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Colton sale le scale e si fionda con mancata voglia nella biblioteca della scuola, si dirige nella sezione di fisica e inizia a cercare i libri che la professoressa gli ha consigliato per esporli e rimediare al brutto voto dell'ultima verifica.

Sarebbe più facile chiedere all'addetto della biblioteca, ma Colton ha voglia di perdere tempo e non tornare a casa.

Passa in rassegna i titoli e sfoglia qualche libro, giusto per metterci ancora di più. Quasi quasi ci rimarrà per tutto il pomeriggio: qualsiasi cosa pur di non distrarsi tra un messaggio e l'altro con Tara, la ragazza che ha incontrato due giorni prima al bar.

Sono andate al diavolo le sue intenzioni di rimanere lontano dal piacere carnale. La sera stessa, il loro appuntamento si è concluso in un parchetto, al buio, con le mani infilate al di sotto dell'intimo bagnato reciproco. Il giorno dopo si sono scambiati messaggi parecchio equivoci, che gli hanno fatto venire un'erezione durante l'ora di matematica, ed è dovuto chiudersi in bagno. Lo stesso stava per accadere oggi durante letteratura.

Sospira e cammina velocemente verso i tavolini in fondo alla biblioteca, fa lo slalom in mezzo alle corsie mentre osserva le copertine dei libri, perso nei pensieri, ed è improvviso il grido di dolore che lo risveglia. Guarda ai suoi piedi e si accorge di un ragazzo dal cespuglio arancione che agita la mano destra e impreca a denti stretti.

«Impara a guardare dove vai!»

«Scusa, ero distratto.»

«L'avevo notato» ironizza il ragazzo e fa una smorfia contrita, alzando appena il capo.

Colton si ritrova specchiato in un paio di occhi chiari, tra il verde e l'azzurro. A quanto pare nemmeno la biblioteca può essere considerata luogo di pace e tranquillità, se è frequentata da ragazzi belli come quello inginocchiato di fronte a lui. E il fatto che sia inginocchiato è un ulteriore monito a scappare prima di essere investito da pensieri troppo impuri.

«Che male...» si lamenta ancora quello.

Colton lo fissa sventolare la mano, mentre la salivazione aumenta così come di fronte a un cibo prelibato.

«Potevi rompermela!»

Sorride e si abbassa su di lui, appoggiandosi al pavimento con un ginocchio, i libri vengono lasciati a terra. Gli afferra il polso e gli guarda le dita da più angolazioni. La pelle brucia all'istante a contatto con la sua, delicata, liscia, con qualche lentiggine spruzzata qua e là.

Dannazione se è bello.

«Non credo sia rotta» dice.

Il ragazzo rimane immobile, si lascia maneggiare e la sua espressione cambia: non è più arrabbiata ma piuttosto rilassata. Colton lo trova ancora più bello, gli fa venire voglia di provarci con lui.

«Pensala così» continua, «adesso avrai la scusa per non dare più la mano agli sconosciuti. L'ho sempre trovato un modo davvero fastidioso per presentarsi e salutarsi, non sai mai se la stretta andrà a buon fine.»

Il ragazzo lo guarda di sbieco prima di scoppiare in una fragorosa risata, che deve contenere subito dopo con la mano sana davanti alla bocca. Ha un che di civettuolo, ma forse è tutta impressione.

Una volta contenuta la risata, il ragazzo lo osserva ancora senza battere ciglio, poi nota i libri sul pavimento e domanda: «Sei del secondo anno?»

«Come fai a...»

Indica i libri. «Qualcosa mi dice che abbiamo avuto la stessa professoressa.»

«Devo recuperare uno schifo di voto.»

«L'ho dovuto fare anche io!» esclama.

Colton sorride e si porta indietro i capelli, mentre l'altro segue ogni suo movimento. «Quindi sei più grande» constata.

Desiderio CarnaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora