~Capitolo 8~

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Il lunedì seguente sono ridotta uno straccio. Ho passato l'intera domenica a ripulire casa con l'aiuto del mio fedele amico di sventura: Joey.

Ciò però mi è servito a comprendere un concetto di fondamentale importanza: non permetterò mai più a Jay Jay di organizzare una festa a casa mia, a meno che non decida di prendersi lui tutte le responsabilità.
Il che implica sia il periodo pre festa che quello post!

《A che ora finiscono le lezioni?》chiede Ashley mentre guida verso la mia destinazione, interrompendo la sua esibizione di musica pop.
Questa ragazza potrebbe benissimo vivere con quel cretino di Joey, probabilmente ascolterebbero musica orrenda tutto il giorno, cantando a squarciagola come se ne valesse della loro vita.

《Ne ho diverse nel pomeriggio, quindi credo abbastanza tardi.》le rispondo decidendo di tacere sull'argomento "amici che ascoltano musica oscena", probabilmente mi si ritorcerebbe contro se li facessi davvero incontrare con in sottofondo la voce di Justin Bieber.
Per cancellare dalla mia mente questa scena tremenda torno a pensare ad un altro argomento triste: l'orario delle lezioni.
Praticamente ci sono state delle modifiche inutili e il lunedì, adesso, oltre ad essere un trauma per la fine del week-end, lo sarà anche per il gran numero di lezioni che dovrò seguire nel pomeriggio. Non posso farcela!

Fortuna che una di queste è diritto giornalistico e almeno avrò Leo al mio fianco.
Mi allontano qualche secondo dalla realtà pensando al mio amico appena sveglio: è un orsacchiotto! Davvero, mi fa più tenerezza lui dell'orsetto con cui dormivo da piccola.
Peccato che abbia distrutto ogni briciolo di bene che provavo verso di lui andandosene via domenica mattina, lasciando a me e Joey l'arduo compito di cacciare via tutti i superstiti che si sono svegliati sul pavimento del salone di casa mia.

《Se non sei troppo stanca puoi passare al lavoro da me e mangiamo qualcosa lì. Smonto alle sette.》propone la mia vicina, nonchè tassista momentanea.

《Ti dispiace se porto degli amici?》le domando riferendomi a quei due mal capitati che stasera mi pagheranno la cena.
No, non li ho ancora assolti per avermi convinto a dare quella stupida festa, grazie alla quale ho scoperto che l'alcol può arrivare in posti di cui non sapevi nemmeno l'esistenza.

《Assolutamente, almeno avrò il piacere di conoscere i tuoi amici.》accetta Ashley sorridendo, ed io evito di dirle che uno dei due in questione sia il tizio strano che ha accolto lei e Jackson alla festa di sabato.
Sono sicura che potrebbe ripensarci altrimenti.

Cinque minuti dopo sono nei corridoi dell'università di San Diego che aspetto che questa stupida macchinetta riempia il più possibile il mio bicchiere di caffè espresso.
Ci sono certi giorni in cui l'unica cosa capace di farti sopravvivere un'ora in più è l'amore, ragazzi, un abbraccio cambia tutto: e come è capace di abbracciarmi il caffè, facendomi sentire a casa, non lo è mai stato nessuno, nemmeno gli abbracci del mio ex sono mai stati all'altezza!

《Credi davvero che fissandola con tanto entusiasmo, la macchinetta si sentirà amata e produrrà più caffè?》chiede Joey sbucando dal nulla.
Ha la stessa voglia di vivere che oggi mi caratterizza.

E ci credo.

《Credi davvero che mi importi se il mio sguardo fisso imbarazzi questa stupida cosa?》gli domando e lui fa un segno di assenso con la testa, come ad arrendersi.
Bene, almeno una cosa qui in mezzo è chiara: sono io che comando.

《Leo continua a ripetere che la festa lo ha sfinito ed io ho tanta voglia di prendergli la testa e sbatterla contro questa macchinetta del cavolo. Magari lo capisce che non ha fatto niente negli ultimi tre giorni e che non ha nessun motivo valido per essere stanco.》mi spiega il mio compagno di depressione per un giorno

Il segreto della pioggiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora