Capitolo 20

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Ryan non disse nulla. Si limitò a stringermi forte al suo petto. Le parole in quel momento non servivano, e ringraziai Ryan dentro di me per averlo capito e per non aver chiesto nulla.  Sentivo che non era tranquillo, che avrebbe voluto sapere cosa mi aveva fatto Gabriel ma stava rispettando il mio spazio e il mio momento di tristezza. Improvvisamente una presenza irruppe nella stanza, capii immediatamente di chi si trattasse perché sentii Ryan irrigidirsi sotto di me.
"Cosa le hai fatto?!" Tuonò Ryan stringendomi sempre più forte a se quasi a volermi proteggere dalle cattiverie del mondo.
"Abbiamo discusso. Sono stato duro con lei, sono saltato subito alle conclusioni mi dispiace" non mi voltai a guardarlo, non volevo vederlo e non volevo parlarci. Non sapevo neanche più per cosa stessi piangendo, se per i miei genitori, per averlo per la prima volta urlato, se per le sue parole così dure e sprezzanti o per me stessa. Sentivo solo un gran bisogno di sfogarmi.
"Stai meglio piccola?" Mi chiese Ryan asciugando le lacrime dal mio viso per l'ennesima volta oggi.
"Si. Un po" dissi con un filo di voce.
Mi voltai leggermente e vidi Gabriel fissare il pavimento con uno sguardo dispiaciuto in volto.
"Mi spiace davvero. Ti chiedo scusa" disse infine. "Io, sono stato davvero indelicato ed ingiusto con te. Se la proposta è ancora valida beh vorrei sotterrare l'ascia di guerra e fare le lezioni con te" mi sembrò di scorgere dell'imbarazzo su quel bel viso; sorrisi e annui con la testa.
Ryan mi porse un bicchiere d'acqua e mi cullo per un po' tra le sue braccia "più tardi parleremo" gli dissi piano lui mi baciò dolcemente "non c'è fretta".
Mi scostai controvoglia dalle sue braccia e presi i vari manuali per fare il punto della situazione con Gabriel. Ryan ci fissava in silenzio sul divano facendo finta di leggere un libro, ma sapevo benissimo che in realtà stava controllando la situazione.
Nel giro di un'oretta stabilimmo tutto il programma di ripasso e come impostare le varie lezioni. Sentivo una certa tensione nella stanza e non sapevo se ciò era dovuto ai due uomini che sprizzavano testosterone da tutti i pori o se fosse dovuto alla situazione spiacevole presentatasi nel pomeriggio.
"Mi ricordi molto una ragazza che lavorava lì all'orfanotrofio" disse Gabriel ad un certo punto sorridendo. Lo fissai in attesa che proseguisse il suo racconto. "Era molto più grande di me ovviamente e ogni giorno si metteva con me e cercava di farmi studiare proprio come stai facendo tu adesso. Spesso arrivava a minacciarmi" disse ridendo
"Oh be evidentemente le minacce funzionavano potrei prendere spunto" dissi unendomi alla sua risata. Guardai di sottecchi Ryan che si irrigidì sentendoci ridere allegramente insieme, senza pensarci due volte si alzò e si diresse in cucina.
"È molto geloso vero?" Chiese Gabriel una volta che Ryan fu fuori portata
"Si molto" confermai con un sorriso
"Be con una bella ragazza come te posso capirlo" disse facendomi l'occhiolino.
"E tu non hai una fidanzata o una frequentante?" Chiesi per cambiare argomento.
"Oh no per carità, non sono fatto per le relazioni a lungo termine mi stressano. Preferisco godere appieno della mia libertà." Disse stiracchiando le gambe sotto il tavolo.
Scossi la testa ridendo "Magari un giorno arriverà qualcuno che ti farà completamente cambiare idea"
"Chissà" rispose semplicemente fissandomi intensamente. Improvvisamente mi sentii a disagio, il suo sguardo era troppo insistente e mi stava mettendo in imbarazzo.
Per fortuna Ryan arrivò subito dopo "Piccola sono le 18:00 devi preparati per andare a lavoro" disse rubandomi un bacio
Salutai velocemente Gabriel e volai in camera da letto a cambiarmi.

Dopo essermi messa la divisa mi diressi verso le scale ma mi bloccai quando sentii Ryan e Gabriel discutere a voce bassissima.
Vedevo Ryan stringere i pugni lungo i fianchi, e Gabriel ridere crudele.
"Ne ha passate tante in vita sua. Lasciala fuori dai tuoi affari!" Sentii ringhiare Ryan tra i denti per non farsi sentire.
"È la tua ragazza che è venuta da me nonostante il mio modo di trattarla e nonostante te Ryan. Cosa ti suggerisce questo eh?" Vidi Gabriel guardarlo dall'alto in basso con un'espressione di vittoria sul viso. Disgustoso.
"Te l'ho dico un'ultima volta. Lasciala fuori dai tuoi sporchi affari o renderò la tua vita un inferno. Puoi credermi"
Gabriel si limitò a fissarlo con un ghigno senza degnarlo di alcuna risposta. Ma di quali affari parlava Ryan? E perché non me ne aveva parlato? In cosa era coinvolto Gabriel di così scabroso? La curiosità stava prendendo il sopravvento e la pura che Ryan potesse mettersi nei guai per colpa mia cominciò ad annidarsi in me. Dovevo trovare il modo di risolvere la situazione; dovevo scoprire di cosa si trattava e tenere Ryan lontano dai guai.
Scesi facendo finta di nulla mascherando il mio turbamento con un bel sorriso. Entrambi si rilassarono all'istante come se la conversazione di poc'anzi non fosse mai esistita.
"Sono pronta, possiamo andare" dissi scrutando il volto di Ryan.
Non tradiva nessuna emozione, ne turbamento. Non c'era traccia di nervosismo o agitazione anzi mi rivolse un sorriso che avrebbe fatto sciogliere il cuore a qualsiasi ragazza. Uscimmo dal mio appartamento tutte e tre insieme e mi bloccai sulla soglia per salutare Gabriel.
"Bene Gabriel ci vediamo venerdì allora" gli feci un semplice cenno con la mano ma lui si avvicinò e mi strinse in un caldo abbraccio, circondandomi le spalle con entrambe le braccia. Quel gesto improvviso mi lasciò pietrificata tanto da non respingerlo; non riuscii a scorgere l'espressione di Ryan ma un brivido gelido mi pervase la schiena.
"Ci vediamo venerdì piccola" disse con una voce talmente sensuale da farmi imbarazzare prima di depositarmi un dolce bacio all'angolo della bocca.
Ryan mi sorpassò senza degnarmi del minimo sguardo e si mise al volante della grande auto nera. Mi sciolsi da quell'abbraccio e ancora sorpresa mi sedetti accanto a Ryan. Non riuscivo neanche a guardarlo in faccia dall'imbarazzo e dal senso di colpa; lui non proferì parola e partii facendo sgommare le ruote dell'automobile. Teneva le mani fisse sul volante, non mi accarezzò la coscia ne mi prese per mano come era solito fare in auto. Nel suo volto non c'era il minimo cenno di sorriso o divertimento. Cominciai a sentirmi inquieta e spaventata; io lo amavo e non volevo perderlo ma sapevo benissimo che aveva frainteso tutta la situazione.
Si fermò davanti al locale senza neanche spegnere l'auto, segno che non aveva intenzione di rimanere quella sera.
"Ryan io..."
"Scendi" disse brusco interrompendomi
Il cuore mi arrivò in gola..."non è come sembra" dissi cercando di instaurare un dialogo per fargli capire che aveva frainteso tutto.
"Stanotte ti accompagnerà Marius a casa" disse interrompendomi nuovamente con sguardo spento e voce tagliente e crudele.
"Ryan fammi spiegare ti prego" gli poggiai una mano sul braccio ma lui si scostò rapido e per la prima volta si voltò a guardarmi.
Mi sentii gelare. Il cuore si bloccò in petto e le parole mi morirono in bocca.
Il suo sguardo era freddo, glaciale, duro e impenetrabile; non c'era traccia di quel sentimento d'amore che stava nascendo...sentii gli occhi bruciare e il cuore spezzarsi.
Scesi dall'auto in fretta per non farmi vedere ferita, con il dorso asciugai una lacrima e voltai a guardare quella macchina che si allontanava stridendo a gran velocità.

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