~Capitolo 29~

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Io e Leo costringiamo Asher e Joey ad uscire dalla piscina quando i due iniziano a litigare a causa di una palla di natale che, secondo il mio melodrammatico amico, baby Clinton avrebbe lanciato con troppa enfasi appositamente sulla sua fronte.

Ovviamente il mio ragazzo non perde occasione per discolparsi e per accusare Joey di razzismo: io e Leo a questo punto siamo rimasti scioccati e li abbiamo minacciati affinché andassero a vestirsi.

Ovviamente dopo siamo scoppiati a ridere, ma almeno abbiamo aspettato che quei due sociopatici non ci vedessero perché, ne siamo sicuri, se solo comprendessero quanto questa situazione ci faccia divertire, non smetterebbero mai di stuzzicarsi.

E quello sì che sarebbe estenuante.

Anche io e Leo andiamo a vestirci, dopo una doccia calda e nel giro di qualche minuto ci ritroviamo tutti e quattro stesi sopra dei piumoni, precedentemente posizionati per terra con solamente le luci degli addobbi ad illuminarci.

Mi ritrovo con la testa appoggiata sul petto di Asher e nel silenzio che ci invade non posso fare a meno di ascoltare il suono del suo battito cardiaco, che stranamente mi rilassa.

Non so, sarà sicuramente l'atmosfera calma o il fatto che finalmente ho trovato le persone giuste, quelle con cui non è necessario parlare per comunicare, quelle con cui il silenzio non è imbarazzante ma accogliente.

Sarà che finalmente non penso alla mia famiglia, oppure che in realtà sono diventati loro quattro la mia famiglia.

Chi avrebbe mai pensato che dopo qualche mese qui a San Diego avrei permesso ai tre ragazzi più strani che abbia mai conosciuto, di entrare nella mia casa.
Di entrare nella mia vita.

Ma soprattutto, chi avrebbe mai pensato che questi tre esseri sarebbero diventati il mio ossigeno, sembra esagerato lo so, ma senza di loro probabilmente sentirei come se mi mancasse qualcosa.

Ormai reputerei strano svegliarmi senza le urla di Joey ed Asher; senza vedere Leo che se ne sta tranquillo a leggere la sua rivista astronomica o il suo giornale.

Sarebbe strano senza le stupidaggini di Joey, la sua estrema sensibilità che nasconde a tutti tranne che a noi tre, senza i suoi biscotti e la sua voglia di feste.

Per non parlare di Leo, come potrei vivere senza la sua calma, la sua dolcezza e la sua risata.

È strano, a volte siamo tutti così simili da sembrare davvero una famiglia.

E infine, come potrei vivere senza il mio Asher? Senza la sua capacità di farmi arrabbiare, di farmi sorridere e di farmi scoppiare il cuore d'amore in soli due minuti.

Quasi senza accorgermene mi stringo di più a lui e alzo la testa per guardarlo, trovandolo già con gli occhi puntati verso di me ed un sorriso dolce a squarciargli il volto.

Sorrido di rimando, pensando a come non potrei fare a meno di lui.
Di tutti loro.

Mi viene in mente solo adesso che tra qualche giorno sarà Natale ed io, per la prima volta da tanti anni, non sento il vuoto allo stomaco al pensiero dei miei genitori.

《Che farete a Natale?》 domando curiosa, sussurrando per non rompere del tutto il dolce silenzio che continua a regnare.

《Dal Boss》, risponde Ash sussurrando a sua volta, facendomi sorridere per il soprannome dato al padre.

《In famiglia》, dice invece Joey, che tra l'altro non so nemmeno dove si trovi esattamente dato le luci basse.
《Idem》, lo segue Leo ed io annuisco, dandomi mentalmente della stupida visto che nessuno di loro può vedermi.

《Tu che farai?》 chiede Leo riferendosi a me dopo qualche secondo di completo silenzio.
《Non so, Zia Sarah sarà impegnata con il lavoro》.

E come prima, nessuno risponde e il silenzio torna a posarsi su di noi come un lenzuolo invisibile, almeno finché dalle mie labbra non esce una riflessione.

Non so come mai, generalmente non mi faccio scappare questo genere di cose davanti agli altri, per anni non sono riuscita a nominare mamma e papà nemmeno davanti a zia Sarah, ma la familiarità in cui mi sento immersa con loro tre mi fa sentire a mio agio, tanto da parlare tranquillamente di tutto.

《Quando ero piccola lo passavo sempre allo chalet con mamma e papà》.
Credo di aver utilizzato un tono di voce talmente tanto basso da essere a metà tra un pensiero ed una riflessione a voce alta.

Non so se gli altri abbiano sentito o meno, escluso Asher, che inizia a muoversi quasi compulsivamente a causa del panico.

Ricordo solamente adesso che è l'unico al corrente della mia situazione familiare, forse prima o poi dovrei parlarne anche con gli altri.

Non voglio tenerli all'oscuro perché non mi fido di loro o stupidaggini del genere, semplicemente non mi va molto di ricordare.

《E anche quest'anno saranno lì?》 domanda Leo facendomi scuotere la testa, nuovamente, come se potessero vedermi.

《No》, rispondo semplicemente, e probabilmente se fosse un'altra situazione, il fatto che Asher sembri sul punto di dire frasi a caso pur di cambiare argomento, mi farebbe scoppiare a ridere.

Rimaniamo ancora una volta in silenzio, probabilmente la mia risposta secca deve aver destato qualche sospetto in Leo.
Decisamente non penso che Joey abbia ascoltato oltre la parola "chalet".

《Hai uno chalet?》 domanda, appunto, Joey.
Ah, quanto conosco bene quel ragazzo.

《Sì》 rispondo sorridendo per averci azzeccato e cinque secondi dopo, ricordandomi di quanto fosse bello quel posto, decido che potrei passare lì le feste.

《Credo che ci andrò》, concludo nel silenzio generale e finalmente Asher sembra calmarsi, probabilmente perché finalmente l'attenzione non è più puntata sulla mia disastrosa famiglia.

Mi aspetto che Leo cominci a sommergermi di domande da un momento all'altro, facendo così uscire fuori il suo animo da giornalista incallito, ma la voce che mi distrae allontanandomi dal caos che c'è nella mia testa è quella del mio amico-sforna-biscotti.

《Da sola? Non lo permetteremmo mai!》 decreta facendomi quasi scoppiare a ridere.

Oh, andiamo, Joey mi adora, più volte mi ha confessato di essere per lui come la sorella che non ha mai avuto e sono sicura che mi proteggerebbe da ogni cosa come ognuno di loro, ma è anche quello che mi farebbe uscire di casa alle tre del mattino, da sola e senza auto per andare al supermercato a prendergli della farina nel caso finisse.

Già, Joey ha questa strana fissazione verso la farina: se manca, entra in panico.

Quindi non credo nemmeno un po' alla storia dell'amico protettivo che non mi lascerebbe mai senza guardia del corpo.
Se così fosse, probabilmente potrei convincerli informandoli dei miei anni trascorsi a fare boxe.
E del fatto che sono stata campionessa per tre volte.

《So stare da sola, tranquillo》 rispondo a mia volta reggendogli il gioco, ma come dicevo prima, conosco Joey come le mie tasche ormai, sono sicura di quale sia il suo vero intento.

《Sai, non sarebbe un problema per noi disdire con le nostre famiglie, in fin dei conti le vediamo sempre!》 continua lui facendomi sorridere.

Sento che anche Ash, sotto di me, sta sorridendo scuotendo la testa, probabilmente anche lui ha compreso le vere intenzioni del nostro amico, quindi rimaniamo in silenzio, senza degnare Joey di nessuna risposta.

《Uno chalet chi lo rivede più?》 domanda poi in maniera retorica, facendoci scoppiare definitivamente a ridere.

E mentre Asher e Joey tornano a litigare senza che io abbia capito bene come, io e Leo ridiamo come dei matti, soprattutto quando il mio ragazzo minaccia l'amico di buttare via tutte le sue scorte di farina mentre lui dorme, facendolo scattare verso la dispensa per correre a nascondere tutto nella sua stanza.

Ed è qui che comprendo di non poter desiderare Natale migliore.
Forse neanche vita, migliore, nonostante tutto.

Il segreto della pioggiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora