~Capitolo 2~

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Un bus e un taxi dopo arrivo a destinazione e, una volta davanti la maestosa fontana dell'Università di San Diego, le mie ginocchia iniziano a tremare per l'agitazione.

E pensare che solo un'ora fa stavo sbraitando contro l'autista del bus intimandogli di sbrigarsi.

Cerco di scacciare via l'agitazione e scopro che la mia prima lezione universitaria in assoluto sarà di diritto giornalistico.

Okay, forse speravo in qualcosa di meno noioso, ma me lo farò andare bene.

Mentre mi dirigo verso l'aula in cui si terrà la lezione, penso a ripenso ad una questione di vitale importanza: dove mi siederò? Mettendomi nei primi posti magari riuscirei ad impressionare i professori, ma negli ultimi mi sentirei più a mio agio, lontana da quei malefici esseri messi lì con l'unico scopo di squadrarmi e giudicarmi

Quando arrivo davanti all'aula la porta è chiusa e capisco di essere in ritardo.
Mannaggia i posti saranno tutti occupati e io non potrò scegliere il migliore.

Apro la porta e rimango scioccata quando scopro che dentro non c'è nessuno se non un ragazzo che alza la testa dai suoi libri quando capisce che qualcuno ha aperto la porta.

Sono ancora lì, con la maniglia tra le mani e la bocca spalancata per lo stupore. Ero convinta che fosse questa l'aula.

《Scusa è qui che si terrà la lezione di diritto giornalistico?》
《Si.》
Mi risponde il ragazzo dai capelli ramati al quale mi sono rivolta. 

Continua a fissarmi come se fossi un molliccio ridicolizzato e allora gli domando:
《Ma dove sono tutti gli altri? Manca solo mezz'ora all'inizio della lezione!》

Il ragazzo scoppia a ridere, ma poi si rende conto che non stavo scherzando e si affretta a rispondermi
《Ti sbagli, manca ancora mezz'ora, non solo.》

《Oh.》
Riesco a dire prima di presentarmi e prendere posto accanto a lui che non sembra affatto dispiaciuto della mia presenza.
《Io sono Alba.》
《Piacere Alba, io sono Leo. Sei una matricola non è vero?》
《Beh sì, tu invece?》
《Io sono al secondo anno e questa è la materia più odiosa del mondo.》
Ridacchio alla sua affermazione e anche lui mi guarda divertito.
《No, sul serio! Voglio dire, io solitamente sono bravo e mi impegno molto per prendere dei buoni voti, ma l'esame di diritto giornalistico l'anno scorso l'ho ripetuto tre volte e tutte e tre sono stato bocciato!》esclama

《Io credevo fosse una di quelle materie noiose che chiunque riesce a togliersi dai piedi al primo appello.》 Affermo sorridendo ancora.
Questo ragazzo mette davvero di buon umore.

《È così infatti, sono io che sono un caso perso.》

Continuiamo a parlare e scherzare fin quando l'aula non si riempie ed entra il professore. Alla fine dell'ora saluto Leo e mi diriggo verso la prossima lezione.

Le ore passano e arriva il momento di recarsi in mensa per il pranzo.
Prendo un vassoio e lascio che le signore dietro al banco lo riempiano di strane poltiglie, poi passo la tessera dei buoni pasto inclusi nella mia borsa di studio e prendo posto in un tavolo vuoto.

《Ehi dolcezza che ci fai tutta sola?》mi chiede un ragazzo alto e muscoloso che ha appena preso posto accanto a me. Alzo gli occhi al cielo e mi giro a guardarlo. Devo ammettere che non è affatto male: i capelli scuri tirati all'indietro lasciano sfuggire dei ciuffetti che gli ricadono sulla fronte e i suoi occhi castani puntati nei miei sono davvero particolari.

Il segreto della pioggiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora