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«Cosa vi è saltato in mente!» urla Richard, il padre di Willis, infuriato. Al suo fianco, Laurence, il padre di Colton, è dello stesso umore.

Il ragazzo sente gli occhi pungere, non per la strigliata che va avanti da minuti, ma per la pulsazione sulla guancia, che deve essersi arrossata e avere il segno di cinque dita. Non ha il coraggio di alzare la testa, ma è sicuro che anche quella di Willis è dello stesso colore.

«Chi vi ha dato il permesso?» domanda Laurence, puntando le mani sui fianchi.

Silenzio.

«Ho detto: chi vi ha dato il permesso?» alza la voce.

Colton ingoia a vuoto e sposta gli occhi sulle scarpe dei rispettivi padri. «Nessuno...» mormora.

«Laurence, fermami prima che gli tiri un altro schiaffo» dice Richard.

Colton strizza le palpebre, impaurito di ricevere l'ulteriore colpo. Allunga appena due dita e trova il dorso della mano sinistra di Willis, lo sfiora con esse e le intreccia col suo mignolo. «Scusa» mima con le labbra.

Willis lo stringe a sua volta e scuote il capo.

«Guarda te se devo avere un pagliaccio come figlio» continua Richard.

«Non sono così male...» prova a parlare Willis, ma viene zittito dal padre con un gesto parecchio eloquente della mano.

I genitori di Colton e Willis non sono mai stati così severi, ma deve essere stato un vero shock veder tornare i propri figli in tempo per il pranzo conciati in quel modo. Non era quello che i due avrebbero dovuto fare con i risparmi di Willis, e Colton si pente di averlo costretto a seguirlo in quel capriccio da ragazzino.

Ma io sono un ragazzino, è normale sbagliare.

«Sono soltanto capelli» ribatte con un pizzico di coraggio. Era così eccitato di quel cambiamento, per mesi ha pensato a quale tinta sarebbe stata perfetta su di lui, alla fine ha optato per mantenere il suo colore originale, nero, ma le punte sono rosso fuoco e gli accarezzano dolcemente il collo.

«Il problema non è che sono soltanto capelli, ma che avete tredici anni e l'avete fatto senza il permesso dei vostri genitori» si intromette nel discorso Barbara.

«Non sono malvagi» dice Cynthia.

A Colton scappa una risata.

«Oh, per favore!» Laurence rotea gli occhi al cielo. «O tutti arrabbiati o nessuno, che esempio diamo?»

«Siamo sempre stati piuttosto elastici con lui» risponde la moglie.

In quel momento, Colton capisce che la conversazione è virata e loro due e le tinte non sono più al centro dell'attenzione. Non sa se sua madre l'abbia fatto per salvarli, ma la ringrazierà per tutta la vita. Fa un debole cenno col capo a Willis, scioglie la presa con le sue dita ed entrambi ne approfittano per svignarsela; vanno a sedersi sul divano in pelle nera del salotto, mentre i loro genitori si trovano nell'anticamera all'ingresso a discutere di loro senza più coinvolgerli.

«Scusa» ripete Colton.

«Non è colpa tua.»

Rimangono qualche secondo in silenzio e sentono i genitori dire che prenderanno un appuntamento dal parrucchiere per loro.

«Sono solo capelli, non abbiamo ucciso nessuno» dice Willis. Fa spallucce e allunga la mano verso la guancia di Colton, lambendola. «Vuoi del ghiaccio?»

Questi scuote la testa. «Sei messo uguale a me, anche se penso che tuo padre abbia la mano più pesante» ridacchia. Quando l'altro lo imita si toglie un peso dal petto. Pensava che Willis l'avrebbe incolpato, ha temuto di aver incrinato il loro rapporto, invece si trovano improvvisamente più uniti, a combattere per i loro assurdi diritti da ragazzi ribelli.

Desiderio CarnaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora