~Capitolo 11~

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《Ho detto fuori da casa mia!》
Guardo Asher Clinton, il figlio del rettore dell'università che frequento e mi viene voglia di sbatterlo sul bancone della mia preziosa cucina e fargli un'autopsia.
Mentre è ancora vivo, s'intende.

《Hey fiorellino, hai mai sentito parlare di feng shui?》il ragazzo in questione continua a bere il suo caffe annacquato senza scomporsi minimamente, al contrario mio.

《Hunter, sappi che stai rischiando la vita.》 il suo sorriso insolente se è possibile si allarga ancora di più su quel volto che ormai ho cominciato a detestare.

《Stai cercando davvero di infastidirmi così? Io non sono Joey, biscottino.》
Non riuscendo a trattenere un grugnito di disperazione, allontano i pancake e mi alzo per andare in camera mia con la scusa di prepararmi per la lezione, anche se in realtà sto solo cercando di mettere più distanza possibile tra me e l'odioso.

《Buongiorno Alba!》Leo mi guarda con un'espressione dolcissima, un misto tra gioia e stanchezza.
Sono tanto nervosa che quasi decido di non salutarlo nemmeno dato che non vorrei riversare su di lui tutta la mattinata piena di litigi con il piccolo Clinton, ma quando sul suo volto si apre uno sbadiglio che lo rende ancora più carino non posso fare a meno di ricambiare il saluto, seppur con un tono di voce basso.

《Hai litigato di nuovo con Asher?》annuisco abbassando il capo come se avessi cinque anni e fossi appena stata scoperta con le mani in un sacco di caramelle, nonostante il suo tono sembri solo esausto.
《Mi dispiace, sarei molto contento se la smetteste per un po'.》

Vorrei urlargli contro.

Vorrei urlargli che non posso farci nulla se il suo amico è insopportabile, se da tre giorni sembra non far altro che stuzzicarmi e aspettare con ansia che scoppi come una bomba a mano, vorrei dirgli che sto davvero pensando di cacciarlo via e se lui vorrà seguirlo che vada pure, tanto Joey non mi lascerebbe per Asher-sono-il-figlio-del-boss.

In realtà però il suo sguardo mi fa sentire in colpa... In colpa!
Quello mi tortura ed io mi sento in colpa!
Roba da matti.

《Forse potremmo fare una tregua.》
B

orbotto cercando di apparire il meno sconcertata possibile ma quando vedo il suo bellissimo sorriso tornare a squarciargli il volto, sento infondo alla mia mente la certezza che lo rifarei ancora e ancora.
Farei di tutto per vedere i miei amici felici, e se si tratta di Leo poi il tutto è ancora più accentuato dato che sembra nato per sorridere e quando lo fa l'effetto è identico al sole che si fa largo maestoso tra le nuvole scure di una giornata grigia e piovosa.

《Sei la migliore》 decreta felice prima di stringermi in un abbraccio che mi da pace seppur brevemente dato che dopo qualche secondo mi allontano da lui.

Ancora sorridendomi finge di non essersi accorto di questa mia avversione verso i contatti troppo lunghi e va in cucina per fare colazione mentre io con un peso in meno sullo stomaco vado a vestirmi.

Indosso i primi jeans che trovo nell'armadio e una maglietta dei nirvana nera, ma quando esco per tornare dagli altri sento un insolito silenzio che quasi mi fa temere per la mia incolumità.

Sono sicura che Asher sia dietro di me con un pugnale tra le mani ed un sorriso degno di Joker sul volto.

Mi fermo prima di entrare in cucina e cercando di non farmi vedere faccio la cosa che più di ogni altra adoro fare: origliare.
Mi accorgo subito dell'assenza di Leo, di cui sembra aver preso il posto Joey che si trova seduto al bancone accanto ad Asher, entrambi mi danno le spalle.

Il segreto della pioggiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora