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Sistemai lo zaino sulle spalle e in poco tempo mi ritrovai lì, al Sien Lok Park: ci siamo, è giunto il momento. 

Quella notte il parco brillava di un chiarore quasi surreale: le luci provenienti dagli appartamenti dei palazzi circostanti insieme alla lucentezza della Luna donavano un'espressività ai dettagli anche più insignificanti di quel luogo che non era mai appartenuta a nessun posto in cui ero stato prima di allora: non mi era mai capitato di provare una sensazione così strana. 

Ero affascinato, il mio cuore era in tumulto ed un tepore deciso attraversò ogni lembo del mio corpo come un fascio di luce durante una mattinata estiva. Sentii le estremità delle mie dita raffreddarsi, il formicolio pungente del freddo che combatteva contro il calore corporeo. I nervi si stavano sciogliendo come burro lasciato al sole, un brivido m'attraversò infine ogni parte del dorso in un istante quasi impercettibile.

Sentii di trovarmi nel luogo giusto dentro ad un attimo perfetto, quasi intoccabile. Ed era giunta l'ora di scoprire perché il mio cuore mi avesse portato lì.
Iniziai a guardarmi attorno in cerca di un individuo qualsiasi, scrutando qualunque posto: ogni cosa faceva pensare che lì, in quel momento, ci fossi stato solamente io.

Continuai ad aspettare con trepidazione, girando all'interno del parco per decine e decine di minuti, ma non c'era anima viva oltre a me.

Niente, non vi era traccia di nessuno. Ero rimasto solo con me stesso, per l'ennesima volta.

“Dannazione! Ci avevo sperato, ci avevo creduto come uno stupido. È stato tutto inutile. Tutto quanto.” esclamai nella mia mente.
Avrei voluto sapere, perché quel gesto? Quelle parole, l'alone di mistero che le aveva circondate fino a quel momento è stata una delle poche cose ad avermi fatto sentire vivo, come un tutt'uno con ogni sensazione, ogni luogo, ogni odore ed ogni circostanza.

Se solo potessiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora