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Ora dopo ora l'attesa di quel momento si faceva tanto temere quanto desiderare, non riuscivo a capire se dentro di me ci fosse stata più paura del confronto con il mittente o il desiderio di affrontarlo. Volevo capire a tutti i costi perché lui avesse scelto proprio me, cosa mi aveva reso ai suoi occhi così tanto speciale? Si poteva parlare di selezione o di casualità? A breve avrei avuto tutte le risposte che cercavo.

Nel frattempo arrivò l'ora di cena, decisi dunque di fermarmi a mangiare da qualche parte vicino al luogo dell'appuntamento. Mentre camminavo mi fermai davanti a questo posto, si chiamava Golden dragon, era una tavola calda molto conosciuta in città in cui servivano pietanze d'ogni genere di origine orientale; preso dai morsi della fame entrai senza fare esitazioni.

All'interno del locale trovai un'atmosfera molto singolare ad accogliermi: vi erano pareti color bronzo contornate da dei rilievi di una tonalità beige opaca che richiamavano molto lo stile di arredamento asiatico, le luci donavano alla sala dei tratti ambrati e molto romantici, sembrava di essere tornati indietro nel tempo, di vivere un'esperienza all'interno di un'epoca ormai passata. Il tutto era reso ancor più speciale da un leggero brusio proveniente dai clienti seduti a consumare il loro pasto in maniera molto allegra ed anonima.

Ad interrompere il mio continuo meditare ci fu la voce squillante e con un marcato accento cinese di un cameriere ad accogliermi.
"Buonasera e benvenuto al Golden dragon! Desideri un tavolo?" domandò, facendo trasparire un insolito interesse nei miei confronti.

"Salve. Sì, sono da solo a cenare, c'è posto per caso?"  chiesi, con estrema insicurezza.
"Come mai sei da solo ragazzo? È insolito che qualcuno di così giovane venga a cenare qua senza nessuno!" esclamò il cameriere.
"Tra non molto avrò un appuntamento al Sien Lok Park con una persona, per questo sono qua da solo." risposi.
"Un appuntamento? è una ragazza vero? Avresti dovuto portarla qua a mangiare con te allora!" replicò il cameriere con aria molto allegra.
"Ehm... D-diciamo di sì." risposi, balbettando un po'.

Mentire non è mai stato il mio forte, l'ho sempre detto, fortuna che il cameriere non mi conosceva. Dissi ciò perché non ne potevo veramente più delle sue domande, avrei voluto solamente sedermi al tavolo e mangiare.

Se solo potessiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora