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«Che ti prende?»

Colton fa finta di non aver sentito la domanda che gli ha rivolto Willis, mentre sfoglia la rivista che Harvey ha lasciato sul letto prima di andare a farsi la doccia.

«Colton?»

Ancora nessuna risposta.

«Coltooon?» riprova Willis.

«Che cazzo vuoi.» Non è una domanda, ma un'affermazione detta col tono più duro possibile. Non ce la fa. Non può resistere quarantotto ore (che adesso sono poco più di trenta), non dopo ciò che è successo alla foce del fiume.

«Ecco, vedi? Che hai da essere così infuriato?»

«Mi prendi per il culo?»

Willis sobbalza, scuotendo il capo, e Colton si incupisce. Credeva di essere un libro aperto per lui, eppure l'amico non riesce a vedere la sua tristezza e la sua rabbia. È per questo che decide di mostrargliela lui, tutta insieme.

«Sei uno stronzo totale» dichiara. Chiude con troppa foga la rivista, alcune pagine si spiegazzano.

In quel momento il soffione della doccia viene chiuso e lo scrosciare dell'acqua non accompagna più le loro voci.

«Ma che ti ho fatto?» persiste Willis. Si siede sul letto, al suo fianco, tuttavia Colton scatta in piedi non appena le molle rimbalzano sotto il peso dell'amico.

«Non puoi davvero chiedermelo.»

Willis è confuso, non riesce a collegare i pezzi e Colton lo nota perfettamente nei suoi occhi scuri. Tutto ciò non può che fargli male, ha voglia di piangere da ore, ma non ha ceduto. Non sa per quanto potrà ancora resistere, però. Sembra che le lacrime si siano appostate lì, nell'attesa di essere liberate.

La porta del bagno si apre e ne esce Harvey, mezzo nudo e con un asciugamano tra i capelli umidi. Rivolge uno sguardo incerto ai due ragazzi, che si stanno scrutando l'uno con gli occhi lucidi, l'altro con gli occhi persi.

Colton stringe un pugno e riprende a parlare: «Adesso fai finta di vedermi soltanto perché siamo in stanza insieme. Ma quando siamo fuori di qui? Non sai neanche che esisto.»

«Non è vero.»

«Ah, no?» Colton ridacchia ironico. Non vuole credere alle proprie orecchie: Willis non si è reso davvero conto del dolore che gli provoca col suo comportamento. «Doveva essere la nostra vacanza. Nostra. Non tua e di Jade. Sei stato tu il primo a dirlo e te ne sei sbattuto le palle!» alza la voce, noncurante di Harvey in un angolo che si sta asciugando i capelli a testa bassa.

«Aaah!» Willis sbuffa una risata. «Sei geloso di Jade.»

«Non sono geloso di Jade.» Colton incrocia le braccia, infastidito di come l'altro la stia prendendo così alla leggera.

«Lo sei. Da sempre.»

«Sì, d'accordo lo sono» infuria scuotendo il capo, «ma non è questo il punto, cazzo!»

«E allora cosa? Sei geloso perché ho una fidanzata e tu no?»

Colton deglutisce le lacrime. Sente la situazione soltanto peggiorare, non sa trovare nemmeno un ordine ai suoi pensieri, perché sono talmente aggrovigliati da non sapere dove partono e dove finiscono.

«Ma ascolti quello che dici?» grida ancora. Harvey emette un sussulto. «Secondo te me ne può fottere qualcosa di avere una fidanzata? Stiamo parlando della nostra amicizia, che è evidente che non ti interessa, altrimenti ti saresti degnato di accorgerti di me in questi giorni. No, che dico... in questi mesi.»

Desiderio CarnaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora