Capitolo 17

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La sera al locale passò velocemente e per fortuna Gabriel non si fece vedere. Avevo un po' d'ansia ad incontrarlo dopo la lite con Ryan e la porta sbattuta in faccia. Chissà cosa mi avrebbe detto, sarebbe stato più sgradevole del solito e Ryan non avrebbe più resistito,sarebbe finita molto male.
Raggiunsi velocemente Ryan che attendeva all'ingresso, dopo quello che era successo veniva a prendermi ogni sera e talvolta restava al locale a dare una mano con gran piacere di Marius. Gli diedi un bacio sulle labbra e lui mi prese per i fianchi e mi strinse forte a se mordicchiandomi e approfondendo il bacio.
"Vuoi dormire da me?" Gli proposi con sguardo malizioso. Lui mi guardò con un sorriso divertito.
"Non ti è bastata la lezione di stamattina; devo andarci giù più pesante allora" disse facendomi l'occhiolino; con Ryan era impossibile restare seri troppo a lungo, mi faceva ridere di continuo e mi metteva di buon umore.
"Sei un po' ammaccato non credo che potresti reggere certi ritmi stanotte" dissi provocandolo un po'.
Lui mi sorrise con uno strano luccichio negli occhi e cominciò a baciarmi dolcemente mentre le mani salivano sotto la gonna della divisa; mi accarezzò l'interno coscia provocandomi un brivido. "Ryan siamo all'aria aperta non possiamo" dissi spingendogli la mano divertita. Lui non rispose e mi fece poggiare la schiena contro un muro sorridendo sulle mie labbra, aveva qualcosa in mente glielo leggevo in quegli occhi dispettosi; cominciò a toccarmi il sedere fino ad arrivare al bordo delle mutandine; le afferrò e molto dolcemente me le fece scivolare lungo le gambe togliendomele. L'aria fredda cominciò a solleticarmi e un brivido mi percorse.
"Ryan, che diamine fai dammi i miei slip" dissi a bassa voce per non farmi sentire da nessuno.
"quali queste?" Disse aprendomele davanti sorridendo.
"Ryan! Smettila subito e abbassa quelle mutande" dissi cercando di prendergliele. Lui se le nascose dietro la schiena ridendo per poi tirarle fuori di nuovo; cominciò a farsele girare un su dito mentre io lo rincorrevo per cercare di prenderlo; lui scappava e me le sventolava davanti ridendo. Ad un certo punto si bloccò e andai a sbattere proprio contro il suo petto.
"Se le vuoi devi fare un giochino con me" disse con ghigno malizioso fissandomi.
"E sarebbe?" Sbottai infastidita guardando le mie mutandine.
"Ora saliamo in auto, e io ti toccherò per tutta la strada che ci condurrà a casa tua. Se riesci a fare la brava e a non venirtene sulla mia mano dormirò con te tutte le volte che vorrai e che me lo permetterai, perché amo averti tra le mie braccia mentre dormi e riavrai le tue preziose mutandine, altrimenti non ti toccherò più per un mese intero e queste me le tengo io" fissò la mia espressione sconvolta sorridendo malefico.
"Questo gioco non mi piace! È un ricatto!" Sbuffai spazientita.
"Ah si? Non ti piace?" Disse infilando una mano sotto la mia gonna e cominciando a stuzzicare il mio piccolo clitoride. La reazione del mio corpo fu spontanea, e un gemito mi sfuggì dalle labbra.
"Sarà più complicato del previsto accidenti" dissi a denti stretti mentre lo baciavo.

Salimmo velocemente in auto e prima di mettere in moto si avvicinò dolcemente a me "C'è una cosa che voglio tu sappia prima di proseguire" mi disse serio accarezzandomi dolcemente una guancia; "dimmi" sussurrai con un po' di preoccupazione e ansia nella voce.
"Sei stupenda Katie, davvero. Sei bellissima e hai un corpo fantastico che mi fa uscire letteralmente di testa. Farei tante di quelle cose con te che neanche immagini; ma non voglio nemmeno per un attimo che tu possa pensare che stia con te solo per il sesso.
Amo la tua risata, amo i tuoi occhi da cerbiatta che mi fissano, amo il luccichio dei tuoi occhi quando pensi qualcosa di sconcio o capisci una mia battuta, amo il tuo modo di guardarmi, amo quando spesso ti imbarazzi arrossendo e cerchi di coprirti, amo come ti preoccupi per me e quando sei gelosa. Dio mi farai davvero impazzire. E so che non sono perfetto e che ti faccio arrabbiare spesso ma credimi Katie, non c'è altro posto dove vorrei stare se non tra le tue braccia, non c'è altra donna che vorrei al mio fianco se non tu. Sei mia, sei soltanto mia. E avrò cura di te. Sempre" lacrime di felicità cominciarono a solcarmi le guance, sapevo che Ryan faticava ad affezionarsi e che stava provando davvero a costruire qualcosa con me ma questa per me equivaleva ad una vera e propria dichiarazione d'amore; e forse lui ancora non se ne rendeva conto.
Mi gettai tra le sue braccia e gli diedi tanti piccoli baci in tutto il viso; ero così felice.
"Ti amo Ryan. Ti amo così tanto" dissi saltandogli sulle gambe per baciarlo meglio.
"Forse un po' ti amo anche io" disse sorridendo imbarazzato.
"Adesso devo per forza vincere questa sfida; sempre se non vuoi tirarti indietro" dissi guardandolo di sottecchi.
"Metti la cintura e allarga le gambe donzella. Adesso ci divertiamo" disse rivolgendomi un sorriso sghembo.
Attaccai la cintura di sicurezza e alzai di poco la gonna per allargare un po' di più le gambe, il cuore mi batteva forte; non avevo mai fatto giochini del genere e sapere di farli con qualcuno che amavo e che mi amava, un pochino, mi fece venire il batticuore e un po' d'ansia. La sua mano si poggiò sulla mia coscia e cominciò pian piano a salire sempre di più fino a scomparire; iniziò accarezzandomi piano e questo mi fece venire brividi in tutto il corpo, lui sorrise alla mia involontaria reazione, e cominciò a giocare con il mio clitoride.
Le sue mani esperte giocavano con la mia parte più sensibile donandomi sensazioni uniche, mi accarezzava, mi stuzzicava e mi penetrava dapprima dolcemente e poi in maniera sempre più rude facendomi andare fuori di testa. Cominciai a gemere e ad inarcare leggermente la schiena per permettergli di toccarmi ancora di più, lui sorrise malizioso e si leccò le dita fatte di me "hai un buon sapore bambolina" disse facendomi eccitare all'istante ancora di più "spero tu vinca" disse alzando un sopracciglio. Non so per quanto avrei ancora resistito, me la stava rendendo davvero difficile lo stronzo. Prese il mio clitoride e cominciò a strizzarlo tra le dita mentre il dito medio mi penetrava; sentivo la testa girarmi, non riuscivo più a resistere al suo tocco.
All'improvviso la macchina si fermò e aprii gli occhi...eravamo giunti a casa mia.
"Ho vinto, ho vinto!" Dissi saltandogli a cavalcioni e cominciandolo a baciare felice. Abbassai lo sguardo sul cavallo dei suoi pantaloni, a quanto pare non era stata una sfida dura soltanto per me.

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