~Capitolo 6~

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《Dovreste darmi il numero di questa pizzeria.》 dico tra una fetta di pizza e l'altra
《Ma tu non mangiavi solo mele?》 chiede John o come cavolo si chiama riferendosi al mio pranzo di oggi.
《Si torna sempre dove si è stati bene James, ricordalo.》

Leo scoppia a ridere e James mi guarda male quindi capisco che c'è qualcosa che non va.

《Che ho fatto stavolta Jay?》
《Mi chiamo Joey, cavolo.》
Leo, se è possibile, ride ancora di più.

《Sei così melodrammatico! Mia nonna Lucy da diciannove anni mi chiama come mia cugina e viceversa.》

Alza le mani in segno di resa e borbotta qualcosa di incomprensibile.

Passiamo la serata guardando vecchi film e ridendo, poi a Leo arriva una chiamata ed io approfitto della sua distrazione momentanea per lanciare dei pezzetti di pizza avanzati a Jay, che inizialmente nemmeno se ne accorge.

《Dimmi...Io non posso, ti mando Joey...okay, a dopo.》 ascolto distrattamente una frase o due prima che il ragazzo chiuda la chiamata, ma lo sbuffo di Joey credo lo abbiano sentito anche da Marte.

Inizialmente non capisco se vuole uccidere me o Leo, ma quando realizzo che non si è nemmeno reso conto che ha della pizza tra i capelli, decido di rimanere in silenzio aspettando che se ne accorga, anche se il mio sorriso vittorioso è fin troppo evidente.

《Cosa vuole stavolta il coinquilino del cuore?》 domanda il ragazzo in questione con la voce che trabocca di sarcasmo, io ovviamente fingo di essere troppo impegnata ad osservarmi le unghie per prestare loro attenzione ma in realtà muoio dalla voglia di sapere di più sul figlio del rettore.

《La moto lo ha abbandonato quindi ha dovuto avvisare il grande capo e adesso, a malincuore, si trova a casa dei suoi, ma anche la loro auto è guasta quindi è a piedi.》
Jay Jay annuisce come se avesse già compreso il problema, senza nemmeno avere bisogno di ascoltare altro.

《Okay, lascio Alba e lo passo a prendere.》 alzo gli occhi dalle mie mani e li guardo dispiaciuta: e così finisce la nostra serata.

Mi trascino verso l'auto cercando di nascondere la delusione, non dico che muoio dalla voglia di passare il mio tempo con loro ma odio stare da sola in quella casa.
Accendo la radio una volta salita in auto e mentre cerco una canzone decente Joey decide che è ora delle domande.

《Cosa ti ha portata a San Diego? Pensavo fossero ottime le università a Los Angeles.》
Il silenzio regna per qualche secondo mentre il mio cervello urla di avvalermi della facoltà di tenere la bocca chiusa, poi però mi sento troppo ingiusta nei suoi confronti, in fin dei conti questi ragazzi mi hanno raccontato molto di loro, qualche goccia della mia vita non farà male a nessuno, soprattutto in relazione all'oceano di cose che mi sono successe.

《Ho ricevuto una borsa di studio soltanto dall'università di San Diego.》 cerco come al solito di essere vaga, ma convincente. Forse questi due stanno iniziando a piacermi ma ciò che non mi piace è condividere i miei drammi con gli altri.

《Sei nata qui quindi?》
Vedo quasi i suoi occhi luccicare di curiosità, probabilmente non avrebbe mai pensato che le sue domande avrebbero ricevuto risposta da me, quindi dire che si sta gasando credo sia superfluo.

《Già.》 Taglio corto questa volta sperando che capisca che l'interrogatorio è finito.
《Ho capito non sei in vena di domande.》 Alza gli occhi al cielo cercando di nascondere un po' di esasperazione causata dalla mia avversione per le domande.
Anzi, in realtà direi per le risposte.
《Già.》 Non riesco a trattenere un sorriso sarcastico che ancora una volta decteta la mia vittoria e quando si volta per controllare di poter svoltare senza schiantarci con qualche auto, rivedo i pezzetti di pizza sui suoi capelli e dopo aver riso come una bambina davanti alla sua prima marachella, glieli tolgo pezzo per pezzo ignorando i suoi lamenti.

Il segreto della pioggiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora