~Capitolo 37~

40 4 0
                                    

Oggi non è un buon giorno. Ogni singola volta in cui provo a non dare retta ai miei pensieri questi finiscono con il sommergermi. Ogni istante passato a pensare a lei mi distrugge il cuore, la mia anima sembra volere uscire dal petto e volare via, libera da questa oppressione illogica che la blocca qui, in questo squarcio di vita governato dal dolore e dal rimpianto.

Immersa nel mio buio personale non posso fare a meno di riflettere su quanto questo dipenda esclusivamente da me. Senza dubbio credo che mio padre e i suoi affari abbiano una grande fetta di responsabilità nella nascita del mostro che appesantisce il mio petto, ma io decido di nutrirlo ogni giorno.

Lo nutro quando non prendo nessuna decisione, gli do energia quando mi allontano da tutti quelli che possono metterlo a tacere per un po' e, infine, gli offro il suo piatto preferito quando ripenso a lei, quando i miei ricordi si giovano della sua immagine ed il mio petto viene trafitto ogni volta che il suo sorriso riaffiora, sfocato ed effimero come solo un sogno sa essere.

Qui, seduta sul bancone della cucina e con una tazza di caffè fumante tra le mani, sforzo un piccolo sorriso che però non è capace di sciogliere lo sguardo preoccupato che mi lancia Leo, ma non importa, sposto lo sguardo altrove.

Non so nemmeno come sia successo, un giorno cercavo informazioni su quel nome e scherzavo con Joey e Kyle e il giorno dopo mi sentivo bloccata nelle sabbie mobili, convinta che più mi sarei mossa e più sarei rimasta senza fiato. 

E come ogni volta, quando il dolore riaffiora così forte da non riuscire a sopportarlo, mi chiudo in me stessa, escludendo chiunque mi stia intorno, forse per orgoglio o per voglia di ostentare una forza che non ho. 

Oppure perché, consapevole di non poter più proteggere me, provo a farlo con loro. 

E mentre navigo in questa mia nube, una delle voci che mi mancano come l'aria seppure appartengano a persone che vivono nella mia stessa casa, giunge ovattata alle mie orecchie: Joey.

Alzo lo sguardo e lo trovo a guardarmi con speranza, istintivamente gli sorrido imbarazzata.

《Scusami Jansen, mi sono distratta, hai detto qualcosa?》domando con un tono di voce leggero, consapevole che un passo falso possa fare esplodere il mio amico.

Lui mi dona uno sguardo seccato e triste insieme, ma non si lascia scoraggiare 《dicevo che oggi uscirò con Angelina, te ne ho parlato ieri a cena, ricordi?》

Annuisco titubante mentre mi mordo un labbro, ma capisco subito di non essere una brava attrice perché noto lo sguardo preoccupato di Leo che mette una mano sulla spalla di Joey, il quale invece mi guarda con delusione.

《Amico, Alba non è molto con i piedi per terra adesso, è preoccupata per il test di psicologia e poi-》 Leo fa per difendermi alleggerendo per un po' il mio cuore, ma Joey non è in vena di essere clemente, non ancora almeno, quindi lo ferma prima che possa concludere il discorso.

《Oh no, il punto è un altro,  Alba mi sta totalmente ignorando!》

E lo so che è colpa mia, che quello che dice è la verità e che dovrei chiedergli soltanto di perdonarmi ma non ci riesco, quando lo sento inveire contro di me per di più con un tono che non ammette repliche, il mio cervello si infiamma ed inizio a sputare sentenze che in realtà non penso nemmeno.

《Oh certo Joey, perché tu devi sempre stare al centro di tutto, non è così?》istintivamente mi alzo dopo aver pronunciato queste parole e lo guardo dritto negli occhi con aria di sfida, i quali sembrano essere appena stati investiti da una valanga di emozioni contrastanti.

Dovrei fermarmi qui e farmi perdonare chiedendogli di saltare la lezione e raccontarmi di questa nuova ragazza mentre prepara dei dolci.

Ma non lo faccio.

Il segreto della pioggiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora