~Capitolo 10~

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Mi sveglio sentendo uno strano trambusto provenire dalla cucina, quindi decido di andare a controllare ma una volta aperta la porta della mia camera capisco che si tratta soltanto di una delle stupide canzoni oscene di Joey sparata a tutto volume.

Faccio il mio ingresso in cucina e lo trovo seduto su uno sgabello tutto sorridente mentre canta quelle cose che lui definisce canzoni ed io mal di testa.

Saluto Leo che sta preparando delle uova strapazzate e senza dire una sola parola fulmino con lo sguardo Joey mentre avanzo nella sua direzione, il poveretto mi guarda impaurito e inizia a temere per la propria incolumità, glielo leggo negli occhi.

Mi posiziono di fronte a lui, a dividerci soltanto il bancone della cucina. Quando meno se lo aspetta... SBAM! Sbatto le mani sul suddetto bancone e facendo leva sulle braccia mi sporgo verso di lui e con espressione abbastanza seria inizio a parlare

《In questa casa ci sono delle regole e la prima di queste è la più importante, vuoi avere un tetto sopra la testa? Rispettala! Togli immediatante questa canzone e la prossima volta che sento soltanto l'eco di una delle tue musichette oscene - sbatto di nuovo le mani - lì, a destra, trovi l'uscita. La macchina ti aspetta signorino! È chiaro?》

Lui tiene lo sguardo colmo di paura fisso nel mio autoritario, mentre prende il telecomando della radio e inizia ad abbassare il volume finché quel rumore fastidioso non scompare.

Soddisfatta gli tolgo l'ultimo biscotto della sua ciotola dalle mani e lo mangio mentre io borbotto qualcosa sul fatto che sono molto fiera di lui per quello che ha fatto e lui si lamenta del fatto che ho mangiato il suo ultimo biscotto al cacao, sostenendo che siano i suoi preferiti.

Leo ha un'espressione stampata in viso che è un misto tra divertimento ed esasperazione mentre divide le uova, ormai pronte, in tre piatti.

Sintonizzo la radio su un canale decente sul quale stanno trasmettendo "Next to me" degli Imagine Dragons.

Ci sediamo tutti e tre e mentre mangiamo le nostre uova parliamo della prossima sessione di esami e di quanto soltanto il pensiero già ci stressi.

Ad un certo punto suona il campanello, e Joey, lamentandosi del fatto che secondo lui lo sfruttiamo troppo, va ad aprire. Una volta aperta la porta d'ingresso rimane a fissare chiunque ci sia fuori di lì per circa dieci secondi, dopodiché richiude la porta e torna a sedersi sotto il mio sguardo confuso e quello di Leo che invece sembra aver capito tutto.

Mentre il più secchione della combriccola va a vedere chi c'è dietro quella porta che trema sotto i pugni di qualcuno, io decido di prendermi del caffè e, dopo aver preso la tazza preferita della mamma, quella rosa ed elegante, la riempio del caffè che lo stesso Leo ha preparato circa dieci minuti fa.

Fisso il frigo e sorseggio il mio caffè mentre i passi di Leo e di qualcun'altro si fanno più vicini, e smetto di guardare il vuoto quando capisco che il biondino del gruppo sta parlando con me

《Alba, è arrivato il nostro amico, lui è Asher Clinton...》
Mi volto di scatto ricordandomi che in questa città esistano diversi ragazzi con questo nome, ma...ma no! Io sono sfigata e quindi è proprio lui.

Inizio a sputare tutto il caffè che stavo per ingoiare sporcando terribilmente Joey che, per sua sfortuna, mi stava passando accanto. Lui scappa verso camera sua insultandomi ed io resto lì, immobile, a tossire con quei due davanti.

《Okay, mi sa che vi conoscevate già》 commenta Leo guardando me soffocare a causa del caffè che mi è rimasto in gola.

Anche Asher sembra abbastanza sconvolto, ma trova la forza per pronunciare quelle parole che mi fanno esplodere:
《Se la psicopatica muore io voglio starne fuori.》afferma rivolto al suo amico mentre prende una tazza dal bancone e la riempie di caffè.

Il segreto della pioggiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora