capitolo 10

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Erano successe così tante cose dall'ultima volta che avevo parlato con la mia migliore amica che quasi mi sentii in colpa.
La attesi davanti al cancello dell'Università e appena mi vide mi corse incontro con un sorriso stampato in volto, mi abbracciò velocemente e mi rimproverò per averla un po' trascurata.
Ci dirigemmo alle macchinette per prendere un caffè in attesa dell'inizio delle lezioni, quella mattina c'era più movimento del solito, gli studenti sembravano quasi in fibrillazione e non riuscivo a scorgere Ryan da nessuna parte. Decisi di ignorare tutto il trambusto che c'era intorno a noi e cominciai ad aggiornare la mia amica di tutto quello che era successo. Quando le raccontai dell'aggressione i suoi occhi divennero lucidi e mi strinse forte a se, per poi lodare a gran voce Gabriel.
"In realtà si è comportato in maniera abbastanza strana" le dissi "quella sera mi è stato vicino ed è stato molto dolce con me, ma l'indomani si è come trasformato. Lui e Ryan hanno anche discusso pesantemente"
"Certo che è strano; è stato molto sgarbato e aggressivo Katie non mi piace neanche un po' questo tizio"  continuai il mio racconto senza tralasciare alcun dettaglio specialmente quelli che riguardavano me e Ryan.
"Quindi adesso state insieme?" Mi chiese entusiasta e desiderosa di dettagli piccanti
"Non saprei...ci siamo baciati due volte e lui è sempre più protettivo nei miei confronti, ma non è stato definito nulla ancora" dissi rabbuiandomi all'improvviso rendendomi conto che effettivamente tra me e Ryan non c'era qualcosa di definito, e questo poteva voler dire che si sentiva e vedeva con altre. Il solo pensiero mi fece venire un immenso magone al centro del petto e Giulia si rese subito conto del mio cambiamento di umore.
"Ryan ti conosce, vedrai che non farà cazzate"
L'abbracciai di getto, ero felice di poter contare su qualcuno e lei era sempre così schietta che mi faceva riflettere molto.
"Domani hai il giorno libero giusto? Andiamo a ballare e facciamo schiattare Ryan di invidia. Vedrai come si darà una mossa" scoppiammo a ridere e ci dirigemmo in fretta verso l'aula.

Io e Giulia avevamo materie diverse così ci dividemmo con la promessa di vederci la sera stessa al locale; mentre camminavo per i corridoi mi diressi al bagno per darmi una rinfrescata ma delle voci mi trattennero dall'entrare.
"Avanti..so che non puoi resistermi te lo leggo negli occhi" era la voce di una ragazza e stava parlando con un ragazzo, non riuscivo a distinguere i suoi tratti dato che era poggiato ad un pilastro. Ma potevo vedere chiaramente lei e i suoi capelli rossi, aveva uno sguardo languido e seducente e sembrava avvicinarsi molto maliziosamente al ragazzo in questione.
"Ci siamo divertiti molto quella sera, lo hai dimenticato?"
Non riuscìi a distinguere la voce di lui, parlava troppo piano ma lei aveva qualcosa di vagamente familiare. Ero sicura di averla già vista; non si deve origliare lo sapevo bene ma qualcosa mi costrinse a restare lì impalata ad osservare la scena.
Improvvisamente lui si scostò da lei, le cingeva i fianchi.
Quelle mani...quella risata...
Vidi lei mettersi sulle punte come a volerlo baciare e un istante dopo lui uscii dal suo nascondiglio.
Era Ryan, il mio Ryan. E lei era la rossa che aveva conosciuto al locale.
Sentivo gli occhi pizzicarmi e i piedi muoversi velocemente per sfuggire a quella scena. Non volevo vedere altro; sentire la sua risata e vedere le sue mani sul suo corpo era già stato sufficiente...come potevo essere stata così stupida? Lui innamorarsi di una ragazza come me? Impossibile.
Mi diressi velocemente in aula, la lezione era già cominciata e dopo aver chiesto scusa al professore mi sistemai al primo posto disponibile per non recare ulteriore disturbo; provai a concentrarmi sulle lezione con scarsi risultati quando improvvisamente sentii la porta aprirsi.
"Ragazzi, interrompo un attimo la lezione per presentarvi un nuovo studente, Gabriel Hoeclin"
Alzai lo sguardo e vidi i suoi occhi puntare verso di me. La giornata non poteva andare peggio di così.

Finite le lezioni mi diressi il più in fretta possibile verso l'uscita, non avevo nessuna voglia ne di incontrare Ryan ne di incontrare Gabriel.
Non riuscivo a togliermi dalla testa la sua risata con quella smorfiosa; che diamine ci faceva con lei? Si erano rivisti dopo quello che c'era stato tra noi?
La strada mi venne improvvisamente bloccata proprio da lei, mi guardava dall'alto in basso con un atteggiamento di stucchevole superiorità; certo, non si poteva certo negare che era davvero bellissima. Aveva dei lunghi capelli rossi, la pelle chiarissima ed un corpo mozzafiato. La fissai con uno sguardo interrogativo sul volto.
"Senti tu" disse acidamente avvicinandosi a me "ho un nome e non ho tempo da perdere" ribattei fronteggiandola
"Sei l'amichetta di Ryan tu giusto? Beh dagli questa." Disse lanciandomi un bracciale di cuoio. Il bracciale che avevo regalato a Ryan per il suo compleanno l'anno precedente e su cui erano incise le nostre iniziali..."Lo ha dimenticato la notte scorsa a casa mia" disse sprezzante ridendo alla mia espressione confusa e ferita. "Pensavi davvero di poterlo avere tutto per te? Sei solo una stupida" e se ne andò lasciandomi in piedi senza la forza di controbattere e con il cuore in frantumi.

Ryan mi chiamò diverse volte e mi inviò diversi messaggi ma non risposi a nessuno di questi e spensi il telefono. Non feci altro che piangere tutto il pomeriggio, guardando quel braccialetto con il cuore spezzato. Per lui era importante quel bracciale o almeno così mi disse la sera che glielo regalai, suggellava il nostro affetto e la nostra amicizia. E allora perché diamine lo aveva lei? Forse non ero abbastanza importante per lui? D'altronde per vedersi con un'altra non poteva che essere cosi...eppure le sue reazioni mi erano sembrate così vere, così sincere...avevo davvero pensato che tra noi potesse esserci qualcosa, che il sentimento che covavo da tempo fosse ricambiato. Avevo sofferto molte volte vedendolo baciarsi e fare lo stupido con altre ragazze e Giulia mi era sempre stata vicina dicendomi di concentrarmi su altre persone, che prima o poi si sarebbe accorto di me...sicuramente il suo unico obbiettivo era quello di portarmi a letto. Pensai asciugando delle lacrime che mi solcavano le guance...

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