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I mesi sono passati: le prime verifiche e interrogazioni sono andate ed è arrivato il Natale. Colton e Willis l'hanno trascorso insieme alle loro famiglie nello chalet di montagna di quest'ultimo, lo stesso il capodanno, infine sono tornati alle loro solite vite tra scuola e lavoro. C'è anche un'altra cosa che però non è mutata. Anzi, non ha fatto altro che peggiorare: Colton si sente sempre più dipendente dal masturbarsi.

È normale, si dice. È qualcosa che accade a tutti i ragazzi della sua età che cercano uno svago nella scoperta del loro nuovo corpo fertile, tuttavia, per lui, le cose non sono affatto così. Non si masturba perché fantastica troppo su ciò che c'è sotto la gonna di una ragazza o su qualche video porno, si masturba perché ne sente la necessità, altrimenti il suo intero organismo ne soffrirebbe. Quando succede gli manca il fiato, si sente svenire. È assurdo, non sa spiegarselo neppure lui, ma è così.

Il piacere che ricava dal toccarsi è così reale da fargli dimenticare qualsiasi cosa e venire accolto tra le braccia del paradiso, ma basta concludere l'atto per ripiombare sulla Terra e scoprire di essere sporco. L'unica soluzione che trova per sentirsi di nuovo bene è ricominciare da capo. Così il ciclo continua e il suo umore non fa che essere trasportato su un giro infinito di montagne russe.

È diventato ingestibile andare a scuola, ogni ora ha voglia di sentire l'odore del sesso, di leccare le dita una volta finito. Vuole persino trovare una ragazza per fare sesso, lo desidera ardentemente, e ha solo tredici anni.

Non posso continuare in questo modo.

«Dobbiamo iniziare a organizzare il nostro compleanno.»

La voce di Willis riporta Colton sui sedili posteriori dell'auto di Barbara, che li sta accompagnando a scuola, e lo fa riflettere che mancano soltanto due settimane al 23 febbraio, giorno in cui è nato. Dato che dista solo undici giorni – dodici negli anni bisestili – dal compleanno di Willis, nato il 6 marzo, hanno sempre unito le date dei festeggiamenti.

«Facciamo la festa in terrazza, mamma?» domanda Willis.

«Basta che non invitate tutta la classe» replica lei con un'occhiata torva.

«Ma no, tanto il gruppetto di Tom è già da escludere, giusto?»

Willis si sporge verso i sedili posteriori nell'attesa di una risposta. Colton ha il volto imbronciato, un po' stralunato, ancora smarrito nelle sue meditazioni, ma riesce comunque a dire: «Certo.»

L'altro gli dà una pacca sulla coscia.

«Che c'è? Stai dormendo in piedi?»

«Sì... Un po'» mente.

Willis sembra crederci, dato che si risiede composto guardando la strada davanti a sé; Colton invece appoggia la testa sul finestrino, con la speranza che quelle ore passino il più velocemente possibile.


* * *


«Non ho voglia di andare agli allenamenti» borbotta Colton. Tira un calcio a un sassolino sul marciapiede e questo rotola davanti ai piedi di Willis, il quale lo calcia di nuovo, cominciando così una serie di passaggi che vedono il sasso come palla.

«Come mai?» si informa Willis con tono preoccupato.

Colton sbuffa, infila le mani in tasca e solleva le spalle.

Il motivo lo conosce benissimo: non resiste più, vuole andare a casa e masturbarsi fino a perdere la cognizione del tempo. Macché a casa, gli basterebbe trovare un angolo appartato e lasciare libero sfogo alla sua bramosia persistente. Deve darsi una calmata. Il problema è che neppure capisce perché per lui sia così difficile mantenere un comportamento decoroso.

Desiderio CarnaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora