~Capitolo 23~

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Arrivo a casa praticamente esausta, dopo aver passato un viaggio intero tra le urla di Joey che, non riuscendo a litigare con Asher dato che è rimasto nella sua bolla personale per praticamente tutto il tragitto, ha cominciato a piagnucolare sostenendo ancora che gli si fosse rotto l'amico.

Inutile, davvero inutile, sottolineare che io e gli altri due abbiamo preferito di gran lunga che ascoltasse le sue stupide canzoni pop a tutto volume, pur di non dover sopportare ancora i suoi piagnistei e adesso, dopo praticamente due ore di tortura, ho solamente voglia di chiudermi in camera e dormire fino alla fine dei miei giorni.

Ignorando tutti gli altri, che si buttano sul divano con una grazia invidiabile ad un branco di elefanti inferociti, mi dirigo verso la mia camera e il mio tanto amato letto per poi gettarmici sopra imitando il comportamento dei ragazzi di poco fa.

Il problema, però, è che ho un malfunzionamento di fabbrica che consiste nel non riuscire ad addormentarmi quando il mio corpo è stremato, quindi mi rivolto nel letto per almeno trentanove volte e, infine, quando perdo il piumone nei meandri della stanza, iniziando a sentire il freddo trapanarmi nelle ossa, sbuffo sonoramente e mi alzo.

Mi dirigo in cucina strisciando i piedi, con l'intenzione di farmi una camomilla o qualsiasi cosa sia capace di tranquillizzarmi e, se non dovesse funzionare, il passo successivo sarà costringere Joey a darmi un colpo di bastone in testa.

Rimpiango amaramente i tempi passati insieme a zia Sarah, alla donna più dolce e premurosa del pianeta intero, lei sarebbe corsa a preparare di tutto pur di vedermi stare bene.

Distaccarmi nuovamente da lei è stato davvero doloroso, come se stessero strappando via da me un organo vitale, qualcosa che mi tiene ancorata alla vita e alla realtà, ma ho finto che andasse tutto bene e, devo ammetterlo, il calore dei ragazzi mi ha aiutata molto.

No, loro non dovranno mai saperlo ovviamente, soprattutto baby Clinton.

Quasi come se lo avessi evocato con la mia mente, quando arrivo in cucina mi trovo davanti un Asher intento a prepararsi qualcosa di caldo, probabilmente anche lui presenta il mio stesso difetto di fabbrica. 

《Hey.》 sussurra verso di me alzando quasi impercettibilmente la testa in segno di saluto, quindi faccio esattamente la stessa cosa e mi avvicino a lui, ponendomi alla destra del microonde aspettando che il segnale acustico ci informi che la sua bevanda è pronta.

《Come va?》 domanda con il solo intento di infrangere questo silenzio imbarazzante, così pesante che sicuramente ci sta avvolgendo come una coltre di fumo.

Faccio spallucce guardando per terra, l'imbarazzo tra di noi non è mai stato tanto alto, quasi preferivo quando ci lanciavamo addosso ogni genere di insulti esistenti.

《Fingiamo un'altra volta che ti interessi, okay?》 lo supplico trovando d'un tratto le mie dita interessanti.

《A me interessa davvero.》risponde con un tono di voce quasi offeso ed io trattengo con ogni mia forza la voglia di ridere.

《Bene, se ti interessa allora, sono arrabbiata per come hai cacciato Nelson, sono arrabbiata per come hai ignorato Joey e sono arrabbiata perché sei un immaturo che non sa prendersi le proprie responsabilità!》 urlo, trovandomi a respirare compulsivamente quasi avessi appena corso una maratona.

Il microonde suona ma entrambi lo ignoriamo, continuando a guardarci in cagnesco.

《Per quanto riguarda Nelson- dice marcando con un tono di voce schifato il suo nome- andiamo, volevo aiutarti, mentre con Joey ho solamente evitato di litigare ed io non sono immaturo!》

Scoppio a ridere in maniera tanto inquietante che spero che gli altri stiano dormendo profondamente.

《Ma ti senti? Tu e quel ragazzo vivete per litigare! E sì, non sei abbastanza maturo da prenderti la responsabilità di uno stupido e innocente bacio!》 ancora una volta non riesco ad abbassare il tono di voce mentre il ragazzo di fronte a me sgrana gli occhi come se gli fosse appena arrivato un secchio d'acqua gelata in pieno viso.

Il segreto della pioggiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora