me lo aveva anche dimostrato la sera in cui mi aveva salvata; non sarà stato facile per un ragazzino affrontare da solo tutto questo e ritrovarsi in situazioni più grandi di lui, per me era stato diverso seppur terribile. Mia nonna nonostante la cattiveria era stata un ottimo espediente per tirarmi su e crearmi un futuro con le mie sole forze. Alzai lo sguardo verso il professore che mi fissava attendendo una risposta.
"Lo aiuterò. Aiuterò Gabriel a riprendersi la sua vita"
"Sapevo di poter contare su di lei. I suoi genitori ne sarebbero orgogliosi" lacrime cariche di ricordi mi solcarono le guance e le asciugai con il palmo della mano. Avevo una missione. Portare la luce nella vita di Gabriel.

La prima persona da convincere innanzitutto era proprio Ryan; non sarebbe stato affatto facile e sperai davvero che riuscisse a capire la situazione in cui mi trovavo. Aiutare Gabriel era un modo per aiutare me stessa a cicatrizzare quelle ferite che sembravano essere rimaste aperte; lo dovevo a lui per avermi salvata e lo dovevo a me stessa.
Saltammo le lezioni e lo portai nel giardinetto sul retro. Ryan mi fissava con un'espressione indecifrabile, aveva la fronte corrugata e la mascella serrata. Non aveva spiccicato una parola da quando ci eravamo seduti sulla panchina di legno. Gli raccontai per filo e per segno ciò che il professore mi aveva confessato, facendogli promettere di non parlarne con nessuno. Inizialmente mi osservò con uno sguardo confuso, aprii la bocca per rispondermi ma le parole gli morirono all'istante e la richiuse. Sapevo che era difficile da digerire, sapevo che non sopportava l'idea di sapermi con Gabriel specialmente dopo l'ultima discussione a casa mia, sapevo anche che sotto sotto un po' lo temeva ma ero anche sicura che sapeva che mi sentivo in debito con lui per avermi salvata da quegli uomini ed era giunto il momento di ricambiare il favore e sotto sotto anche lui si sentiva debitore.
"Dio che situazione" disse poi passandosi una mano tra i capelli per il nervosismo.
"La cosa che mi fa rabbia è che tu hai già deciso senza prima parlarne con me. Hai già deciso di aiutarlo nonostante tutto quello che ti ha detto. Hai dimenticato come ti ha trattata al locale? tutte le cose orribili che ti ha detto? Hai dimenticato cos'ha detto prima che gli sbattessi la porta in faccia? Io no Katie. Io non posso dimenticare come ti ha trattata e quelle parole rimbombano nella mia testa ogni volta che sento che dovreste passare del tempo insieme. Non riesco a stare tranquillo con uno che vuole scoparsi la mia donna e non fa niente per nasconderlo. E se dovesse provarci con te Katie? Quale sarebbe il tuo ruolo? Cosa faresti? Hai deciso anche come dovrei comportarmi io in questo caso?"
Parlò tutto d'un fiato, sapevo che sarebbe stato difficile convincerlo ma dentro di me sperai che lui potesse davvero comprendere le emozioni e i sentimenti che mi hanno fatto prendere questa decisione. Dovevo solo riuscire a farglielo capire.
"Ryan io non voglio condizionare le tue scelte. E non voglio neanche decidere per te, ma devo decidere per me stessa. Mi sento in debito con lui è vero e questo mi porta ad essere più comprensiva nei suoi confronti ma non è solo questo. È come se riuscissi a sentire tutto il dolore che lui ha provato, ma lui era solo. E si è cacciato nei guai e nonostante sia riuscito ad uscirne il passato sembra volerlo inghiottire nuovamente." Feci una pausa per fargli assimilare quanto detto fino ad ora e dopo aver ripreso fiato continuai "Io ho avuto te, dal primo istante mi hai sostenuto in questa nuova vita e mi hai aiutato nei momenti difficili. Lui non ha nessuno Ryan. Non posso far finta di non sapere. Non posso voltarmi dall'altro lato. Aiutarlo ad affrontare i suoi demoni mi permetterà di affrontare i miei e potrò finalmente mettere una pietra su tutta questa storia."
"Io non sono sufficiente per aiutarti a combatterli allora; preferisci affrontarli con lui che non con me ho capito. Ho capito tutto adesso" il suo sguardo mi spezzò il cuore; si sentiva ferito e tradito e io non riuscivo a fargli capire il mio punto di vista.
Fece per andarsene ma lo fermai "non andartene ti prego. Non hai capito...non voglio affrontare con lui i miei demoni perché tu non sei abbastanza.
Aiutando lui inevitabilmente riaffioreranno tutti i miei ricordi e tutto il mio dolore ed è l'occasione per me di voltare finalmente pagina ed è l'occasione di aiutare un'altra persona che come me soffre e di rendere orgogliosi di me i miei genitori. Di riscattare in qualche modo la loro morte." Le parole mi morirono sulle labbra, le gambe cedettero e cominciai a singhiozzare portandomi le mani al viso per nascondere tutto il mio dolore, Ryan mi tirò a se e mi strinse forte al suo petto.
"Non nascondere le tue lacrime. Riversa tutto il dolore. Piangi bambina ci sono io qui con te. Non ti lascerò da sola"
"I..io n..non Po..sso fa..rce..farcela senza ti te" dissi singhiozzando "non posso affrontare tutto questo da sola. Non ce la faccio." Dissi scoppiando nuovamente in lacrime. Prese il mio volto tra le mani e mi baciò le labbra bagnate dalle lacrime asciugandomi il viso con le mani.
"Scusami. Sono un pessimo fidanzato. Ho pensato soltanto a me stesso e alla mia gelosia senza pensare a quanto tutto questo sia importante e difficile per te. Perdonami, davvero"
Tirai su con il naso come una bambina e mi asciugai le lacrime con il dorso della mano.
"Ho paura Ryan. Ho paura ad affrontare tutto quel dolore ancora una volta" mi prese in braccio e mi fece mettere a cavalcioni su di lui per poi stringermi forte.
Accoccolai la mia testa sulla sua spalla e rimasi così in silenzio mentre i singhiozzi andavano scemando; lui non smetteva di accarezzarmi dolcemente la schiena, sentivo il suo sostegno, sentivo che finalmente aveva capito.
"Affronteremo tutto questo insieme. Te lo prometto. Non ti lascerò da sola. Mai" lo strinsi ancora più forte a me e lo ringraziai dal profondo del cuore.
"Ma se si dovesse avvinare più del dovuto, sappi che non riuscirai nemmeno tu a fermarmi"

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