~Capitolo 34~

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Oggi ricominciano le lezioni ed è inimmaginabile quanto questa cosa mi metta di malumore. Negli ultimi giorni non ho fatto altro che oziare ed essere trascinata a feste a caso dai ragazzi.

L'ultima è stata quella di ieri sera. La decisione peggiore della mia vita.

Ovviamente non volevo andare dato che questa mattina mi sarei dovuta alzare presto, ma Joey ha messo su la sua espressione delusa ed ha iniziato a fare tremare il labbro dichiarando che avrebbe sfornato biscotti per tutta la sera se io non avessi accettato. Ed io ero cosi esausta di avere colonie di biscotti in casa che alla fine non ho avuto scelta.

Così adesso mi ritrovo davanti lo specchio del mio bagno con la testa pesante per il sonno e delle occhiaie profonde più delle cascate del Niagara.

Indosso le prime cose che trovo in giro per la stanza, cioè un paio di leggins invernali neri, un maglione grigio che ho rubato tempo fa a zia Sarah, un cardigan color panna lungo fin sotto le ginocchia e le Adidas logore che di solito indosso per andare a correre. Questo è il massimo che oggi possa fare.

Esco dalla mia stanza con la voglia di vivere alle stelle e mentre giro l'angolo per entrare in cucina sento un mal di testa atroce trapassarmi le tempie.

《Joey Young, sappi che non cederò mai più al tuo dannato labbro tremulo!》 grido in modo da farmi sentire dal mio amico ovunque si trovi in giro per la casa.

Prendo un vecchio bicchiere di Starbucks che avevo lavato e conservato e lo riempio con del caffè ancora caldo. Mi domando chi lo abbia preparato dato che di solito lo fa Leo, ma questa notte ha dormito a casa dei suoi, come dimostrano le condizioni di questa casa.

《Joey è già uscito, aveva delle cose da risolvere all'ufficio alunni.》
 Salto in aria quando la voce di Asher, seduto su uno sgabello alle mie spalle, arriva alle mie orecchie.
Tutto ciò, per inciso, non fa che aumentare il mio mal di testa.

《Clinton, cosa avevamo detto sulle tue comparse alla 007? Devi smetterla se non vuoi che io muoia prematuramente. Guardami: sono ancora troppo giovane per morire e allo stesso tempo abbastanza vecchia da non sopravvivere con soltanto quattro ore di sonno.》 sbuffo con ancora la caffettiera in mano.

《Alba, mio dolce girasole profumato, stai bene? Sembra che ti sia appena passato un camion di sopra.》 chiede mentre io lego i miei capelli in una coda alta, ma lenta per evitare di peggiorare il mio stato di salute sia mentale che fisico.

《Diciamo solo che odio profondamente Joey e lo stato di ansia e paura che mi infondono i suoi biscotti. Insomma quand'è che finirà tutto questo? Quand'è che ci ribelleremo ai suoi ricatti al sapore di cannella e cacao?》chiedo al mio ragazzo mentre cerco i miei occhiali da vista riposanti che tiro fuori solo in casi disperati come questo.

《Baby, lo sai che non si può competere con quel moccioso e i suoi biscotti. Cercare di bloccare questa sua ossessione sarebbe come convincere un bambino di cinque anni che Babbo Natale non esiste: impossibile》 Come potrei dargli torto?

《Coraggio, andiamo a compiere il nostro dovere di studenti, baby Clinton》 dico rassegnata mentre mi sistemo gli occhiali sul naso e afferro la mia borsa aspettando che Ash mi segua in ascensore.

Entriamo nella Charger e mentre il moretto mette in moto l'auto io appoggio la testa al finestrino e chiudo gli occhi.

Ma la mia quasi quiete viene interrotta dalla frase che il ragazzo al mio fianco si permette di pronunciare.

《Quasi dimenticavo: i miei ci vogliono a pranzo da loro oggi, dato che a capodanno non sono riusciti a conoscerti.》 afferma con una nota di panico nella voce facendomi prendere il secondo infarto della giornata.

Il segreto della pioggiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora