~Capitolo 31~

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Un filo di luce che, passando attraverso la finestra, punta direttamente sulle mie palpebre chiuse, mi costringe a sotterrarmi con le coperte: gli occhi così pesanti da sembrare due massi.
Il mio stomaco brontola, ma sono troppo stanca e tra morire di sonno e morire di fame scelgo decisamente la seconda opzione, senza nessun ripensamento.

L'aria però inizia a farsi decisamente poca, sotto le coperte, e l'ossigeno sembra mancare completamente, quindi alle due opzioni precedenti aggiungo la morte per soffocamento e, quasi senza farci caso, scelgo che sarebbe troppo anche per me.

Tolgo le coperte dal viso, ma sono ancora decisa a tornarmene nel mondo dei sogni, quindi prendo il cuscino e lo metto sugli occhi, il sole sembra essere sparito per sempre ed io non potrei essere più fiera di me.

Almeno fino a quando il collo non inizia a farmi male, dunque ancora una volta aggiorno la mia lista mentale, aggiungendo un'ulteriore morte, ovvero quella che subirei se d'un tratto mi si spezzasse l'osso del collo.

Realizzo che, essendo Natale, non è un buon giorno per morire e, dopo aver sbuffato per almeno cinque minuti, mi alzo dal letto matrimoniale tanto comodo quanto enorme e mi dirigo in cucina.

Quando realizzo che sono solamente le nove del mattino, stento a trattenere le lacrime, sì sembrerò pazza ma io amo dormire quasi più di quanto ami il mio ragazzo. Sto per prendere del caffè per metterlo sul fuoco quando mi blocco e spalanco gli occhi: ho appena pensato di essere innamorata di Asher?

Sto impazzendo.

Che sta succedendo alla mia giovane e disillusa vita?

Cerco di distrarmi cucinando qualcosa, ma nulla, dalla mia mente quel verbo non accenna ad uscire nemmeno per un secondo. Cosa sto combinando?

Impasto dolci allo zenzero come piacciono a Joey, mentre penso a come la situazione mi sia sfuggita di mano.
Inforno la torta di mele, la preferita di Leo, riflettendo su cosa dovrò fare adesso.
Preparo i pancake con la crema di pistacchio che tanto ama Asher mentre decido di starmene zitta, non gli dirò mai che lo amo, chissà come la prenderà.

Sento dei passi lenti avvicinarsi alla cucina e quando, per la prima volta da quando ho messo piede in questa stanza, alzo lo sguardo dai fornelli, vedo un meraviglioso Asher mezzo addormentato che viene verso di me, con quella tuta grigia che farebbe sembrare tutti dentro un sacco di patate mentre lui sembra un dio greco venuto in terra solo per mostrarci quanto misera sia la nostra vita da mortali.

Perfetto, sto anche delirando.

《Buongiorno amore》, dice lui con sguardo ancora assonnato, sorridendomi beato come se avesse appena visto l'unica cosa capace di rendergli la giornata migliore. Deve sicuramente essersi accorto della crema al pistacchio.

《Buongiorno am... Asher》 faccio io, pronunciando il suo nome un'ottava più in alto del mio solito tono di voce: mi illudo che se fingerò non sia successo, non se ne accorgerà nemmeno.

《Va tutto bene?》 domanda guardandomi con gli occhi leggermente assottigliati, come se stesse cercando di studiarmi... sempre che non sia miope e semplicemente non ci veda.

《Certo che sì, sono da sola qui, ti sembro una che fa a pugni con la sua testa?》 domando retoricamente prima di mettermi a ridere. Mi accorgo solo dopo un po' che sto ridendo da sola, quindi la smetto di colpo.

《E allora potresti spiegarmi come mai è solo mezzogiorno e tu hai cucinato per un reggimento di soldati?》

Guardo l'orologio e sì, ho passato tre ore a cucinare.

Mi lascio andare sulla sedia, comprendendo da sola di essere stata un po' troppo melodrammatica, il che non ha senso, in fin dei conti non intendo dirglielo e lui non è Edward Cullen, non può leggermi nella mente no?

Il segreto della pioggiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora