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«Non puoi andare più veloce, Lucy?»

«No, non posso.»

«Fantastico...» sbuffa Willis. Incrocia le braccia e sprofonda nel sedile del passeggero. «In ritardo al primo giorno di scuola, davvero fantastico.»

Colton poggia una mano sulla spalla dell'amico, sporgendosi in avanti. «Non siamo in ritardo, dai.»

«Ringrazia che fossi a casa, piuttosto» riprende Lucy. «Altrimenti dovevate prendere il pullman e non sareste arrivati di sicuro in tempo.»

Colton torna seduto composto e osserva Willis attraverso lo specchietto retrovisore. È agitato, e la motivazione non è solo da ricercare nel disastro di quella mattina – la macchina di Barbara ha deciso di abbandonarli e i genitori di Colton ormai erano al lavoro –, ma c'entra anche Jade, con la quale il ragazzo ha litigato giusto qualche giorno prima.

Colton deve ammettere di aver gioito, soprattutto quando ha scoperto di essere stato la causa della discussione, ma non è affatto contento dell'umore pessimo di Willis. Ha persino pianto dal nervosismo. Nonostante abbia la lacrima facile, non gli è piaciuto ricevere una telefonata mentre il suo migliore amico era in lacrime. L'ha consolato, è andato da lui subito dopo, ha passato due giorni tra lui che alternava momenti arrabbiati ad altri avviliti, poi Willis si è impuntato che avrebbe sistemato tutto una volta tornati a scuola.

E oggi è il primo giorno di scuola.

Colton continua a osservarlo, nota una rughetta d'espressione sulla fronte, proprio tra le sopracciglia, e vorrebbe farla scomparire.

Non sarà un primo giorno facile, pensa, ricordandosi che quello sarà anche il giorno in cui paleserà al resto della classe la sua relazione con Harvey. Se prima, infatti, hanno continuato a mostrarsi solo come amici, adesso le cose sono cambiate, tra di loro, e Colton non ha la minima intenzione di nascondersi.

È qualcosa che ha deciso nel corso delle vacanze ed è arrivato a una sola conclusione. Chi se ne fotte di quello che pensano gli altri. Potevo baciare Michelle e Zoey, in aula, perciò perché non Harvey?, e Harvey sembra dello stesso avviso. Non è così debole come può apparire all'esterno.

«Eccoci arrivati!» annuncia Lucy una volta raggiunto il cancello scolastico. «Prego, slacciare le cinture di sicurezza e passare una buona giornata.»

Willis le lancia un'occhiataccia con le lenti giallo fluo e apre la portiera.

«Aha!» Lo ferma la sorella. «Non mi saluti?»

Il ragazzo borbotta, si allunga verso di lei e le stampa un bacio sulla guancia. «Grazie per il passaggio, sorellona.» Le lancia un sorriso sornione. «Ci passi a prendere a fine lezioni?»

«Neanche per sogno» risponde Lucy, con un occhiolino. «Prendete i mezzi o usate le gambine.»

Colton smorza una risata e si sporge sui sedili anteriori per salutarla, anche lui con un bacio sulla guancia.

«Ci vediamo a casa» dice lei, e Willis le fa il verso, per poi sbattere la portiera.

Colton è subito al suo fianco, agita la mano fino a quando Lucy non mette in moto, poi i due ragazzi varcano insieme la soglia del cancello. Non appena fanno qualche passo nel cortile, Colton agguanta per un braccio l'amico e lo fa voltare verso di sé. Willis lo guarda con cipiglio, ma lui non se ne cura, appoggia l'indice in mezzo alla sua fronte e l'accarezza su e giù.

«Non è il caso di entrare con questa faccia, che dici?» lo prende in giro.

«Che faccia?»

«Quella incazzata col mondo.»

Desiderio CarnaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora