~Capitolo 12~

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Niente riesce a rilassare il mio cervello come sapere che oggi è venerdì e che questa è l'ultima lezione del giorno.

Una volta ho letto che se disegni qualcosa con il movimento degli occhi nello sguardo del tuo interlocutore potresti indurlo a concludere prima del previsto.
Per questo passo l'ultima mezz'ora di lezione a disegnare strane figure geometriche negli occhi del professore di inglese nel vano tentativo di farlo smettere di blaterare.

Alla fine smette e ci congeda augurandoci un sereno week-end.
Raccolgo le mie cose con una lentezza disumana, ma riesco comunque ad uscire prima che Grace, una ragazza ossessionata dalla perfezione, mi fermi anche oggi per capire se i suoi appunti sono completi e con tutti gli approfondimenti del caso.
Mi dispiace sorella, avresti dovuto fare più in fretta.

Mi fermo ai distributori automatici in fondo al corridoio e prendo degli M&M da portare a Joey dato che, da quando qualche giorno fa gli ho portato una Red Bull presa con lo sconto 2x1, pensa che questo sia il nostro nuovo modo per dimostrare affetto reciproco. Non me la sono sentita di contraddirlo, stava per piangere dalla felicità e dopo tutto il fatto che anche lui mi porti sempre qualcosa gioca a mio vantaggio.

Metto il pacchettino giallo nella borsa e sto camminando verso l'uscita quando delle voci attirano la mia attenzione e una grande folla di ragazzi e ragazze è accalcata attorno a non so chi.

Presa dalla curiosità mi avvicino e cerco di farmi spazio tra la gente a suon di gomitate, ringraziando mentalmente chiunque mi abbia insegnato a dare pugni.

Una volta al centro resto a bocca aperta davanti alla scena che mi si presenta: da una parte Asher con lo sguardo carico di odio e un graffio sulla tempia dal quale esce un rivolo di sangue, che traccia una linea sul lato destro del suo volto, dall'altra Nathan con lo sguardo sereno fisso sul mio odiato coinquilino. Non ci vuole un genio per capire come Asher si sia procurato quel graffio o perchè stia per caricare un pugno che probabilmente colpirà quel bel faccino che adesso sembra tanto sereno...

Prima che possa colpirlo riesco però a bloccargli il braccio e alternando lo sguardo sui due domando:
《Cosa sta succedendo qui? Perché stavi per picchiarlo? Non che mi dispiaccia, ovvio, ma perché?》

Il mio coinquilino fa per rispondere, ma Nathan lo precede rivolgendosi a me.
《Ehi fiorellino, hai finito di leccare i piedi al prof per oggi?》

Improvvisamente la voglia di salvargli la faccia mi passa e, dopo averlo guardato in malo modo per circa dieci secondi, sbuffo e mi sgranchisco il collo, rivolgo la mia attenzione a Clinton e, mettendogli le mani sulle spalle, lo fisso negli occhi
《Vai campione, per la patria!》

Lui sembra comprendermi al volo e dopo essersi assicurato che io abbia fatto due passi indietro uscendo così dal suo raggio d'azione, carica il suo prezioso pugno e lo infrange contro il bel visino di quel fighetto tutto fumo e niente arrosto.

Improvvisamente la sua espressione cambia, passando da calma ad assassina.
Una volta steso al tappeto mi sento orgogliosa del mio non amico come se fosse un campione e io il suo coach di wrestling, per poco non mi salgono due lacrimoni agli angoli degli occhi degni di una mamma alle prese con il primo appuntamento della sua unica figlia femmina.

Sono strafiera di te, mio caro non amico.

Nella mia testa parte la musichetta di John Cena e in un impeto di gioia smisurata prendo il braccio destro di Asher e, con lo sguardo rivolto a tutti gli studenti che formano un cerchio intorno a noi, lo alzo insieme alla mia voce imitando un tono da telecronista: 《Signore e signori, ecco a voi il vincitore di oggi! John Asher Cena Clinton! Che nessuno osi mettersi contro di me signori miei, altrimenti testerete Balestra, il suo pugno della mano destra!》

Il segreto della pioggiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora