capitolo 9

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"Ciao tu devi essere Gabriel" disse Ryan guardandolo con aria di sfida. Vederli vicini faceva un certo effetto. Anche se Ryan era di poco più basso di lui, lo fronteggiava benissimo. C'era una strana tensione nell'aria...
"E tu il coglione che l'ha lasciata qui" disse sprezzante Gabriel
Lo fissai incredula, non può averlo detto sul serio, pensai. Il mio sguardò andò dritto a Ryan che irrigidì la mascella impercettibilmente. Era nervoso lo vedevo, sperai soltanto che avrebbe mantenuto la calma.
"Ti senti più uomo adesso?" Disse sbeffeggiandolo Ryan; Gabriel lo fissò e accennò un sorriso, poi gli si avvicinò di un passo fronteggiandolo. Ryan fece lo stesso, non aveva paura glielo si leggeva negli occhi.
"Sono sicuramente più uomo di te; se non fosse stato per me se la sarebbero scopata la tua amichetta. Non vedi come mi si è buttata tra le braccia appena mi ha visto? L'ho tenuta stretta a me tutta la serata sai?"
La brutalità e l'arroganza di quelle parole mi fecero trasalire, lo fissai incredula. Non poteva essere lo stesso ragazzo che mi aveva cullata con dolcezza e protetta e che fino a pochi istanti prima mi aveva abbracciata. Ma che diamine gli era preso. Fissai Ryan, scuro in volto, aveva i pugni distesi lungo i fianchi. Si stava trattenendo e non lo avrebbe fatto per molto. Mi avvicinai a lui e gli poggiai una mano sul braccio cercando di tranquillizzarlo.
"Lascialo perdere Ryan" dissi in un sussurro
"Che c'è bambina, adesso che hai fatto pace con il tuo amichetto non ti servo più? Te la sei sbattuta tu al posto loro vero?" Arrossii violentemente e lo fissai con gli occhi spalancati, non potevo crederci. Non era il ragazzo che mi aveva aiutata; non si può cambiare così radicalmente. Distolsi per un attimo lo sguardo da lui e mi resi conto che dietro aveva un cinque ragazzi che guardavano la scena e sghignazzavano. Gli stessi che erano entrati insieme a lui.
"Non osare parlare così di lei" sentii ringhiare a Ryan prima di avventarsi a pugni stretti contro Gabriel.

"Basta fermatevi!" Urlai spaventata mentre Gabriel colpiva con un gancio la guancia di Ryan che si ritrovò a sputare sangue; lui sembrò non accorgersene e lo colpii dritto sul naso e poi allo stomaco. Gabriel incassò ma subito dopo cominciò a colpirlo violentemente sul viso e allo stomaco. Urlai spaventata cercando di dividerli ma Ryan mi urlò di stare lontana e si avventò contro Gabriel colpendolo ripetutamente...la scena era surreale, vedevo entrambi contorcersi dal dolore e sputare sangue eppure nessuno li fermava. Anzi i suoi amici ridevano di gusto e lo incitavano.
Con la coda dell'occhio vidi Gabriel puntare nuovamente Ryan e mi misi in mezzo sperando di non essere colpita da uno dei loro pugni. Chiusi gli occhi per lo spavento aspettando il mio destino; già mi vedevo con il naso rotto in ospedale...ma non successe nulla.
Aprii gli occhi e vidi Marius allontanare Gabriel che mi fissava sghignazzando
"Ci vediamo presto ragazzina" disse facendomi l'occhiolino prima di uscire dalla porta del locale.
Marius mi diede il resto della serata libera dicendomi di non preoccuparmi e che avrei recuperato l'indomani durante la festa.
"Occupati di quella testa calda" mi disse sorridendomi rivolgendosi a Ryan che era seduto poco lontano su uno sgabello.
Mi avvicinai piano a lui. Era davvero incazzato nero, i suoi occhi ardevano e non mi guardava nemmeno.
"Ehi" dissi prendendogli la mano "andiamo nel retro devo disinfettarti queste ferite" dissi trascinandolo.
Lui continuava ad ignorarmi, non mi guardava e non mi rispondeva. Presi il kit del pronto soccorso dal bagno e gli intimai di sedersi nella panca dello spogliatoio ma non si mosse di un millimetro.
Voltò il suo sguardo verso di me e un brivido mi percorse la schiena "Come diavolo ti salta in mente di metterti in mezzo? Potevi essere colpita! E che cazzo vuol dire che sei stata tutta la sera tra le sue braccia Katie?" Sbotto infuriato inchiodandomi al muro.
Adesso capii e sorrisi lievemente per non farlo arrabbiare ancora di più, era geloso di Gabriel.
"Rispondi cazzo. C'è stato qualcosa tra di voi?" Quasi urlava. Io cercai di rimanere seria, era davvero sconvolto e se da una parte mi dispiaceva terribilmente dall'altra mi sentii lusingata.
"Non c'è stato niente Ryan rilassati" gli dissi accarezzandolo. Lui mi spostò la mano e non si mosse. Era nervoso anche se provava a mantenere la calma, lo si vedeva dallo sguardo.
"Quando mi ha soccorso mi ha trovato mezza nuda, ero davvero molto spaventata Ryan. Tremavo e singhiozzavo per lo shock. Mi ha dato la sua felpa per coprirmi e poi mi ha presa in braccio e fatta tranquillizzare" lo sentii sbuffare e il suo respiro tornare e regolare. Ma era ancora rigido "Non c'è stato altro Ryan te lo assicuro. Non si è comportato come ha fatto oggi non so cosa gli sia preso, non lo avrei mai abbracciato se lo avessi saputo" gli poggiai una mano sul petto e sentii sotto le dita il cuore pulsare veloce.
"Quando ha detto di come ti avrei scopata al loro posto avrei voluto ucciderlo" disse in un soffio con la voce roca.
Gli poggiai una mano al petto e cercai il suo sguardo; ormai lo scontro era finito e lui piano piano sembrò tranquillizzarsi. Incrociò lo sguardo con il mio e in un attimo mi schiacciò contro il muro cominciando a baciarmi con ferocia, lo afferrai per i capelli e glieli tirai mordendogli il labbro, lo sentii gemere e sorrisi felice dell'effetto che gli provocai. "Stai giocando con il fuoco ragazzina" disse afferrandomi per le natiche e portando le mie gambe intorno al suo bacino.
Un piccolo urlo scappò dalle mie labbra e lo sentii sorridere sulla mia bocca mentre mi dava una pacca sul sedere. Il mio corpo fremeva, era un miscuglio di emozioni e sensazioni; mi sembrava di impazzire, stavo letteralmente perdendo la testa. Le sue mani accarezzarono la pelle nuda della mia schiena e cominciò a baciarmi dolcemente il collo per poi stamparmi un sonoro bacio sulle labbra.
Aprii gli occhi e vedendo stampato sul suo volto un sorriso soddisfatto arrossii violentemente, "sei selvaggia principessa" disse facendomi l'occhiolino, gli intimai di farmi scendere e tolsi le sue mani dal mio didietro
"Avevo detto di tenere le mani apposto" lo rimproverai. Un sorriso a trentadue denti comparve sul suo bel viso e il mio cuore perse un battito "non mi è sembrato che ti dispiacesse" rispose sornione. Lo colpì con un leggero pugno sul braccio e dopo averlo obbligato a sedersi cominciai a disinfettargli tutte le ferite.

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